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Podcast

Dall’Ucraina a Gaza: il diritto internazionale sotto attacco

La crisi del diritto internazionale è al centro del dibattito globale. Dall’invasione russa dell’Ucraina alla guerra a Gaza, le norme che dovrebbero regolare la guerra e proteggere i civili vengono sistematicamente ignorate o reinterpretate. Quali sono le conseguenze quando la legalità internazionale diventa un’opzione anziché un principio vincolante? L’Europa, intanto, è costretta a ripensare sicurezza e difesa, mentre l’allontanamento degli Stati Uniti dalle alleanze transatlantiche impone una maggiore autonomia strategica.

In questo incontro alla XIX edizione del Festival Internazionale del GiornalismoPaola Caridi, esperta di Medio Oriente, Francesca Mannocchi, giornalista che ha raccontato i conflitti sul campo, Nello Scavo, reporter d’inchiesta di Avvenire, Emanuele Cimiotta professore di Diritto Internazionale  presso l'Università di Perugia e Giulio Fedele, analista delle dinamiche giuridiche globali, hanno parlato di come il diritto internazionale stia vacillando sotto la pressione delle guerre e delle nuove alleanze geopolitiche.

Immagine in anteprima: Diego Figone/IJF25

Gaza, le parole per dirlo

"È difficile trovare le parole per raccontare la guerra. Lo confesso, da un punto di vista umano, io appartengo a quella generazione che si è sentita ripetere quando eri bambino: 'Ma che ne sai tu della guerra?' Quando non ti piaceva una cosa a pranzo, tuo padre ti diceva: 'Mangia, che ne sai tu della guerra?'

E una sera da solo a Gerusalemme ho pensato, c'aveva ragione, papà, che ne sai tu della guerra? Perché se la guerra non la vivi è difficile, è difficile, raccontarla è difficile e viverla è dura, è dura da un punto di vista umano, Quello che colpisce di più è la permanenza della guerra, cioè? La guerra ce l'hai addosso 24 ore su 24"
(Roberto Cetera) 

Oltre un anno di conflitto a Gaza ha reso il racconto della guerra più difficile che mai. Le testimonianze dall’interno sono state rare, filtrate, spesso ostacolate, e ogni parola pronunciata o scritta è stata attentamente valutata, pensata e ripensata da chi racconta e da chi ascolta. Perché questa guerra è stata così difficile da narrare? Quali sfide hanno dovuto affrontare i giornalisti sul campo e quelli che hanno provato a dare voce a chi è rimasto intrappolato?

"Aspettiamo che i nostri colleghi costruiscano un comitato o un corpo per fare pressione sia sui loro governi che anche sul governo israeliano. Per poter proteggere i colleghi palestinesi che pagano la loro vita per raccontare la storia, per raccontare quello che sta accadendo"
(Safwat al Kahlout)

Ne hanno parlato alla XIX edizione del Festival Internazionale del GiornalismoFrancesca Caferri, corrispondente estera di Repubblica, che segue il mondo arabo e musulmano da quasi 20 anni, avendo lavorato in Israele, Palestina, Egitto, Iraq, Afghanistan, Libano, Pakistan, Yemen, Arabia Saudita e molti altri paesi; Safwat al Kahlout, corrispondente di Al Jazeera a Gaza, fuggito sei mesi dopo l’inizio della guerra e ora residente in Umbria; e Roberto Cetera, corrispondente de L’Osservatore Romano da Israele, autore di un articolo sulle difficoltà dei giornalisti nel raccontare Gaza.

Immagine in anteprima: Monica Rizza/IJF25