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guerra Israele-Hamas

“Israele ha trasformato Gaza in una fossa comune per i palestinesi e i soccorritori”

La Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) sta esaminando l'obbligo di Israele di facilitare gli aiuti umanitari alla popolazione palestinese a Gaza e nella Cisgiordania occupata. L'udienza durerà cinque giorni e verte su una richiesta presentata lo scorso anno dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite che ha chiesto alla Corte di chiarire gli obblighi giuridici di Israele nei confronti dell'ONU e delle sue agenzie, delle organizzazioni internazionali o degli Stati terzi per “garantire e facilitare la fornitura senza ostacoli di beni di prima necessità indispensabili alla sopravvivenza della popolazione civile palestinese”. 

Il caso è stato sollevato dopo i disegni di legge israeliani dell’ottobre 2024 che vietano all'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) di operare. Il divieto di Israele ha fatto seguito a mesi di attacchi all'agenzia da parte di Benjamin Netanyahu e dei suoi alleati di estrema destra, che hanno affermato che l’UNRWA è infiltrata da Hamas, senza però fornire prove a sostegno. L'UNRWA è il principale distributore di aiuti a Gaza e ha fornito istruzione, assistenza sanitaria e altri servizi di base a milioni di rifugiati palestinesi in tutta la regione.

Secondo l’ONU il divieto di Israele di qualsiasi cooperazione con l'UNRWA costituisce una violazione della Carta delle Nazioni Unite perché lo Stato israeliano è obbligato, in base al diritto internazionale, a garantire forniture sufficienti ai palestinesi che vivono a Gaza. Israele sostiene, invece, di rispettare il diritto internazionale e che il blocco mira a fare pressione su Hamas affinché rilasci gli ostaggi ancora in suo possesso. Le organizzazioni per i diritti umani hanno definito il blocco una “tattica per ridurre alla fame” la popolazione di Gaza e un potenziale crimine di guerra.

Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha definito le udienze parte di una “persecuzione sistematica e delegittimazione” di Israele. Saar ha affermato che la Corte sta “diventando completamente politicizzata”, definendo il procedimento “vergognoso”.

Dall'inizio di marzo, Israele ha interrotto tutte le forniture di cibo, carburante, medicine e altri beni alla popolazione della Striscia di Gaza, composta da oltre 2 milioni di palestinesi. Si tratta del blocco più lungo nei 17 mesi di guerra a Gaza, senza alcun segnale di cessazione. 

Gli operatori umanitari hanno razionato le forniture, ma avvertono che si profila un aumento catastrofico della carestia e della malnutrizione. L'ONU ha dichiarato di aver identificato 3.700 bambini affetti da malnutrizione acuta a marzo, con un aumento dell'80% rispetto a febbraio. C'è anche una crescente carenza di forniture mediche. “Tutto, dai guanti sterili ai sacchi per cadaveri, deve essere rifornito”, ha affermato il Comitato Internazionale della Croce Rossa. “Si tratta di una sfida continua e particolarmente grave: continuiamo a vedere un numero incredibilmente alto di malati, compresi pazienti gravemente feriti, che aumenta la pressione sul sistema”.

E l’impennata dei prezzi dei generi alimentari di base, la diminuzione delle scorte di forniture mediche e i drastici tagli alla distribuzione degli aiuti minacciano infatti nuove condizioni catastrofiche in tutta Gaza, avvertono i palestinesi e i funzionari degli aiuti internazionali: “Non c'è più nulla da dare, una volta esaurite le ultime scorte, le mense dovranno chiudere”, ha detto un alto funzionario delle Nazioni Unite. “Al momento la situazione è ancora sopportabile, ma sappiamo da altre crisi che quando le cose peggiorano, peggiorano molto rapidamente, e non siamo lontani da quel punto”.

Il World Food Programme ha dichiarato la scorsa settimana di aver esaurito tutte le scorte alimentari a Gaza, ponendo fine a una delle principali fonti di sostentamento per centinaia di migliaia di palestinesi presenti nel territorio devastato.

“Le leggi approvate dal parlamento israeliano contro l'UNRWA compromettono la capacità dell'agenzia di adempiere al proprio mandato. La politica di non contatto prevista dalle leggi della Knesset vieta ai funzionari israeliani di coordinarsi o comunicare con i funzionari dell'UNRWA, ostacolando la fornitura di servizi di soccorso e aiuti essenziali”, ha commentato il commissario generale dell’UNRWA, Philippe Lazzarini. “L'UNRWA e altre agenzie sono presenti nei territori palestinesi occupati per rispondere a bisogni urgenti. I servizi dell'agenzia devono continuare senza ostacoli fino a quando non sarà trovata una soluzione giusta e duratura alla difficile situazione dei rifugiati palestinesi”.

Lazzarini ha aggiunto che alcune strutture dell'UNRWA, comprese le scuole nella Gerusalemme Est occupata, sono minacciate di chiusura da parte delle autorità israeliane: “Circa 800 bambini rischiano di non poter terminare l'anno scolastico se le loro scuole saranno costrette a chiudere. In qualità di potenza occupante, lo Stato di Israele deve fornire servizi alla popolazione che occupa, o agevolarne la fornitura, anche attraverso l'UNRWA. Questa è una chiara indicazione della comunità internazionale, attraverso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il continuo assalto di Israele a Gaza ha privato i bambini palestinesi dell'accesso all'istruzione formale dall'ottobre 2023”.

Si stima che oltre il 95% dei 564 edifici scolastici di Gaza abbia subito danni, sotto gli incessanti attacchi israeliani alle scuole che hanno ucciso molti civili in cerca di riparo dai bombardamenti. Secondo il ministero dell'Istruzione, al 31 dicembre 2024 erano stati uccisi 12.035 studenti e 492 membri del personale scolastico. Tutte le università e i college di Gaza sarebbero stati distrutti. Nei campi profughi sono state allestite scuole tendopoli, ma non vi è alcuna garanzia di sicurezza in nessuna parte della Striscia e l'istruzione dei bambini rimane gravemente compromessa e di fatto sospesa.

“Israele sta trasformando la Palestina, in particolare Gaza, in una “fossa comune” per i palestinesi e i soccorritori”, ha dichiarato nel suo intervento Ammar Hijazi, ambasciatore palestinese nei Paesi Bassi.

Hijazi ha aggiunto che, secondo quanto riferito dal World Food Programme, il numero dei palestinesi che necessitano di aiuti alimentari nella Cisgiordania occupata è aumentato di quasi il 100%. Israele sta distruggendo i “fondamenti della vita in Palestina” mentre impedisce all'ONU e ad altre organizzazioni umanitarie di fornire “aiuti salvavita” alla popolazione, ha affermato Hijazi: “Impedire la presenza e le attività delle Nazioni Unite e delle organizzazioni internazionali deve essere considerato nel contesto dello sradicamento e dello sfollamento forzato”, ha concluso l’ambasciatore palestinese nei Paesi Bassi, spiegando che Israele ha demolito i campi profughi di Jenin e Tulkarm, sfollando con la forza più di 40.000 palestinesi.