Dopo un anno di mobilitazione con petizioni, assemblee, sit-in e quant’altro, dopo che una consultazione popolare di pochi giorni fa alla quale hanno partecipato 3.439 persone, di cui 3.309, il 96%, ha votato no, la lotta contro la realizzazione a Jesi di un mega impianto di smaltimento dei rifiuti della Edison ha vissuto ieri pomeriggio un altro grande momento. Una folla enorme, circa 5.000 persone, ha attraversato le principali vie cittadine in un corteo indetto dall’assemblea permanente Stop Edison per ribadire che questo nuovo mostro, in un’area già sottoposta ad un inquinamento costante da anni, a partire dalla grande raffineria Api di Falconara, non si deve edificare.
Ricordiamo che l’impianto dovrebbe trattare tra 270mila e 312mila tonnellate di rifiuti tossici l’anno, più di mille al giorno, in una zona che ha diversi insediamenti industriali, centri commerciali e quindi quotidianamente è vissuta da migliaia di persone.
Alla manifestazione di ieri hanno partecipato anche delegazioni dei movimenti che da Ancona a Sassoferrato, dal pesarese a Falconara stanno portando avanti la resistenza nei confronti di progetti, seppur diversi tra loro, che hanno in comune una visione “sviluppista” deleteria e impattante per le popolazioni locali.
E a proposito di Falconara proprio venerdì sera un incendio è divampato nell’area industriale a causa di un corto circuito nello stabilimento di una azienda del settore dell’elettricità, evento che ha tenuto di nuovo in ansia la popolazione, con picchi “temporanei”, secondo l’Arpam, di benzene biossido e Pm2. I movimenti locali “Mal’aria e “Onda Verde” hanno denunciato “una gestione inadeguata dell’emergenza”, dato che l’invito a chiudere le finestre è arrivato quando gli appartamenti “erano saturi dell’odore acre”.
Tornando alla grande manifestazione di Jesi si tratta di un grande successo, frutto come abbiamo accennato all’inizio di una capillare campagna di sensibilizzazione che ha coinvolto l’intera comunità, informando con competenza e documentazione adeguata sui rischi enormi che si correrebbero con la realizzazione dell’impianto. Del resto al corteo ha partecipato una delegazione proveniente dall’Abruzzo, che nell’intervento di un suo rappresentante ha raccontato come dalle loro parti abbiamo conosciuto ampiamente l’Edison per impianti analoghi, vedi la vicenda della “discarica dei veleni” di Bussi.
In definitiva quella di ieri è stata una tappa fondamentale per dare ulteriore forza e autorevolezza a una mobilitazione che si dovrà concludere con la vittoria di chi l’ha promossa.