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Educazione alla Cittadinanza Globale

L’UNESCO promuove l’educazione alla cittadinanza globale sin dal 2012, con il lancio da parte del Segretario Generale delle Nazioni Unite della Global Education First Initiative (GEFI), che ha sancito l'inserimento della promozione della cittadinanza globale tra le sue tre priorità educative.
Questa pubblicazione, dal titolo Educazione alla Cittadinanza Globale: Temi e obiettivi di apprendimento, è la prima guida pedagogica di UNESCO sull’educazione alla cittadinanza globale. Il documento è il risultato di un intenso lavoro di ricerca e consultazione con esperti di diverse parti del mondo. 

ONU, UNESCO, educazione, cittadinanza
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Open Access, Il sapere libero

Le università rappresentano oggi i principali "produttori" e "consumatori" della ricerca scientifica: gli articoli di ricerca vengono pubblicati sulle riviste scientifiche, che sono poi consultate dagli stessi ricercatori per rimanere aggiornati sui principali risultati ottenuti nel mondo. Tuttavia, tra la produzione e l'utilizzo si inseriscono gli editori, che - pur non producendo contenuti - richiedono tariffe consistenti per l'accesso alle riviste. In passato il ruolo svolto dagli editori è stato essenziale alla diffusione della conoscenza, ma questi costi elevatissimi sono tuttora giustificati? Il mondo accademico della ricerca si sta interrogando proprio su questo. Poco più di anno fa dalle critiche di Tim Gowers, matematico vincitore della medaglia Fields, è nato "The Cost of Knowledge", una protesta contro i costi eccessivi e le politiche editoriali di Elsevier, uno dei principali editori accademici. Anche università ricche come Harvard hanno dichiarato che la situazione attuale è insostenibile. L'Open Access rappresenta un modello alternativo per la diffusione dei risultati prodotti dalle Università, attraverso il quale gli articoli di ricerca sono liberamente disponibili, senza costi d'accesso. Attualmente esistono riviste che non richiedono costi per la consultazione degli articoli (anche se spesso la spesa viene sostenuta dagli autori in fase di pubblicazione), così come archivi di preprint, come arXiv.org, ampiamente usato per la fisica e la matematica. Il Forum degli Allievi propone una riflessione sul tema dell'accesso aperto alla letteratura scientifica, sulla situazione dell'editoria accademica e su come questa si stia evolvendo negli ultimi anni. Francesca Di Donato si è laureata in Scienze politiche ed ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia della filosofia politica presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Oggi è assegnista di ricerca presso la Scuola Normale Superiore. Fa parte della redazione del "Bollettino telematico di filosofia politica". Si occupa da diversi anni di Web science, Open Access e Open Data. Tra le sue pubblicazioni: "Lo stato trasparente. Linked Open Data e cittadinanza attiva" (ETS, 2010); "La scienza e la rete. L'uso pubblico della ragione nell'età del Web" (FUP, 2009). Maria Chiara Pievatolo insegna Filosofia politica presso il Dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa. Allieva di Giuliano Marini, studia Platone, Kant, e il dibattito illuministico sulla proprietà intellettuale. È editor dell'archivio "Giuliano Marini" e curatrice del "Bollettino telematico di filosofia politica". Fa parte della commissione CRUI per l'Open Access. Teorizza e pratica la pubblicazione ad accesso aperto. Andrea Zanni si è laureato in Matematica. Dopo la laurea ottiene un master in Biblioteche Digitali studiando fra Oslo, Tallinn e Parma. È responsabile dei progetti di Wikimedia Italia, dal 2011 si occupa di biblioteche, Wikisource, Open Access. Gestisce le riviste Open Access nella biblioteca digitale dell'Università di Bologna.

open access
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Software Libero e Open Source - Un'indagine conoscitiva

Nel 2015 l’Università del Piemonte Orientale, il Politecnico di Torino, l’Università degli Studi di Torino, con il finanziamento della Regione Piemonte e la partecipazione di Finpiemonte S.p.A., hanno pubblicato il bando per il primo Master di primo livello in “Management del Software Libero”.

Il master, attraverso un approfondito programma di studio articolato e declinato secondo le tematiche più attuali, ha cercato non solo di affrontare gli argomenti appena evidenziati ma anche di mettere a punto delle “linee guida” condivise su come:

  • favorire il passaggio da strumenti proprietari verso strumenti liberi;

  • affrontare gli aspetti legali e di licenza;

  • gestire il cambiamento.

Oltre a questo, a nostro avviso, bisognerebbe evidenziare come poter corrispondere il "dovuto" al mondo libero, ovvero come restituire alla comunità quanto ricevuto liberamente, ad esempio:

  • partecipando (attivamente) alle varie liste di discussione;

  • segnalando eventuali bachi (ed eventualmente proponendo od effettuando la correzione);

  • traducendo parti del manuale d’uso o del tutorial;

  • offrendo un contributo economico.

In particolare, il percorso formativo ha affrontato ed approfondito diversi aspetti propri delle seguenti macro aree:

Ambito Tecnologico

  • Elementi di amministrazione di sistema * ING INF/05

  • Elementi di programmazione * ING INF/05

  • Dati aperti * ING INF/05

Ambito Giuridico

  • Le licenze di software * IUS/04

  • La tutela giuridica del software * IUS/04 

  • Software, dati e public sector information * IUS/04

Ambito Economico

  • Organizzazione aziendale * SECS-P/10

  • Project Management – Organizzazione e gestione del cambiamento * SECS-P/10

  • Project Management – Pianificazione e controllo * SECS-P/07

Questo lavoro di ricerca cercherà di esporre i risultati ottenuti a partire da questo momento formativo; poiché tutti gli autori provengono dalla Pubblica Amministrazione, particolare attenzione verrà dedicata alle implicazione del software libero nel contesto del settore pubblico.

software libero, open source, FOSS
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La Commissione pubblica uno studio relativo all'impatto del software "open source" sull'economia europea

La Commissione ha pubblicato oggi i risultati di uno studio che analizza l'impatto economico del software e dell’hardware “open source” sull'economia europea. Si stima che nel 2018 le imprese con sede nell'UE abbiano investito circa 1 miliardo di € in software “open source”, con un impatto positivo sull'economia europea compreso tra 65 e 95 miliardi di €.

Lo studio prevede che un aumento del 10 % dei contributi al software “open source” genererebbe ogni anno un aumento del PIL compreso tra lo 0,4 % e lo 0,6 % e permetterebbe la nascita di oltre 600 nuove start-up nel settore delle TIC nell'UE. Gli studi di casi rivelano che, acquistando software con codice sorgente aperto anziché software proprietario, il settore pubblico potrebbe ridurre il costo totale della proprietà, evitare effetti di dipendenza dal fornitore (“vendor lock-in”) e di conseguenza rafforzare la propria autonomia digitale. Lo studio formula una serie di raccomandazioni specifiche di politica pubblica per fare sì che il settore pubblico diventi autonomo sotto il profilo digitale, la ricerca e l’innovazione abbiano carattere aperto e favoriscano la crescita europea e l'industria sia digitalizzata e competitiva a livello interno. A lungo termine, i risultati dello studio potrebbero essere utilizzati per rafforzare la dimensione “open source” nello sviluppo di future politiche in materia di software e hardware per l'industria dell'UE.

Maggiori informazioni sullo studio sono disponibili qui. Inoltre, dal ottobre 2020 la Commissione dispone di una propria nuova strategia per il software “open source” 2020-2023

, che incoraggia e sfrutta ulteriormente il potenziale trasformativo, innovativo e collaborativo dell'open source, al fine di conseguire gli obiettivi della strategia digitale globale della Commissione e contribuire al programma Europa digitale. La strategia della Commissione pone un accento particolare sulla condivisione e sul riutilizzo di soluzioni, conoscenze e competenze in materia di software, nonché sull'aumento dell'uso dell’open source nelle tecnologie dell'informazione e in altri settori strategici.

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La sostenibilità dell’innovazione digitale

Il libro esamina le questioni giuridiche più rilevanti legate all'evoluzione delle tecnologie digitali e, in particolare, allo sviluppo di sistemi intelligenti, al loro impatto sui diritti umani e alla imputazione delle responsabilità. Gli autori esplorano le soluzioni in grado di promuovere e garantire la sostenibilità dell'innovazione, attraverso azioni preventive e la protezione by design. Del resto, le tecnologie digitali contribuiscono a migliorare la valutazione dei rischi, a promuovere la trasparenza e l'efficienza dei servizi digitali, nel rispetto degli obiettivi dello sviluppo sostenibile. Specifica attenzione è rivolta ai settori assicurativo, bancario e turistico.

Opere Generali

Verso un'intelligenza artificiale antropocentrica

L'intelligenza artificiale permea il mondo odierno, ma la sua vera portata rimane ancora da determinare. Questo contenuto si propone di assistere il giurista nell'esplorazione dell'intera complessità dell'intelligenza artificiale, invitando a riflettere se sia ancora appropriato discutere di una prospettiva antropocentrica o se sia necessario riconsiderare concetti finora considerati consolidati, alla luce dei recenti sviluppi tecnologici.

intelligenza artificiale, antropocentrismo, filosofia del diritto, informatica giuridica, big data, algoritmi, machine learning, diritto alla protezione dei dati, decisioni algoritmiche
Opere Generali

Comunicare il patrimonio museale : tecnologie digitali per l’esperienza museale dei capolavori del MANN

La digitalizzazione ha avuto un impatto profondo sul modo in cui rappresentiamo, comunichiamo e dunque gestiamo oggi il patrimonio culturale, sia online che in presenza; contemporaneamente, il sempre più immediato e veloce trasferimento di contenuti audio e video ha reso possibile la produzione di storie più attraenti per il pubblico. Di conseguenza, l’evoluzione delle risorse tecnologiche digitali a disposizione dei narratori ha influenzato la forma delle narrazioni stesse. Le nuove tecnologie multimediali, come gli ipertesti e i materiali grafici ed audiovisivi, possono oggi essere integrate nella narrazione, introducendo concetti innovativi e stimolando l’interesse, dando così vita a nuove culture mediali. Nell’era digitale dello streaming, la fruizione di contenuti audiovisivi è senza precedenti, offrendo opportunità non solo per i creatori ma anche per il pubblico. Questo scenario favorisce la possibilità di offrire contenuti personalizzati, calibrati sulle diverse e specifiche fasce di utenza che caratterizzano l’attuale pubblico interessato ai beni culturali. Tale approccio consente di creare narrazioni su misura, massimizzando l’impatto culturale ed emotivo. A partire dall’ultima decade si è diffuso velocemente una nuova modalità di narrazione denominata digital storytelling, ovvero il narrare in ambiente digitale, una metodologia didattica che si configura come un vero e proprio sistema comunicativo basato sul racconto di storie attraverso i multimedia e che potenzia le capacità espressive e comunicative della tradizionale narrazione attraverso la versatilità delle Information and Communication Technologies (ICT). I fattori di maggior successo che caratterizzano il digital storytelling sono una narrazione che pone al centro il fruitore, al quale vengono rivolte domande attraverso una voce narrante che richiede continuamente una forma di coinvolgimento interattivo, effetti visivi e sonori, una colonna sonora adeguata, immagini di forte impatto emotivo e un ritmo mai noioso nella narrazione. Il progetto “I capolavori del Mann” è dunque nato con l’obiettivo di sperimentare in nuove forme espressive per la comunicazione del patrimonio museale mediante gli strumenti digitali: basato sulle potenzialità del digital storytelling sono stati realizzati circa 30 video educativi che adottano tecniche digitali di rilievo per la digitalizzazione dei beni, della rappresentazione, dell’illustrazione, dell’animazione e del video-editing allo scopo di migliorare l'esperienza del visitatore, rendendola accattivante grazie all’impatto emotivo degli elementi visivi a supporto della narrazione e coinvolgente attraverso l'interazione del pubblico con personaggi disegnati come guide, che pongono domande, incoraggiano l'osservazione, stimolano la formulazione di ipotesi e narrano aneddoti, storie e curiosità sulle opere in modo informale. La scelta dei video come mezzo comunicativo è basata sulla volontà di attivare durante l’esperienza museale in presenza l’apprendimento attivo e il coinvolgimento. Il progetto dei video-tour, da visualizzarsi in presenza di ciascun bene, nel museo, utilizzando il semplice smartphone personale del visitatore, nasce dalla volontà di sviluppare la capacità di osservazione del fruitore. L’utente può dunque osservare i video in prossimità del bene museale, che ne evidenziano graficamente (e mediante animazioni digitali) le forme, le geometrie, le proporzioni e i dettagli iconografici per essere poi in grado di riconoscerli autonomamente sull’opera d’arte. È un percorso di apprendimento prima e poi di scoperta che rafforza e riceve narrazioni mediante il digital storytelling dei video e consolida le nozioni ricevute con l’esperienza fisica ed emotiva dell’osservazione e del riconoscimento consapevole. Con l'obiettivo di garantire l'accessibilità al pubblico più ampio possibile, la progettazione di due percorsi ha preso in considerazione anche i bambini con esigenze speciali, ovvero i piccoli visitatori nati con deficit cognitivi, in particolare disturbi dello spettro autistico, per i quali sono state sperimentate nuove modalità di fruizione in realtà virtuale

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filosofia

Segretezza e trasparenza tra politica, arte, digitalizzazione. Dal segretario di lettere alla governamentalità algoritmica

Il volume raccoglie i contributi di studiosi e studenti che hanno partecipato all’insegnamento di Filosofia Politica per il corso di studi magistrale in Filosofia del Dipartimento di Studi Umanistici della Università “Federico II” e alla sperimentazione didattica che ne è seguita. Le sfide e i problemi inediti cui sono sottoposti i sistemi democratico-costituzionali sono all’origine della scelta del programma di lavoro, dedicato ai temi della segretezza e della trasparenza democratica. Nei diversi ambiti del governo e dell’amministrazione, infatti, il ricorso alla segretezza e la ricerca della trasparenza e dellavisibilità/misurabilità politica hanno assunto un’importanza sempre maggiore. Il corso si è dunque posto l’obiettivo di illustrare i principali nuclei storici e concettuali che, a partire dalle riflessioni sulle arti del governo e attraverso l’analisi dei percorsi della sovranità, sono giunti a definire gli elementi fondativi di quella misura costituzionale tra segretezza e trasparenza che condiziona i regimi democratici contemporanei, in modo da rintracciare gli elementi di tensione che la attraversano. L’ipotesi è che, non solo il governo pubblico della segretezza rappresenti una tra le principali sfide della democrazia, ma anche la trasparenza si presenti con l’opacità tipica della segretezza. In tal senso, oggi il lessico e la grammatica della politica democratica sono messi in questione e richiedono uno sforzo di ripensamento di quella misura che la modernità ha predisposto, ma che la nostra attualità sembra aver messo in crisi.

Segretezza, Trasparenza, Segreto, democrazia, Arti di governo
filosofia

Il diritto all'oblio e la gestione delle informazioni della società iperconnessa

La tesi di dottorato è relativa al diritto all'oblio nella società iperconnessa. L'autore affronta il tema con una approccio multidisciplinare, analizzando problemi relativi alla gestione dei processi di memorizzazione propri di Internet.

diritto, internet
filosofia

Normalizzazione del bordello senza muri. L'oscenità virale tra arte, moda e social network

Il progetto di tesi nasce dalla volontà di far luce sul rapporto tra il medium fotografico e la nozione di nuova oscenità, teorizzata e disseminata nei suoi scritti da Jean Baudrillard. Nozione che – se intesa nell’accezione proposta dal filosofo francese, ovvero l’oscenità del visibile, del troppo visibile, del più visibile del visibile – ben si adatta a dettagliare i concetti di trasparenza e di visibilità peculiari della società attuale, costantemente impegnata nel mettere a nudo se stessa attraverso i social media in nome della cosiddetta ideologia della post-privacy. Incoraggiando una continua violazione della sfera del segreto, tale ideologia favorirebbe, infatti, la progressiva diminuzione dello scarto tra ciò che può essere reso di dominio pubblico e ciò che invece, tradizionalmente, sarebbe dovuto appartenere all’ambito del privato. Un andamento generale della cultura, quello appena delineato, che si è imposto capillarmente a cavallo di millennio, accelerato dalla nascita del World Wide Web, del quale la fotografia riesce a farsi promotrice oltre che sommo interprete, contribuendo – anche in virtù di un’innovata condizione tecnologica– al compimento della visibilità e della trasparenza totale. Nel corso della trattazione, la nozione “aggiornata” di osceno sarà, dunque, assurta a strumento euristico utile a tracciare gli svolgimenti paralleli della pratica fotografica nei campi delle arti visive, della moda e dei social media, in un arco temporale che va dall’inizio degli anni Novanta a oggi. Uno strumento attraverso cui connettere autori di riferimento, rileggerne alcuni e candidarne di nuovi tra quanti, allargando il “campo del fotografabile” teorizzato da Pierre Bourdieu, profanano la soglia del privato e portano alla ribalta i risvolti banali e ordinari della quotidianità, fino a quelli intimi, tragici, inquietanti, perturbanti o addirittura nefandi, favorendo così la concretizzazione di quel “bordello senza muri” che secondo Marshall McLuhan è il mondo nell’età fotografica.

social network, fotografia