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Egitto

Appello per la famiglia di Nour Al Masry a Gaza

Com’è la vita delle donne nella Palestina occupata e quali sono le sfide specifiche che devono affrontare?”

La donna palestinese vive una di queste due dure realtà: o perde i figli a causa del martirio, o non è in grado di nutrirli, di portare loro gioia o di provvedere ai beni di prima necessità. (Da un’intervista di Kyle Gilbertson a Nour Al Masry).

Vorrei aggiornare chi leggerà questo mio articolo sull’andamento dell’amicizia con Nour Al Masry, donna, madre e attivista palestinese su cui ho già scritto lo scorso 10 dicembre:

https://www.pressenza.com/it/2024/12/una-rete-di-aiuto-e-solidarieta-per-nour-di-gaza-e-la-sua-famiglia/

e prima di me, l’amico Mauro Carlo Zanella:

https://www.pressenza.com/it/2024/07/nour-la-mia-sorellina-di-gaza/

https://www.pressenza.com/it/2024/08/nour-e-i-suoi-sono-vivi-storia-di-una-famiglia-di-gaza/

https://www.pressenza.com/it/2024/08/gaza-e-un-inferno-una-tragedia-la-testimonianza-di-nour/

https://www.pressenza.com/it/2024/09/nour-elmasry-a-gaza-viviamo-in-uno-stato-di-genocidio/

https://www.pressenza.com/it/2024/10/gaza-la-speranza-e-appesa-al-filo-della-rivolta-dei-militari-israeliani/

Ho sentito Nour ogni giorno o quasi perché spesso il loro collegamento Internet è debole o del tutto assente.

Per arrivare al nòcciolo del problema: avevamo inserito Nour e la sua famiglia in un gruppo di aiuto con donazioni dall’Italia, ma ci sono state evidentemente delle complicazioni locali e il sostegno ha avuto vita breve.

Ha continuato invece a essere sempre attiva la sua PayPal, dove ci siamo adoperate con ogni energia e ingegno per diffondere notizie su di loro e convincere altre persone a inviare donazioni; forse ormai è questo l’unico modo “sicuro” per far arrivare qualche soldo direttamente a loro, viste le complicazioni e i blocchi, parziali o totali, delle associazioni umanitarie, da cui comunque dipendono molti rifornimenti di beni di prima necessità.

Ci tengo a sottolineare che, nonostante i nostri messaggi pressoché quotidiani, la nostra amica Nour ha sempre mostrato un’immensa dignità nel non chiedere aiuto se non dopo le mie domande sulla situazione quotidiana in quell’inferno. Ricordo che dalle notizie ricevute possiamo contare 10 famigliari uccisi (9 dalla parte di Nour e un fratello di suo marito).

Riporto qui di seguito le nostre conversazioni.

Il 20 gennaio 2025 (il giorno successivo al ‘cessate il fuoco’ Nour ha scritto: “Ciao mia cara sorella, spero che ci sia rimasto un po’ di coraggio per continuare le nostre vite. Sto cercando una via d’uscita dalla Striscia di Gaza con ogni mezzo, sorella mia. Non c’è futuro per i miei bambini qui.”

Così il 22 gennaio 2025 ho deciso di approfondire il suo proposito:

“Verso dove, sorella mia, state pensando di spostarvi?”.

“Ti giuro che non lo so, perché sinceramente non ho i soldi, quindi non so da dove cominciare. Ti giuro che stiamo morendo di freddo e di fame.”

“Se uscirete dalla Striscia di Gaza, verso dove vi spostereste? Egitto o…?”

“Quando potrò vedrò sicuramente l’Egitto. Purtroppo il viaggio è molto costoso, mia grande sorella.

“Sì, immaginavo fosse l’Egitto. Lì hai parenti?”

“No, mia cara sorella, io non ho parenti, ma c’è il cugino di mio marito.”

Vengo dunque a sapere che Nour e Diaa, suo marito, hanno un parente in vita. Il loro sogno è certamente quello di uscire dalla Striscia di Gaza dove ci sono solo morte e distruzione.

Ciao mia cara sorella, spero che tu riesca a realizzare il nostro sogno e a salvarci dalla morte che ci assale in ogni momento. Spero che resteremo al vostro fianco. Ti prego, sorella mia, cerca di farci uscire dalla Striscia di Gaza. Morte, distruzione e corpi carbonizzati sono ovunque. I miei figli muoiono di fame e di sete e non possiamo fare nulla. La situazione qui è tragica, difficile ed estremamente dura. Sorella mia, se riesci a raccogliere i soldi, troveremo il modo di riceverli qui nella Striscia di Gaza. Io non posso ricevere somme grandi tramite il mio conto Paypal, perché Israele controlla tutti i conti Paypal qui nella Striscia di Gaza e li chiude in modo che amici come te non possano aiutarci ad acquistare cibo, bevande e medicine. Ci sono altri metodi che possiamo utilizzare, oppure puoi inviare una piccola somma ogni settimana tramite Paypal.” (21 aprile 2025)

A furia di pensare, ogni giorno, a come poterli aiutare e unire le forze con altre persone, scrivendoci, Nour mi racconta di avere una cara amica, Kyle Gilbertson, che da oltre sette anni si adopera per aiutarla e che, come si vede all’inizio di questo articolo, l’ha anche intervistata.

Buongiorno, sorella mia, ho un’amica degli Stati Uniti d’America, che inizialmente ha creato un link per una campagna di donazioni per permettere alla mia famiglia di lasciare la Striscia di Gaza più di un anno fa, ma a causa del peggioramento delle condizioni di vita, Kyle invia qualsiasi importo donato dagli amici in modo che possiamo acquistare alcune delle nostre necessità. Ho attraversato circostanze difficili e dure più di un anno fa. Un’ambulanza e un mezzo di soccorso hanno investito il mio figlio più piccolo, Karim, e lui ha rischiato di morire. Tutto questo mi è costato molto e mi costa ancora molto perché mio figlio ha bisogno di alcune operazioni, ma sogno di poterle eseguire fuori dalla Striscia di Gaza.” (23 aprile 2025)

Questo è un video [che non pubblichiamo per rispettare la sofferenza di Karim, ndr] di quando mio figlio è rimasto ferito. Aveva il collo rotto, la mano sinistra rotta, la gamba sinistra rotta e una frattura al cranio.” (23 aprile 2025)

Dunque i soldi raccolti non sono a oggi sufficienti per il viaggio di uscita dalla Striscia di Gaza, ma continuiamo a nutrire la speranza che riusciremo a raggiungere la somma necessaria. Questo è il link per la raccolta fondi: https://bit.ly/almasryfamily

Informo Nour dell’appello che verrà pubblicato su Pressenza e ricevo subito la sua risposta: “Ciao sorella, questa è una buona notizia. Spero che accettino di pubblicarlo affinché possiamo riuscire a lasciare la Striscia di Gaza. La situazione qui diventa ogni giorno più difficile. Ora non possiamo più trovare acqua salata che non sia potabile.” (6 maggio 2025)

 

Redazione Italia