Salta al contenuto principale

Stanno già votando per te!

Inviato da enzo de simone il
stanno votando per te

Ma tu non conti niente.

Ancora una volta, come da copione, ci troviamo a ridosso di elezioni che vengono presentate come esercizio democratico, ma che in realtà sono solo l’ennesima messa in scena. Il popolo non sceglie più i propri rappresentanti. Non li conosce, non li seleziona, non li giudica. La legge elettorale, che da anni priva l’elettore della possibilità di esprimere una preferenza vera, ha trasformato il diritto di voto in una ratifica passiva di decisioni già prese altrove.

Il caso della Campania è emblematico. Il Presidente uscente Vincenzo De Luca, non potendo ricandidarsi per un terzo mandato, è impegnato in una vera e propria partita a scacchi con la segreteria nazionale del suo partito per piazzare i propri uomini nei posti chiave della futura amministrazione. Non solo assessorati, ma anche la fitta rete di enti, partecipate, strutture di sottogoverno: un sistema tentacolare e opaco. E naturalmente, al centro di tutto, suo figlio. Perché si sa, “'e figlie so piezz' 'e core”.

Un figlio non eletto, ma ripescato alle scorse elezioni. E che ora – sempre secondo le indiscrezioni di stampa – sarebbe al centro di trattative, pressioni e “patti” che nulla hanno a che fare con il bene pubblico. Su questo punto, ci dicono, De Luca non transige: nessun compromesso. E così, nel silenzio assordante delle istituzioni e dei partiti, la democrazia viene calpestata ancora una volta. Non da un golpe, ma da un meccanismo scientifico e ormai consolidato di occupazione del potere.

Questa ignobile sceneggiata fra poteri – pubblici solo di facciata – evidenzia la totale assenza di reale partecipazione popolare. Le elezioni sono diventate la scenografia di un teatrino già scritto, diretto da centri di potere che si riuniscono in salotti, segreterie, e cene riservate, dove si decidono nomi, ruoli, incarichi. Altro che rappresentanza. Altro che Costituzione.

La stessa Corte Costituzionale, più volte, ha messo in evidenza i gravi limiti democratici del nostro sistema elettorale. Eppure nulla cambia. Nessuno combatte seriamente per una riforma radicale. Nessuno osa rimettere al centro il popolo sovrano. Nessuno, tra i protagonisti di questo circo, vuole restituire al voto la sua dignità originaria.

E intanto, il messaggio è chiaro:

"Bello a papà, non te preoccupare… qui nce sto io".

E vai.

È ora di dire basta. Di pretendere trasparenza, rappresentanza vera, partecipazione autentica. Di spezzare la catena dell’abuso democratico. Perché la democrazia, se non la difendi, muore. In silenzio.