Salta al contenuto principale

primo maggio

Primo maggio anarchico: foto e report

Di seguito alcuni report e foto dalle piazze del nostro primo maggio. Altre iniziative si sono svolte a Milano, Imola e Jesi.

CARRARA

Una giornata di sole, un assaggio di estate sotto le Apuane, macchiate di sangue pochi giorni prima dall’ennesimo infortunio mortale sul lavoro, a fare da cornice a questo Primo Maggio Anarchico 2025. Tre giorni prima un dumper è uscito fuori strada finendo giù da una scarpata, precipitando assieme all’autista. Nella giornata di lotta internazionale dei lavoratori era impossibile fare finta di nulla.

Paolo questo era il nome del cavatore che ha perso la vita è stato ricordato più volte dal palco dal quale si svolge il Comizio in piazza De André. Solo le parole e gli applausi, tributati ai vari interventi degli oratori e delle oratrici, si sono udite nella piazza nella mattinata del Primo Maggio, per rispetto dell’ultima vittima nessuna musica, nemmeno all’inizio del corteo, che solenne ha proseguito fino alla lapide

dei Martiri del Lavoro in silenzio, per poi continuare con canti di lotta e protesta della tradizione anarchica. Le compagne e i compagni accorsi in tanti hanno seguito con attenzione i vari interventi che si sono succeduti: il primo è stato l intervento del gruppo locale con Tiziano che non poteva non parlare dei morti sul lavoro e della situazione sociale ed economica della città, poi le ragazze di NUDM Massa Carrara , Sara di Freedom Flottilla che ha parlato della tragedia palestinese e ha promosso la manifestazione antimilitarista di La Spezia il 31 maggio, Laura giovanissima compagna ha letto una lettera di un partigiano della Brigata Lucetti e poi ha concluso Federico della FAI reggiana con un intervento sull’antifascismo anarchico senza scordare di menzionare i compagni e le compagne che ci hanno lasciato in questo ultimo anno.

Due interventi anche davanti al monumento a Meschi. Davanti la sede storica conclusione del corteo e poi davanti l attuale sede in piazza Duomo il gruppo Germinal ha offerto fave, formaggio, salumi e vino. Il gruppo ringrazia tutti e tutte coloro che hanno partecipato rendendo la giornata una giornata speciale. Evviva il Primo Maggio!

L’incaricato

EMPOLI

Cari compagni, in questa giornata abbiamo avuto nuovi interessati a nostro fianco, sia durante il corteo che al comizio conclusivo in Largo della Resistenza sotto la lapide di Pietro Gori che scrisse nel suo 1Maggio: innalziamo le mani incallite e sia fascio di forze fecondo, noi vogliamo redimere il mondo dai tiranni dell’ozio e dell’or. Durante il percorso del corteo siamo intervenuti per ribadire che il 1Maggio non è una giornata di festa ma di lotta internazionale, anticapitalista, antiautoritaria, antimilitarista e antifascista. Inoltre abbiamo messo in risalto la presenza impropria dello spezzone del PD con le varie motivazioni, così pure la condotta forcaiola e collaborazionista della CGIL. Nel comizio conclusivo abbiamo messo in risalto la passività dei riformisti al contrario e le loro iniziative platoniche come pure delle altre associazioni che si richiamano all’antifascismo di fronte alla gravissima situazione politica e ad un fascismo a cui è stata aperta la strada e che non se ne mai andato. Al decreto insicurezza, alla militarizzazione, ai genocidi, alla situazione palestinese. Ai pestaggi degli sbirri e delle squadracce private pagate dal padronato contro le lotte auto organizzate dei lavoratori, come quando c’era benito. Ai tagli sociali a favore delle armi e del profitto. Alle tante morti sul lavoro e al menefreghismo e la mancanza di prevenzione da parte dello stato e dei padroni e dei provvedimenti governativi che favoreggiano tale condotta, perfino con l’ obbligo di preavvisare l’ impresa di eventuali controlli che va a promuovere ulteriormente il lavoro nero e la migliaia di morti e l’ infinità di infortuni. Abbiamo messo in risalto la necessità dell’impegno personale, e del rilancio del sindacalismo rivoluzionario, libertario e dell’azione diretta che sappia difendere ma anche attaccare x le immediate conquiste come una settimana lavorativa di solo 4 giorni, un reddito universale garantito, il ripristino dei diritti e per il raggiungimento della futura società comunista Anarchica.

Federazione Anarchica Empolese e della Valdelsa

TORINO

Spezzone antimilitarista e anarchico al corteo del Primo Maggio a Torino

In occasione dell’importante appuntamento del Primo Maggio, in tante e tanti hanno scelto di attraversare lo spezzone rossonero promosso dall’Assemblea Antimilitarista e dalla Federazione Anarchica Torinese.

Una calda e gradevole giornata di sole ha fatto da cornice a una manifestazione combattiva che affonda le sue radici nelle imponenti rivendicazioni operaie di fine ‘800 per le otto ore lavorative. Un centinaio di antimilitarist* e anarchic* hanno sfilato in coda al corteo brandendo lo striscione “Pace tra gli oppressi, guerra agli oppressori”, segnando una netta distanza con coloro che formalmente si dichiarano contrari alla guerra, ma nei fatti, si schierano a favore di vecchi e nuovi imperialismi sotto la bandiera della resistenza, fornendo rinnovata linfa vitale a nazionalismi e guerre di religione che da sempre sono nemici di tutte le lotte che aspirano ad una reale emancipazione sociale.

Numerosi slogan e interventi hanno ricordato sia le pessime condizioni in cui versa chi è disoccupato o chi è costretto a sopravvivere di lavori precari e sottopagati, sia l’aumento delle morti sul lavoro, diretta conseguenza dalla cinica logica del profitto a tutti i costi. Stessa determinazione ha contraddistinto la necessità di denunciare fermamente la moltiplicazione degli sfratti, una piaga per coloro che non ce la fanno più a pagare fitto e bollette. Avere garantito un tetto sopra la testa si sta trasformando in un lusso per pochi privilegiati.

Ogni contributo portato in piazza ci ha tenuto a ribadire l’urgenza di opporsi all’escalation bellica che sempre più sta travolgendo le nostre esistenze, partendo dai nostri territori, dove le armi vengono prodotte e testate per poi essere utilizzate nei conflitti che insanguinano vaste aree del pianeta; dove la militarizzazione investe con insistenza le periferie più povere e arriva ad assediare scuole e insegnamento; dove Leonardo e Politecnico si stanno impegnando nella costruzione della Città dell’Aerospazio, un polo di ricerca finalizzato alla progettazione di congegni e tecniche militari sempre più micidiali e all’avanguardia per uccidere e avvelenare interi territori.

Le spese militari crescono inesorabilmente, così come i tagli ai servizi sociali fondamentali. L’industria bellica si arricchisce, mentre noi vediamo spalancarsi le porte della miseria e rischiamo di morire per mancanza di cure mediche adeguate.

Anche in questa occasione, non si è mancato di contestare le politiche del governo fascista, che oltre ad intensificare la retorica patriottica per arruolarci nell’impresa a difesa degli interessi nazionali e renderci complici di massacri di popolazioni civili, si sta servendo di leggi speciali che trattano le questioni sociali come affari di ordine pubblico, portando avanti una spietata guerra ai poveri – autoctoni e migranti – e una durissima repressione di qualsiasi forma di dissenso. Ci vogliono muti e rassegnati, se non addirittura servili.

La lotta di classe non è affatto un discorso relegato al passato. Lo sanno bene i burocrati del sindacalismo istituzionale e concertativo che fanno quotidianamente il gioco di chi prosciuga il nostro tempo e le nostre energie investite sul posto di lavoro, pur di continuare a estrarre ed accumulare capitale.

Purtroppo, il sindacalismo di base, nonostante il generoso impegno, fa sempre più fatica a intercettare il disagio sociale di coloro che vivono nella nostra città. Ne consegue che serve organizzarsi collettivamente e superare il clima prevalente di atomizzazione e diffidenza tra sfruttat*, se davvero vogliamo che la paura cambi di campo.

Siamo consapevoli che l’unica speranza che abbiamo di invertire la rotta, non può che essere quella di costruire e rinforzare reti di solidarietà e lotta in opposizione all’oppressione, allo sfruttamento, alle guerre volute e foraggiate da padroni e governanti.

Solo praticando l’azione diretta possiamo pensare di impensierire i potenti della terra.

Solo riportando al centro del dibattito il valore del disfattismo rivoluzionario e sostenendo attivamente i disertori di tutte le guerre degli stati, possiamo scongiurare il pericolo di un olocausto nucleare.

Solo dando vita a spazi politici non statali possiamo porre le basi per un mondo di libere ed eguali, senza stati, padroni, frontiere, eserciti e polizie.

Federazione Anarchica Torinese

Assemblea Antimilitarista – Torino

corso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 20,30 – www.anarresinfo.org

FB: https://www.facebook.com/share/p/1H6teh8b2K/

INSTAGRAM: https://www.instagram.com/p/DJKfttlte_I/?igsh=MW0weWJqM2VmczVzbg==

FRIULI-VENEZIA GIULIA

Come ogni anno tre gli appuntamenti per le realtà dell’anarchismo sociale in regione.

A Trieste il tradizionale corteo della mattina ha visto la partecipazione di alcune migliaia di persone: davanti la triplice e le realtà della sinistra più o meno istituzionale e dietro il corteo indetto in forma autonoma dal sindacati di base Cobas, Usb e Usi che ha visto alcune centinaia di presenze. Come Gruppo Anarchico Germinal eravamo presenti con un nostro spezzone e bandiere all’interno di questa parte della manifestazione e abbiamo anche diffuso massicciamente il nuovo numero di Germinal. Alla fine il corteo del sindacalismo di base ha concluso il percorso in una piazza alternativa rispetto alla corteo “ufficiale” dove vi sono stati alcuni interventi fra cui il nostro.

A Monfalcone grande successo del presidio indetto dal Caffè Esperanto in centro che ha visto un centinaio di partecipanti e ancora di più alla festa autogestita in un parco nel pomeriggio.

A Cervignano infine buona la partecipazione al settore di corteo promosso dalle realtà di base della bassa friulana dei comitati ambientali, del sindacalismo di base e dall’area libertaria.

Dopo le riuscite iniziative e presenze in piazza del 25 aprile a Pordenone, Udine e Trieste, un ulteriore giornata che conferma il radicamento in regione della nostra area politica.

Un compagno di Trieste

NAPOLI

 

RAGUSA

Quello del 2025 è stato in Sicilia un Primo Maggio “speciale” per una serie di motivi. Innanzitutto, dopo oltre trent’anni, il tradizionale comizio nella piazza San Giovanni di Ragusa non è stato tenuto da Pippo Gurrieri ma da diversi altri compagni della Federazione Anarchica Siciliana che se ne sono suddivisi felicemente il compito. Questo a dimostrazione che il movimento siciliano rimane vitale, combattivo e, grazie a nuove leve, proiettato verso il futuro. La conclusione è stata invece affidata a Dario e Tiziano Antonelli della Federazione Anarchica Livornese, giunti per l’occasione in città. La partecipazione, la condivisione dei diversi temi di attualità e la solidarietà espressa dai compagni livornesi hanno cementato quel rapporto di fratellanza tra anarchici che, al di là delle differenze e delle distanze geografiche, dovrebbe poter costituire un valore aggiunto dell’azione anarchica in ogni ambito d’intervento.

Per restare al Primo Maggio siciliano, un ambito finora inedito d’intervento comune è stato rappresentato dalla mostra di Renato Spagnoli, un artista d’avanguardia legato per anni agli ambienti anarchici livornesi, che è stata aperta a Modica, in concomitanza con la ricorrenza del Primo Maggio, ad opera della galleria d’arte Laveronica (in collaborazione con la galleria Gian Marco Casini di Livorno). Intitolata Ma avevo la rivolta tra le dita, la mostra di Spagnoli ha avuto come anteprima l’esposizione in piazza San Giovanni a Ragusa, quale sfondo scenografico del comizio anarchico, di una delle principali opere di Spagnoli, la n. 7457 del 1974. La tela, di grandi dimensioni, è stata trasportata da Livorno, nei giorni precedenti, da compagni livornesi e siciliani che durante il viaggio in treno hanno potuto approfondire le loro relazioni politiche e amicali, avviando un rapporto di collaborazione che non escluda in futuro il versante artistico.

N.M.

L'articolo Primo maggio anarchico: foto e report proviene da .

May Day USA

Centinaia di migliaia di persone in tutti gli Stati Uniti si sono radunate, si sono impegnate nella disobbedienza civile o hanno scioperato il 1° maggio, Giornata Internazionale dei Lavoratori, unendosi a centinaia di milioni in tutto il mondo. Complessivamente, le azioni organizzate dalla coalizione May Day Strong sono state più di 1.300 in tutti i 50 stati in oltre 1.000 città e paesi, fino a sabato 3 maggio. Il grido unificante era “I lavoratori prima dei miliardari”.

A Filadelfia, 5.000 persone si sono radunate al municipio e in seguito si sono impegnate nella disobbedienza civile bloccando l’ingresso dell’autostrada principale, il che ha portato all’arresto dei membri del UNITE HERE Local 274 dei lavoratori degli hotel, della Teamsters Local 623 e di altri membri del sindacato e solidali della comunità.

In California, quasi 60.000 lavoratori del sistema universitario californiano hanno scioperato.

Centinaia di infermieri hanno scioperato in Louisiana per un nuovo contratto.

Un migliaio di membri della United Auto Workers hanno scioperato alla Lockheed Martin, il più grande appaltatore della difesa del paese, in Florida e Colorado.

In Tennessee, centinaia di persone si sono radunate a sostegno dei lavoratori della Volkswagen che lottano per un primo contratto.

A Chicago, tra le 7.000 e le 10.000 persone sono scese in piazza per denunciare le mosse dell’amministrazione Trump, dagli attacchi ai servizi sociali e ai programmi federali alle detenzioni illegali di immigrati e attivisti palestinesi ai licenziamenti di dipendenti federali. Hanno chiesto la fine del finanziamento del genocidio israeliano e un finanziamento maggiore per le scuole pubbliche e per la giustizia ambientale.

A St. Louis, nel Missouri, la nuova organizzazione anti-Trump 50501 ha tenuto una manifestazione del Primo Maggio per protestare contro l’amministrazione al Gateway Arch National Park.

A Iowa City, 600 lavoratori immigrati che indossavano uniformi da cantiere, preti cattolici, sostenitori della comunità e funzionari eletti locali hanno marciato sotto la bandiera di “Aquí Estamos [Eccoci qui]: marcia per la dignità e la giustizia degli immigrati” e hanno proceduto per le strade della città fino a una manifestazione pubblica. I partecipanti hanno chiesto di sciogliere la task force ICE 287(g) in Iowa, fermare la profilazione razziale e le deportazioni e difendere le famiglie di immigrati e i lavoratori.

Il sindacato degli insegnanti di Baltimora, la NAACP di Baltimora e la Federazione americana dei dipendenti statali, di contea e municipali si sono radunati a McKeldin Square nel centro di Baltimora. Il Maryland ospita 160.000 lavoratori federali, che rappresentano il 6% di tutti i posti di lavoro nello stato. La Springfield Education Association si è radunata nel centro di Springfield, nel Massachusetts.

New York City ha ospitato due raduni a Union Square e Foley Square. Hanno attirato folle di 6.000 persone in totale. Tra i contingenti più numerosi c’erano gruppi per i diritti degli immigrati come Workers’ Justice Project, Make the Road NY, Desis Rising Up and Moving e insegnanti sindacali, metalmeccanici, operai, pittori, infermieri, addetti alle consegne, lavoratori al dettaglio, lavoratori delle telecomunicazioni, lavoratori alberghieri e lavoratori federali.

Avis Everhard

 

nell’immagine: May day poster 2025 (particolare)

L'articolo May Day USA proviene da .

Primo maggio: festa del lavoro a favore del Bene Comune

Ogni festa del Primo Maggio c’è qualcosa che non torna, secondo me, nella narrazione e nella retorica corrente.

Sembra che la Festa del Lavoro festeggi il lavoro salariato, rivendichi la lotta allo sfruttamento, la necessità di migliori condizioni di lavoro, la prevenzione degli incidenti, ricordi i dolorosi eventi che fecero che fosse il 1 Maggio la data scelta, aspira alla piena occupazione e alla sconfitta della disoccupazione: tutte nobili tematiche, assolutamente da rivendicare e celebrare ma che non riflettono sulla natura del Lavoro.

Quindi, per celebrare in modo non retorico questa festa vorrei riflettere un po’ su questa faccenda del lavoro.

La narrativa attuale e, purtroppo, la tendenza meccanica in corso, porta a far coincidere sempre più  il Lavoro con il lavoro salariato.

Una delle implicazioni del lavoro salariato è che esso si configura sempre come una relazione, personale o collettiva, di natura economica: io faccio qualcosa perché tu mi paghi. Questa relazione è necessariamente individualistica, nega il Bene Comune. E’ propietaristica e economicista perché, alla fine ci sono soldi di mezzo e, in un qualche momento, genererà inevitabilmente conflitto.

E’ questo che i costituendi pensavano quando scrissero nella Costituzione Italiana L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro? certamente no. Già l’articolo 4 della medesima costituzione recita:

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Il lavoro è un’attività o una funzione che concorre al progresso materiale o spirituale della società.

Numerosi costituzionalisti hanno poi spiegato bene questo concetto fino a dire che, in sostanza, il Lavoro è un’attività di trasformazione sociale. 

Se questo è così quello che dobbiamo festeggiare oggi è, sopratutto, tutti gli sforzi che vengono fatti verso il bene comune: le organizzazioni sindacali, i comitati di base, le organizzazioni di volontari che agiscono per migliorare le condizioni di vita, gli attivisti delle campagne per i diritti umani, la solidarietà ecc.

E dovremmo di conseguenza parlare e dibattere di tutte le azioni che favoriscono la liberazione dallo sfruttamento e da tutte le conseguenze del lavoro salariato: la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, il salario minimo garantito, il reddito di base universale senza condizioni, l’automazione come forma di liberazione dai lavori pericolosi e usuranti.

In sintesi tutto ciò che restituisca al Lavoro, e all’Essere Umano lavoratore,  la dignità di agente di trasformazione sociale e personale in funzione del Bene Comune.

 

Olivier Turquet

Pietre d’inciampo per i morti di Portella

Anche quest’anno come ogni anno siamo stati  per il primo maggio a Portella delle Ginestre (sopra Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo) dove in occasione della festa dei lavoratori del 1947 si consumò la prima strage di Stato, a ridosso della vittoria elettorale del Blocco del Popolo (socialista e comunista) alle elezioni regionali del 20 aprile precedente.

Anche quest’anno come ogni anno sono stati letti i nomi dei 14 uccisi, tra i quali donne e bambini; per loro – è questa la novità –sono state poste oggi delle pietre d’inciampo lungo il lastricato del paese.

Numerosi gli interventi succedutisi al “sasso di Barbato” (Nicola Barbato, medico dei poveri e coordinatore infaticabile dei Fasci Siciliani, il primo movimento contadino antimafia nella Sicilia del 1891-94). I temi più insistiti: i cinque sì ai referendum su lavoro e cittadinanza, la denuncia della repressione, l’accoglienza dei migranti, il disarmo, la solidarietà con la Palestina e con tutti i popoli vittime di guerre.

Stavolta, piuttosto che il solito reportage fotografico, proponiamo qui una galleria di immagini, tratte dall’album di Raffaele Ercoli, del primo maggio del 1968. La figlia Laura, nostra collaboratrice, che ce le ha fornite, così le commenta: «Fu una celebrazione formidabile per le presenze anche dei giovani del ’68, con piccoli stand “spontanei” di volantinaggi, di esibizioni musicali non microfonate, con canti corali di tutto il pubblico di Fischia il vento, e di Bandiera rossa, dell’Inno dei lavoratori, dell’Internazionale che venivano cantati in tutte le loro strofe.

Bella ciao era cantata un po’ meno. Il canto di Fischia il vento, “scarpe rotte eppur bisogna andar… a conquistare la rossa primavera”, è il canto di un’avanzata… trasmette più ottimismo di Bella ciao che invece tributa il giusto onore a chi è morto, anche se Bella ciao, così internazionalizzata fa un po’ parecchia rabbia agli aspiranti dittatori e dittatorelle di Italia e del mondo.
I carabinieri a cavallo avevano ancora la divisa marroncina… altri tempi…»

E infine proponiamo il video di Gaspare Semprevivo, le cui foto costellano spesso i nostri servizi: una sua intervista-testimonianza a Maria Barca, oggi garbata signora di 86 anni, ma bimba di otto anni al momento della strage.

https://www.facebook.com/gaspare.semprevivo/videos

Redazione Palermo

USA, le proteste del Primo Maggio denunciano Trump, la “presa di potere dei miliardari” e gli attacchi agli immigrati

Migliaia di persone si sono unite alle manifestazioni in tutti gli Stati Uniti giovedì per il Primo Maggio, celebrato come Giornata internazionale dei lavoratori in tutto il mondo. I manifestanti si sono radunati per i diritti dei lavoratori, degli immigrati e dei palestinesi, e la loro rabbia è stata rivolta in gran parte all’amministrazione Trump e alla “presa di potere da parte dei miliardari” di Washington, D.C.

“Quello che l’amministrazione Trump sta facendo in questo momento è, di fatto, cercare di riorganizzare il sistema di governance e l’organizzazione della società negli Stati Uniti, sottraendo più ricchezza alla classe operaia per riempire le tasche dei miliardari. Sta cercando di concentrare i poteri nel ramo esecutivo. Lo sta facendo attaccando centinaia di migliaia di lavoratori federali, attaccando i sindacati, privando le persone dei loro diritti di contrattazione e andando a caccia di tutte le piccole concessioni che la classe dominante è stata costretta a fare al popolo degli Stati Uniti grazie alla pressione esercitata dalle lotte di base negli ultimi decenni” ha dichiarato Layan Fuleihan, direttore educativo del Forum dei Popoli.

A Filadelfia, la polizia ha arrestato 70 persone per aver bloccato un’autostrada nell’ambito delle proteste del Primo Maggio, mentre il senatore Bernie Sanders ha radunato i manifestanti davanti al municipio di Filadelfia nell’ambito del suo tour Fighting Oligarchy.

Nel Maryland, Zion Parras, studente liceale di 16 anni, si è unito alle proteste a Baltimora. “Sono qui perché i miei amici, la mia famiglia e la mia comunità hanno visto le ingiustizie che si sono verificate a causa della seconda amministrazione Trump. E crediamo che, in quanto studenti, dovremmo alzarci e combattere per questi diritti” ha spiegato.

Democracy Now!