Il team GReAT di Kaspersky ha identificato una pericolosa campagna di cybercriminalità che sfrutta la crescente popolarità dei modelli linguistici generativi (LLM). Al centro dell’attacco c’è un malware mascherato da “DeepSeek-R1 Large Language Model”, una falsa applicazione IAper PC che inganna gli utenti promettendo l’uso offline di strumenti AI, ma in realtà installa un trojan chiamato BrowserVenom, con lo scopo di intercettare dati sensibili.

Un sito web falso che imita DeepSeek
Come si propaga la minaccia?
Il malware viene distribuito tramite un sofisticato sito di phishing che replica fedelmente la homepage di DeepSeek, un noto LLM open-source. Questo sito truffaldino viene promosso su Google Ads, sfruttando keyword mirate come “deepseek r1”, così da apparire in alto nei risultati di ricerca e attirare ignari utenti.
Una volta giunto sul sito, l’utente trova un’interfaccia convincente che propone il download di strumenti per usare l’LLM offline, come Ollama o LM Studio. Dopo aver superato un CAPTCHA e selezionato il pacchetto desiderato, il sistema avvia il download sia del software legittimo che del malware BrowserVenom. L’installazione riesce solo se l’utente dispone di privilegi di amministratore su Windows.

Le due opzioni per installare i framework LLM contenenti il malware
Il comportamento malevolo del trojan è particolarmente subdolo: modifica le impostazioni di tutti i browser presenti sul dispositivo per forzare l’uso di un proxy controllato dagli attaccanti, reindirizzando così tutto il traffico Internet e permettendo la raccolta di dati privati, come credenziali, cronologia e altre informazioni sensibili. Le infezioni confermate si sono verificate in paesi come Brasile, Cuba, Messico, India, Nepal, Sudafrica ed Egitto, ma la campagna ha tutte le caratteristiche per diventare globale.
L’esperto Lisandro Ubiedo di Kaspersky GReAT sottolinea come “l’uso offline dei modelli linguistici presenti vantaggi, soprattutto per la privacy, ma rappresenta anche una nuova superficie di attacco per i cybercriminali. Questi sfruttano la fiducia nei tool open-source per diffondere software dannosi, capaci di installare infostealer, keylogger o cryptominer sotto mentite spoglie.”
Gli esperti consigliano
Per difendersi da BrowserVenom e minacce simili, Kaspersky raccomanda agli utenti di:
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Controllare sempre l’indirizzo web dei siti da cui si scaricano strumenti AI.
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Usare solo fonti ufficiali, come ollama.com o lmstudio.ai.
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Dotarsi di soluzioni di sicurezza affidabili in grado di rilevare ed eliminare file dannosi.
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Verificare l’autenticità dei link sponsorizzati nei motori di ricerca.
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Evitare l’utilizzo di account con privilegi di amministratore, quando non necessario.
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*illustrazione articolo progettata da SecureList
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