Come ogni anno da un lustro in qua, l’Associazione dei Giovani Gambiani di Palermo celebra il 4 luglio la sua festa annuale nel chiostro di Sant’Antonino, sede dell’ItaStra, università Italiana per Stranieri, che da sempre, grazie all’instancabile impegno di Mari D’Agostino e della sua équipe di giovani docenti, favorisce l’inclusione attraverso lo studio.
Ricorda Ousman, insieme a Moustafa promotore e animatore di numerosi progetti e reti associative con scuole e collettivi studenteschi nonché attivista politico antirazzista: La nostra associazione è nata per accogliere i nuovi arrivati, sensibilizzare la società sulle realtà migratorie, realizzare una collettività inclusiva verso le comunità migranti.
Abbiamo dovuto ricrederci sul sogno dell’accoglienza che ci ispirava quando abbiamo lasciato casa e l’Africa: l’Occidente non ci vuole. Ma non ci arrendiamo e ci proponiamo come protagonisti attivi in un mondo inteso come casa comune, mondo che non nasce certo né in un giorno né in un anno, ma attraverso un lavoro lungo e faticoso.
Perciò siamo andati nelle scuole a parlare delle differenze culturali, dei motivi che spingono alla partenza, di razzismo inconsapevole, sfruttamento e caporalato, lingue e dialetti, discriminazioni di genere, etnia, lingua e religione.
Noi migranti non siamo il problema di questo Paese. Il problema è la disoccupazione giovanile. Altro problema è il lavoro precario. Il caro affitto. Il caro bollette. L’esclusione sociale. La povertà. Il lavoro politico è per noi un esercizio di cittadinanza attiva. La partecipazione politica è non solo un diritto, ma un dovere civico.
L’esito dei referendum ci ha fatto capire la direzione intrapresa dallo Stato italiano, ma ci ha anche fatto capire che non dobbiamo smettere di lottare: cittadino è chi si alza ogni mattina e si spacca la schiena per migliorare questo Paese. La lotta che conduciamo dal basso è l’inizio dell’esistenza di una società più umana.
Quando denunciamo le guerre e il genocidio palestinese dichiariamo che ogni guerra innesca un ciclo infinito di sofferenze. E vogliamo ricordare le guerre dimenticate, in Congo, in Sudan, che sono indice di una decolonizzazione mancata.
Anche quest’anno con la comunità senegalese – continua Ousman Drammeh – abbiamo realizzato il Ramadan Solidale praticando una cucina comune a Santa Chiara.”
Conclude ringraziando le varie associazioni e comunità presenti: i gambiani di Agrigento, Napoli, Firenze, Right To Be, Molti volti, ItaStra, che ha appena avviato un nuovo corso di italiano con 200 ragazzi stranieri, il collettivo universitario Scirocco, che ha dato vita alla “acampada” per la Palestina.
La compagna africana di Napoli, già presente lo scorso anno e sempre molto lucida e determinata, racconta come il Movimento Migrante si sia organizzato nella sua città già da nove anni e come abbia lavorato, insieme alla comunità del Mali, nei centri di accoglienza, per denunciarne soprusi e violenze. Violenze che riguardano anche gli italiani, se pensiamo alla frequenza di morti sul lavoro.
Mette in guardia dal ritenere che la persecuzione dei migranti sia solo opera delle destre e ricorda come il precipitare della situazione sia iniziato col decreto Minniti del 2017. Denuncia l’inflitrazione di un poliziotto nel suo collettivo universitario (5 in tutta Italia). “Commettiamo un errore – prosegue – se crediamo che si tratti di singoli episodi di disprezzo e discriminazione: lo sfruttamento è un sistema, un sistema che va smontato. Il primo e più immediato obiettivo sono i corridoi umanitari tra i paesi affacciati sul Mediterraneo ma anche lungo le rotte balcaniche. E, naturalmente, la cittadinanza italiana per tuttɘ.” E termina ribadendo che il reato non è l’immigrazione clandestina, il reato è il genocidio palestinese.
Canzoni, danze, cibi e bevande del Gambia si susseguono. Chi scrive è chiamata a leggere una poesia di Mahmoud Darwish, Pensa agli altri.
Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,
non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,
non dimenticare coloro che chiedono la pace.
Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri,
coloro che mungono le nuvole.
Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,
non dimenticare i popoli delle tende.
Mentre dormi contando i pianeti, pensa agli altri,
coloro che non trovano un posto dove dormire.
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,
coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,
e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio.