Salta al contenuto principale

533° anniversario della “scoperta”, ovvero colonizzazione, del continente americano

L’incisione disegnata dal tipografo tedesco Théodore de Bry (1528-1598) raffigura il fatto storico accaduto nel 1500 sull’isola caraibica di Santo Domingo: l’arresto di Cristoforo Colombo e i suoi fratelli, suoi complici.

Questa vicenda memorabile ricorda quella avvenuta prima, nel 1492, il 12 ottobre, che è la data spartiacque tra il medioevo e l’epoca moderna e alla cui ricorrenza quest’anno negli USA della seconda “era trumpiana” si celebra il Columbus Day con rinnovato entusiasmo e fervore anti-anticolonialista e in molte altre nazioni e tante località italiane si onora la figura del navigatore ligure che condusse la storica impresa, ovvero alla guida della prima flotta europea approdata nel continente americano.

Come concordato con i sovrani spagnoli e sancito in un atto contrattuale, le Capitolazioni di Santa Fe siglate il 17 aprile 1492, in cambio del finanziamento dell’impresa e della fornitura di due caravelle – la Niña e la Pinta, entrambe al comando di ufficiali della marina reale e rispettivamente della stazza di 100 e 140 tonnellate e con a bordo 24 e 27 marinai – che affiancarono la Galizia, caracca di 150 tonnellate dell’armatore Juan de la Cosa salpata con a bordo un equipaggio di 39 marinai sotto il comando del navigatore italiano, che ribattezzò la nave Santa María – e della conquista dei domini che il visionario esploratore prometteva di conquistare in loro nome, Ferdinando II d’Aragona e Isabella di Castiglia si impegnarorono a corrispondere a Cristoforo Colombo

  1. il titolo ereditario di ammiraglio di suddetti territori, “isole e continenti”;
  2. il titolo di “viceré e governatore generale in tutte le dette terre e isole, che, come detto, scoprirà o vincerà in detti mari”;
  3. la decima parte dei profitti ricavati dal traffico di “tutta quella merce vuole se sono perle, pietre preziose, oro, argento, specieria e altri che vogliono cose e merci di qualsiasi tipo”;
  4. il titolo di magistrato dei commerci, ovvero di giudice supremo su ogni causa legale relativa a tali traffici commerciali;
  5. la facoltà di diventare socio in affari della corona spagnola, con una quota di partecipazione stabilita nella “l’ottava parte di tutto ciò per cui sarà speso” nelle successive spedizioni.

Il successo dell’impresa nel Nuovo Mondo fu tale che oltre a tutto ciò i regnanti spagnoli assegnarono a Cristoforo Colombo dei feudi, il marchesato di Giamaica e il ducato di Veragua, che si estendeva nell’area centrale dell’istmo tra gli oceani Atlantico e Pacifico, ora un territorio panamense.

Nei domini spagnoli, che amministrava insieme ai suoi fratelli, Giacomo e Bartolomeo, Cristoforo Colombo fece strage degli indigeni che li popolavano, perciò venne accusato, quindi indagato, arrestato – insieme ai parenti suoi assistenti e complici – e processato, giudicato colpevole e punito con la rimozione da ogni incarico di rappresentanza della corona spagnola e la perdita di alcuni benefici e privilegi.

Ad accertare la carneficina e le responsabilità dei fratelli italiani nei massacri degli indios era stato un inquisitore, Francisco de Bobadilla, ufficiale dell’esercito spagnolo e cavaliere di due ordini militari, l’Ordine di Calatrava e l’Ordine di Alcántara. Inviato nella colonia, allora denominata Hispaniola, per verificare la veridicità dei fatti denunciati dai nobili spagnoli potenzialmente motivati a screditare Cristoforo Colombo e così escluderlo dal godimento dei profitti derivanti dai commerci sempre più vantaggiosi e appropriarsi dei suoi feudi nei territori sempre più prosperosi, Bobadilla raccolse molte testimonianze e le trascrisse nella relazione che poi venne esaminata dai reali e dai giuristi per stabilire la corrispondenza delle accuse.

Siccome il rapporto Bobadilla su cui si basava la sentenza che giudicò gli imputati colpevoli andò perso, nella memoria storica sono stati ignorati anche l’arresto, il processo e la destituzione di Cristoforo Colombo. Così la memoria collettiva ha dimenticato il ricordo della sua figura di governante condannato colpevole di una carneficina, ai suoi tempi considerata un delitto perché l’uccisione di sudditi innocenti e inermi disonorava i sovrani e ne ledeva la maestà, oggi un crimine contro l’umanità (*) e un reato sanzionato dal diritto penale internazionale.

Durato per oltre 5 secoli, l’oblio è stato fugacemente interrotto mentre si disputava un processo – memorabile anche perché il più lungo della storia – dal 1578 al 1608 per 30 anni consecutivi disputato al Tribunale delle Indie che aveva sede a Madrid, inoltre perché fu anche un caso diplomatico: la causa giudiziaria in cui i pretendenti spagnoli e italiani si contendevano l’eredità di Cristoforo Colombo, un patrimonio enorme di beni materiali e, indissolubilmente, morali, cioè i titoli ereditari di marchese di Giamaica e duca di Veragua e di Ammiraglio delle Indie, che nel 1506 erano passati a suo figlio Diego e nel 1536 erano stati rinnovati a suo nipote, Luigi, nel 1572 deceduto senza lasciare figli maschi, e la fama e il prestigio del nome del proprio antenato.

Tra il XIV e il XVII secolo la questione sui diritti di successione per l’eredità di Cristoforo Colombo contrapponeva varie famiglie italiane, spagnole e portghesi che vantavano la parentela e, così, le casate reali di Spagna e Portogallo e due dinastie italiane – i Savoia (futuri ma allora non ancora sovrani del regno d’Italia) e i Gonzaga-Nemours (allora duchi di Mantova e marchesi del Monferrato) – che per assicurarsi la vincita dei rispettivi sudditi investirono molte risorse nella disputa.

Dal 1492 infatti il mondo era diventato globale: ogni sua parte in Asia, Africa, America e Australia veniva colonizzata dagli stati-nazione che si formavano in Europa mentre, intanto, i regni italiani si combattevano l’uno contro l’altro… Esclusi i millantatori di ogni paese (Italia, Spagna e Portogallo), il tribunale di Madrid decretò che gli eredi legittimi di don Cristóbal Colón erano i pronipoti della portoghese Filipa Moniz Perestrello, moglie del navigatore italiano, e così i discendenti di Cristoforo Colombo che nell’anno in cui venne emessa la sentenza erano sudditi del Regno Unito di Castiglia, Aragona e Portogallo formato nel 1580 e in seguito rimasto tale fino al 1668.

Contestualmente, il verdetto stabilì che il primo conquistatore di colonie spagnole nel continente americano era sicuramente nato in Italia e che la sua famiglia di origine fosse la stessa di soltanto alcuni tra i numerosi italiani che, allora come adesso, “portavano” il cognome Colombo e vantavano la discendenza o la parentela con il lungimirante e fortunato esploratore: plausibilmente il genovese Bernardo e certamente il monferrino Baldassarre, nel frattempo defunto, e suo figlio Mario.

Il rinvenimento di una copia autenticata del “rapporto Bobadilla” ha dimostrato la fondatezza delle prove esaminate dai giuristi e dai sovrani spagnoli 500 anni fa…

… e analoghe a quelle recentemente raccolte e pubblicate, come quelle contenute in due rapporti,

  • rapporto di Global Witness Radici di resistenza, che documenta gli omicidi delle persone che in molti paesi del mondo, in particolare in America Latina, lottano contro imprese multinazioni e regimi autoritari che usurpano gli indigeni dei territori per sfruttarne le risorse naturali
  • “rapporto Albanese”, intitolato DALL’ECONOMIA DELL’ OCCUPAZIONE ALL’ECONOMIA DEL GENOCIDIO e presentato dalla Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, la giurista italiana Francesca Albanese, alla 59ª Sessione del Consiglio per i Diritti Umani riunito a Ginevra dal 16 giugno al 9 luglio 2025

e nella documentazione sottoposta alla valutazione della Corte Penale Internazionale per giudicare le responsabilità del premier Benjamin Netanyahu e del ministro della difesa Yoav Gallant per i massacri di civili compiuti dalle forze armate israeliane e per gli omicidi commessi dai coloni israeliani nei territori popolati dai palestinesi.

Infatti, esaminando testimonianze e prove dei fatti avvenuti dopo il 7 ottobre 2023 – from at least 8 October 2023 until at least 20 May 2024 – è stato stabilito che i due governanti israeliani sono colpevoli di crimini di guerrawar crimes of starvation as a method of warfare and of intentionally directing an attack against the civilian population – e crimini contro l’umanità crimes against humanity of murder, persecution, and other inhumane acts – e il conseguente mandato d’arresto è stato emesso il 21 novembre 2024.

 

* LA CONQUISTA DELL’AMERICA E IL DIRITTO INTERNAZIONALE / TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI – 1992

Maddalena Brunasti

Fonte
https://www.pressenza.com/it/feed/