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“Nessuno tocchi i bambini”: il decalogo dell’I. C. “Borsellino” di Valenza

Nella serie di pagine online sul sito dell’Istituto Comprensivo alessandrino, il “Borsellino” di Valenza, il Dirigente scolastico, Maurizio Primo Carandini, che tutte le mattine della scorsa estate stava davanti alla scuola a manifestare per la pace, ha quotidianamente pubblicato le proprie meditazioni e alcune citazioni sul tema Nessuno tocchi i bambini, che il 27 settembre ha così illustrato:

Perché i bambini devono soffrire per le guerre?

Siamo di fronte a una vera e propria catastrofe umanitaria e i bambini sono le vittime più vulnerabili dei comportamenti dissennati degli adulti.

Le organizzazioni umanitarie che si occupano dei bambini in zone di guerra parlano di più di 10 milioni di bambini costretti a fuggire dalle loro case per le guerre in corso nel mondo e i bambini sfollati superano i 50 milioni. E la situazione è destinata a peggiorare con il protrarsi delle ostilità in Ucraina e in altri Paesi come nei Territori palestinesi occupati, Israele, lo Yemen, la Siria e la Repubblica Democratica del Congo.

Un bambino sfollato ha probabilmente assistito a violenze o distruzioni che nessuno dovrebbe mai vedere, prima di doversi lasciare alle spalle tutto ciò che conosce. Quando i bambini perdono le loro case, perdono quasi tutto: l’accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione, al cibo e alla sicurezza, Oltre alle cure e al cibo, infatti, è importante avere affianco qualcuno che si occupi di loro, che giochi con loro, che regali loro un sorriso o una semplice carezza…

Solo rimanendo al conflitto più recente, a Gaza circa 400 bambini hanno subito l’amputazione di un arto prima ancora che imparassero a camminare… Numeri folli che la dicono lunga sull’aberrazione umana e che ci portano da una parte, una condanna netta e senza riserve di quanto avvenuto lo scorso 7 ottobre,  una condanna netta e senza riserve di ogni tipo di antisemitismo,  ma nello stesso tempo anche una richiesta perché il diritto alla difesa di Israele, che è stato invocato per giustificare questa operazione, sia proporzionato. E certamente con 30 mila morti non lo è.

Ogni violenza, ogni abuso, ogni negazione della libertà, vissuta anche da un solo bambino, dev’essere condannata e combattuta. E naturalmente chi si è reso protagonista dev’essere chiamato a risponderne. Ma una barbarie del genere è al di fuori anche di ogni inumano pensiero.

Noi del Borsellino abbiamo risposto con una raccolta fondi (5˙000 euro).

Noi del Borsellino abbiamo risposto con un presidio nei mesi di luglio e agosto.

Noi del Borsellino usiamo l’arma della musica e della bellezza sino a quando questo eccidio non cesserà.

Durante il presidio una coppia mi chiese “E a cosa serve il suo essere qui ogni giorno per un’ora?”

Risposi che se ogni Dirigente scolastico della provincia di Alessandria (58 autonomie scolastiche) avesse agito in questo modo, la notizia sarebbe rimbalzata in ogni parte d’Italia e forse anche nel mondo.

Non iniziò così anche Greta Thumberg…

E allora si faccia musica, si faccia arte si dimostri che il bello vince sul male e che noi, ogni giorno, non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo dimenticare bambine e bambini ai quali è negato tutto ciò che è concesso ai nostri alunni.

E allora si faccia memoria, ogni giorno e si compiano azioni, anche concrete per NON e MAI!

Il prossimo progetto sarà un evento musicale che mai è stato presentato a Valenza e una parte significativa dell’incasso sarà devoluta a EMERGENCY.

Si tratterà di una vera e propria chiamata ALLA PACE per rispondere alla lacerante domanda…

CHE COLPA HANNO I BAMBINI?

Nessuno tocchi i bambini

  1. I bambini sono tutti UGUALI
  2. Impariamo a vivere la pace dalle api
  3. Le formiche ci insegnano cooperazione e pazienza.
  4. Partire, per cercar PACE
  5. Il nostro cuore è con loro…
  6. Se una legge non protegge il debole, è disumana…
  7. Due anni, e i bambini muoiono
  8. Perché l’educazione è cosa del cuore
  9. La musica tocca l’animo umano
  10. Una pace fragile

 

Redazione Piemonte Orientale

Fonte
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