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Sindrome di Mompracem: quando il turismo di massa diventa una minaccia

Submitted by enzo de simone on
mompracem

"L'isola non poteva più reggere il peso di tanti derelitti, di tanti uomini in cerca di libertà. Troppi erano giunti, troppi avevano invaso quella terra, e Mompracem, stanca, affranta, si era inabissata per sempre."

Con queste parole, Emilio Salgari descrive la fine di Mompracem, l’isola simbolo della libertà e della resistenza, schiacciata dal peso di un’affluenza incontrollata. Oggi, quella stessa metafora sembra incarnarsi in molti luoghi del nostro pianeta, dove il turismo di massa sta trasformando paradisi in trappole, comunità in scenografie, e risorse naturali in merci da sfruttare fino all’esaurimento.

1. L’isola che affonda: quando la capacità di carico viene superata

Ogni ecosistema, ogni città, ogni territorio ha una capacità di carico: il numero massimo di persone che può sostenere senza collassare. Quando questo limite viene ignorato, si innesca la Sindrome di Mompracem: le infrastrutture cedono, i servizi essenziali (acqua, elettricità, trasporti, sanità) diventano insufficienti, e la qualità della vita per i residenti precipita.

  • Venezia, Barcellona, le isole greche: interi quartieri si svuotano di residenti per diventare affollati dormitori turistici.

  • Le Cinque Terre, Santorini, Machu Picchu: i flussi giornalieri superano di decine di volte la popolazione locale, erodendo sentieri, saturando fognature, distruggendo habitat fragili.

  • Le Alpi, le Maldive, le spiagge thailandesi: l’inquinamento da plastica, il consumo di suolo e lo stress idrico sono dirette conseguenze di un modello insostenibile.

2. Gentrificazione turistica: l’espulsione degli abitanti

Il turismo di massa non distrugge solo l’ambiente, ma anche il tessuto sociale. Con l’arrivo di investitori e piattaforme di affitti brevi, i prezzi degli immobili schizzano alle stelle, rendendo impossibile per i residenti rimanere nelle loro case.

  • A Lisbona e Porto, interi quartieri storici sono diventati "Disneyland per turisti", con negozi locali sostituiti da souvenir shop e ristoranti fast-food.

  • A Bali e Ibiza, le fasce operaie e i giovani sono costretti a trasferirsi in periferie sempre più lontane, mentre i centri vivono solo per il divertimento stagionale.

  • Nelle città d’arte italiane (Firenze, Roma, Venezia), gli affitti a lungo termine sono sostituiti da Airbnb, svuotando scuole e servizi per chi resta.

3. La natura come attrazione (da consumare)

I parchi naturali, le barriere coralline, le foreste incontaminate vengono pubblicizzate come "esperienze da vivere", ma il risultato è spesso la loro progressiva distruzione:

  • Le spiagge delle Filippine (come Boracay) sono state chiuse per anni per riparare i danni del sovraffollamento.

  • Il sentiero degli Inca in Perù limita gli accessi per evitare che il cammino si sgretoli.

  • Le Lagune islandesi devono imporre quote d’ingresso per proteggere ecosistemi unici.

4. Esiste un’alternativa? Verso un turismo sostenibile

Se Mompracem fosse esistita davvero, forse avrebbe avuto bisogno di regole per sopravvivere. Oggi, alcune destinazioni stanno provando a correre ai ripari:

  • Quote d’ingresso (come a Venezia o alle Galápagos).

  • Tasse per i non residenti (Barcellona e Amsterdam le usano per finanziare servizi pubblici).

  • Divieto di crociere (come a Dubrovnik e Key West).

  • Turismo di prossimità e slow travel, che privilegia periodi lunghi e meno impattanti.

Conclusione: imparare da Mompracem

La lezione di Salgari è più attuale che mai: nessun paradiso può sopravvivere se viene divorato. Il turismo non è il male in sé, ma deve essere ripensato in modo da non uccidere ciò che ama. Perché, come l’isola dei pirati, anche i nostri luoghi più preziosi rischiano di inabissarsi sotto il peso di un progresso miope.

"Forse un giorno tornerà a emergere dalle acque, quando gli uomini avranno imparato a rispettarla."


Ecco alcuni dati concreti :

1. L’esplosione dei prezzi degli immobili nelle città turistiche

Il turismo di massa, insieme alla speculazione immobiliare legata agli affitti brevi (Airbnb, Booking, ecc.), ha fatto schizzare i prezzi delle case, rendendo impossibile per i residenti acquistare o affittare a lungo termine.

Dati chiave:

  • Venezia:

    • Tra il 2008 e il 2022, i prezzi delle case sono aumentati del +135% (dati Nomisma).

    • Il centro storico ha perso oltre 120.000 residenti dagli anni ’50 a oggi (ora ne rimangono circa 50.000).

    • Il 40% delle case è vuoto o usato solo per turismo (fonte Comune di Venezia).

  • Barcellona:

    • I prezzi degli affitti sono cresciuti del +68% tra il 2013 e 2023 (dati Idealista).

    • Oltre 10.000 appartamenti sono passati dal mercato residenziale ad affitti turistici (fonte Ajuntament de Barcelona).

    • Nel quartiere di Ciutat Vella, il 30% delle abitazioni è ora destinato al turismo.

  • Lisbona:

    • Tra il 2015 e 2022, i prezzi delle case sono raddoppiati (+100%, dati Confidencial Imobiliário).

    • Oltre 50.000 residenti hanno lasciato il centro storico negli ultimi 10 anni (fonte INE Portugal).

    • Oggi, il 20% degli alloggi a Lisbona è su Airbnb.

  • Firenze:

    • Gli affitti nel centro sono aumentati del +50% in 5 anni (fonte Scenari Immobiliari).

    • Il 12% delle case è usato per affitti brevi, con picchi del 25% in zone come Oltrarno (dati Comune di Firenze).


2. L’espulsione dei residenti: quando le città diventano "musei a cielo aperto"

Il fenomeno della gentrificazione turistica non riguarda solo i prezzi, ma la sostituzione della popolazione: i residenti storici vengono rimpiazzati da turisti, expat benestanti o investitori.

Casi emblematici:

  • Ibiza (Spagna):

    • Il 40% delle case è acquistato da stranieri (soprattutto tedeschi e britannici).

    • I lavoratori locali (camerieri, operai, infermieri) non trovano più alloggi a prezzi accessibili e vivono in roulotte o baraccopoli (report Diario de Ibiza).

  • Porto (Portogallo):

    • Il centro storico ha perso 10.000 residenti in 10 anni (fonte Università di Porto).

    • Oggi, il 70% degli edifici nella Ribeira è di proprietà di fondi stranieri.

  • Amsterdam (Olanda):

    • Il 18% delle case è in mano a investitori (dati CBS Olanda).

    • La città ha vietato nuovi hotel e imposto un divieto di affitti brevi in alcune zone.

  • Roma (Italia):

    • Nel rione Monti, gli affitti sono aumentati del +90% in 10 anni (fonte Immobiliare.it).

    • Oltre 200.000 residenti hanno lasciato il centro storico dal 2000 a oggi (dati ISTAT).


3. Le reazioni: città che resistono (o cedono)

Alcune città hanno iniziato a contrastare il fenomeno con politiche drastiche:

Barcellona:

  • Blocco di nuove licenze per affitti brevi dal 2014.

  • Multa fino a €600.000 per Airbnb abusivi.

Berlino:

  • Divieto totale di affitti brevi su case non principali (2016).

Venezia:

  • Tassa d’ingresso per i turisti giornalieri (€5 dal 2024).

  • Divieto di grandi navi in laguna.

Dubrovnik (Croazia):

  • Perde 1.000 residenti l’anno (ora ne restano solo 40.000).

  • Limitazione a 4.000 turisti al giorno nella città vecchia.


Conclusione: la Sindrome di Mompracem è già realtà

I dati parlano chiaro: il turismo di massa non è solo un fastidio, ma un meccanismo che trasforma città vive in parchi tematici, svuotati della loro anima. Senza regole, rischiamo di perdere non solo case a prezzi accessibili, ma intere comunità.

"Prima eravamo una città. Ora siamo un souvenir." – Graffito a Lisbona


Fonti utili per approfondire:

  • Rapporto "Overtourism" del World Travel & Tourism Council (2023).

  • Dati Eurostat su spopolamento centri storici.

  • Studi Airbnb vs. Housing Crisis (Università di Berlino, 2022).