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Pride: un atto politico

È vero, il Pride è una festa ma, come ha esordito Dafne Borgia, assessora alla cultura del comune di Favignana, nel dare l’avvio alla parata della IV edizione dell’Egadi Pride nella sua isola, non possiamo non ricordare chi non ha nulla da festeggiare perché ancora escluso, dimenticato, tenuto fuori da diritti che quindi, per chi ne gode, si configurano come privilegi. Così il Pride è soprattutto un atto politico di testimonianza e solidarietà e anche per tutt* loro oggi cantiamo, balliamo, facciamo festa.

Il viaggio di nessun*, il viaggio di tutt*, recita il titolo, con riferimento ad Odisseo e al suo verso Itaca. Ed è con la lettura della poesia del greco Costantino Kavafis, recitata sotto un sudario, che ci apprestiamo alla partenza, consapevoli che la strada è lunga ma quello che conta è proprio il viaggio.

Rosario Becchina, portavoce del Disability Pride Palermo, ci ricorda che, a proposito di diritti, quello che sembra ormai sdoganato per la cosiddetta gente normale, come il diritto al piacere, è ancora un tabù per chi vive una condizione di disabilità.
Il muro di largo Marina occhieggia con il suo gran pavese di biglietti multicolore, frasi di giovani e meno giovani a fare da eco, e sullo sfondo bianco quelli di una piccola comunità autistica che qui trova casa, come ovunque il Pride sia festa condivisa.

Il consueto popolo colorato, libero e liberato, sfila per le strade e le piazze dell’isola sotto il sole, dove i corpi e gli sguardi sono abituati ad essere esposti e condivisi nell’abbigliamento vacanziero della balneazione. Eppure questi corpi raccontano storie e gli sguardi si offrono ai turisti dei tavolini dei bar, nelle vie e nelle piazze della movida come nei vicoli più stretti e, per fortuna, ombreggiati, ai residenti con i capelli bianchi affacciati ai balconi e sull’uscio delle case.

Sono un invito e un riconoscimento nel pollice alzato in segno di approvazione e nel sorriso appena accennato, nella mano mossa in segno di saluto. Anche questo farsi prossimo alla città e alla sua comunità è un atto politico insieme agli interventi di denuncia di chi si impegna ogni giorno anche fuori dalla festa. Si alternano al microfono corpi e voci, parole e canto, parole e danza.

Così le donne del locale Comitato spontaneo 25 novembre denunciano femminicidi e transfemminicidi con i loro cartelli fitti di scritte nere, mentre Ramona Aloia ricorda Sara Millerey, donna trasgender uccisa il 5 aprile del 2025, in Colombia, massacrata a calci e pugni nell’indifferenza più totale. Anche Sara era Nessuno e per questo non meritava di essere salvata.

“Sara cercava la sua Itaca, come Ulisse.
Un posto dove sentirsi al sicuro. Dove potersi chiamare per nome.
Ma ci sono persone che non vogliono cercare una nuova casa.
Vogliono solo restare nella propria.
È quello che accade ogni giorno a Gaza,
dove donne, uomini e bambini vengono sterminati, nell’indifferenza dei potenti del mondo che restano a guardare.”

Poco dopo, in una successiva tappa, le fa eco Nino Oliveri, attivista per i diritti umani e impegnato in politica, nel denunciare, senza se e senza ma, il genocidio del popolo palestinese, la responsabilità criminale di Netanyahu che nonostante il mandato di arresto internazionale viaggia impunemente stringendo le mani di chi sta al governo anche in Italia.
Per tutt* un chiarimento dei termini antisemitismo e antisionismo, ormai omologati dall’informazione main stream ad uso e consumo della complicità interessata dell’Occidente.

Prima dei saluti di commiato il microfono è di Celeste Siciliano, giovane donna trans che già ieri sera, in uno degli eventi che hanno arricchito questa tre giorni di Egadi Pride, aveva intrattenuto il pubblico al fresco del giardino di Palazzo Florio con la sua Stand Up Comedy, voce forte e decisa nel denunciare, tra una battuta e un applauso, la violenza e la discriminazione subita ma anche nel testimoniare la forza e il coraggio di una scelta. Poco prima, nel pomeriggio, un cerchio di voci condivise aveva ribadito la necessità dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole sin dalla prima infanzia.

Madrina dell’evento Aura Eternal, drag queen in fuxia che ridà vigore con la sua voce alle danze in cerchio dopo la lunga passeggiata.

La festa si sposterà più tardi lontano dal centro abitato, con una navetta gratuita, mentre la vita sull’isola riprende il suo ritmo serale di chiacchiere e buon cibo, con un calice levato per l’augurio delle singole vite condivise in un pasto.
Come ci si augura che condiviso resti più di un ricordo dei colori sulla via, bandiere arcobaleno sventolate col favore del vento e, anche qui, bandiere della Palestina con il grido per la sua libertà.

Lo stesso grido si è levato forte e chiaro in apertura, dal carro del Catania Pride, svoltosi contemporaneamente nella città etnea, dove il giorno prima, al Village, le famiglie Arcobaleno erano state vittime di una brutale aggressione durante un laboratorio con tant* bambini e bambine.
Ma, come ha detto Celeste a Favignana: se ti stai chiedendo cosa puoi fare da sol*, se siamo in tant* a chiedercelo, la risposta è che non siamo sol*.
Il 26 di luglio il Pride sbarcherà per la prima volta a Trapani.

egadi pride. apertura del corteo
egadi pride: bandiera palestinese
egadi pride: cartelli
egadi pride: striscione
disabilty pride
egadi pride. per la palestina
egadi pride: lettura di Kavafis

Maria La Bianca

Fonte
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