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A Ferrara tre giorni del Festival della Comunicazione NonViolenta “(H)a tutto senso”

Ferrara, 13-15 giugno 2025 – Si è appena conclusa con emozione e gratitudine la prima edizione  di “(H)a tutto senso”, il festival dedicato alla Comunicazione NonViolenta (CNV) e al benessere della persona e della comunità. Nella cornice accogliente della Cascina Santa Caterina dei Ricostruttori, a pochi chilometri da Ferrara, quasi un centinaio di persone hanno dato vita a un’esperienza intensa e trasformativa, lontana dalle convenzioni e ricca di umanità.

Si è praticato ascolto profondo, si è cucinato insieme, si è danzato sotto gli alberi e condiviso tempo e cura. Il festival ha preso forma attorno a parole-chiave come apertura, empatia, autenticità, vulnerabilità, inclusione, spiritualità. Ma soprattutto attorno alla voglia – concreta – di vivere la comunità.

In tre giorni fitti di laboratori, cerchi di parola, momenti di meditazione e di gioia collettiva, le partecipanti e i partecipanti hanno esplorato strumenti e pratiche della CNV per creare relazioni più vere, consapevoli e pacifiche. Niente staff professionale, solo volontari. La cucina era in autogestione, con pasti vegetariani preparati e serviti da chi, di volta in volta, decideva di offrire tempo e mani. Ogni gesto quotidiano, dalla colazione alla pulizia dei piatti, è diventato spazio di relazione e scambio.

Un momento particolarmente toccante si è vissuto la mattina di sabato grazie all’incontro “Essere di vetro. Esprimere la vulnerabilità”, che ha toccato corde profonde e aperto spazi di condivisione autentica. Nella stessa giornata ha riscosso grande partecipazione un laboratorio che ha intrecciato CNV, International Family System (IFS) e Teatro dell’Oppresso, offrendo un’esperienza intensa di trasformazione personale e collettiva.
La domenica mattina, nella parte conclusiva del festival dedicata all’Economia Madre: niente prezzo di ingresso né quote obbligatorie, ma un invito alla libera offerta, in armonia con le proprie possibilità e bisogni, e il valore ricevuto. Una sfida? Sì, ma vinta. “Abbiamo donato, e ricevuto, molto più di quanto ci aspettassimo”, ha commentato una delle organizzatrici.

Tra i prati e le stanze della cascina, anche i bambini hanno trovato il loro spazio: laboratori, giochi e semplicemente tempo libero condiviso, in un’atmosfera accogliente e familiare. Le famiglie hanno potuto vivere il festival come un tempo di rigenerazione collettiva, senza separazioni tra età o ruoli.

“(H)a tutto senso” ha lasciato nelle persone partecipanti un senso di pienezza, ma anche una domanda: come portare tutto questo nella vita quotidiana? Se il festival è durato tre giorni, l’eco di ciò che è accaduto continuerà a risuonare a lungo. Perché esperienze così non si archiviano, si custodiscono.

In un mondo spesso dominato da urgenza e frammentazione, Ferrara ha ospitato per tre giorni un’utopia possibile: quella in cui la fiducia, l’ascolto e la cura diventano realtà condivisa. Un piccolo seme di futuro, piantato nel presente.

Redazione Italia

Fonte
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