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Consultori e spazi di cura: la difesa è collettiva!

D- Lo scorso 2 marzo c’è stata un’azione di protesta per denunciare quanto sta accadendo al Consultorio delle Sette Chiese a Roma nel quartiere di Garbatella. Come si è caratterizzata questa azione, svolta proprio nei giorni immediatamente precedenti l’8 marzo?

Il 2 marzo trecento cittadine e cittadini insieme a noi hanno inviato una mail ai dirigenti della Asl Roma 2 per denunciare i gravi disservizi del consultorio di Largo delle Sette Chiese, nel quartiere Garbatella a Roma. L’idea dell’azione è nata nell’assemblea che si tiene mensilmente proprio all’interno del consultorio, formata da molte persone che vivono nel quartiere e che hanno a cuore la situazione del presidio sanitario. Nella denuncia abbiamo fatto presenti le mancanze dei servizi a partire dall’accoglienza, alla possibilità di prenotare facilmente una visita ginecologica, alla mancanza di un’ostetrica e di personale in generale, di un ecografo e di altra strumentazione. L’azione è stata un successo, non solo perché in molte e molti hanno deciso di inviare la mail, ma soprattutto perché la Asl stessa si è vista costretta a rispondere immediatamente con varie rassicurazioni e a procedere concretamente: infatti ha recentemente riassegnato un’ostetrica cinque giorni su cinque e dal 1° maggio reinserirà le visite ginecologiche tutti i giorni e non solo due mattine alla settimana. È stato inoltre introdotto anche uno spazio d’incontro settimanale dedicato ai neopadri.

D-Quali sono stati i punti chiave di questa mobilitazione che arriva dopo un lungo percorso costellato di iniziative?

Questa è stata l’ultima di numerose iniziative che, come collettivo in difesa del Consultorio di Garbatella, San Paolo e Ostiense abbiamo organizzato dall’ottobre 2023, quando è cominciato lo smantellamento del consultorio. Il nostro collettivo è nato allora ed è formato per lo più da donne e madri che proprio al consultorio si erano conosciute. Insieme abbiamo organizzato diversi presidi di piazza, assemblee, manifestazioni, un’occupazione simbolica, feste, mercatini, iniziative di autofinanziamento e abbiamo ottenuto la possibilità di svolgere un’assemblea pubblica ogni terzo giovedì del mese all’interno del consultorio stesso. È stato un altro modo per raccogliere l’interesse del territorio per questo presidio sociosanitario essenziale. Una lotta che stiamo portando avanti dal basso in modo autogestito e apartitico. La situazione del nostro consultorio purtroppo non è isolata, ma rientra in un quadro politico generale di smantellamento della sanità pubblica e in due anni abbiamo coinvolto molte persone del quartiere, ma anche di altre realtà di lotta cittadine. Vogliamo creare una rete di lotte dal basso, unendo forze e competenze.

D- Che significato riveste una lotta per il consultorio e quali obiettivi vi proponete di raggiungere?

Difendere i consultori vuol dire difendere spazi di ascolto, cura, autodeterminazione. Significa garantire accesso libero, gratuito e vicino alle persone ai servizi di prevenzione, salute sessuale, supporto psicologico, accompagnamento alla genitorialità. I consultori sono presìdi fondamentali per una sanità pubblica universale e inclusiva. La loro chiusura o ridimensionamento rappresenta un attacco diretto soprattutto alla salute delle donne, delle persone LGBTQIA+, delle giovani e dei giovani che spesso proprio lì trovano il primo contatto con il sistema sanitario. Ogni volta che un consultorio viene svuotato, perde personale, riduce orari o servizi, si perde un pezzo di democrazia e di cura collettiva.

Allo stesso tempo, è impossibile non vedere come questa situazione si inserisca in un più ampio tracollo della sanità pubblica, colpita da anni di tagli, privatizzazioni, precarizzazione del personale e abbandono istituzionale. Ospedali in difficoltà, liste d’attesa infinite, mancanza di medici di base, chiusure di reparti e strutture: tutto questo sta minando il diritto alla salute, soprattutto per chi non può permettersi di pagare cure private. Difendere i consultori, quindi, è parte di una battaglia più ampia per la sanità pubblica, accessibile e di qualità per tutte e tutti.

Per questo crediamo che sia fondamentale socializzare i percorsi di lotta, raccontarli, condividerli, costruire connessioni tra territori e realtà diverse. Ogni persona che partecipa a un’assemblea, che firma una petizione, che partecipa a un presidio o che semplicemente si informa e diffonde una notizia contribuisce a rafforzare un movimento di resistenza e di proposta. Le lotte non sono mai individuali: solo insieme possiamo contrastare il disegno di svuotamento della sanità pubblica e immaginare nuovi modi di prenderci cura di noi e delle nostre comunità.

La nostra attenzione alla situazione del consultorio di Garbatella non si spegne nonostante i successi, ma continuiamo a monitorare la situazione come collettivo e come assemblea. Mancano ancora il ripristino del servizio essenziale di accoglienza, un ambulatorio dedicato alla menopausa, un ecografo, la somministrazione della pillola abortiva e molto altro. E oltre all’essenziale, chiederemo i miglioramenti necessari per andare incontro alle tante esigenze che la cittadinanza esprime. Perché la salute è un diritto, non un privilegio. E perché ogni spazio di cura che difendiamo è una vittoria collettiva.

intervista al Collettivo in difesa del Consultorio di Garbatella, S. Paolo, Ostiense

PER CONTATTI: collettivoconsultorio7chiese@gmail.com

www.consultoriogarbatella.wordpress.com

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2 giorni 8 ore ago