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Roccatederighi 16 – 17 agosto

Anche quest’anno Roccatederighi ci aspetta per il festival del SedicidAgosto nelle giornate di sabato 16 e di domenica 17 agosto. L’appuntamento- ormai una consuetudine- vede quest’anno la sua ottava edizione e sta progressivamente diventando un’occasione sempre più significativa per ritrovarsi, tra musica, dibattiti, libri e autoproduzioni.

Umanità Nova promuove storicamente il festival fino dalla memorabile prima edizione nel 2017, che ci vide presenti nell’anfiteatro di roccia della rocca; successivamente l’appuntamento si trasferì nel cuore del paese, disseminando la presenza libertaria lungo la strada principale, per poi andarsi a situare tra i castagni, alle porte del borgo, un luogo dove è possibile anche campeggiare e trascorrere giornate piacevoli oltre che politicamente e artisticamente significative. Nel pomeriggio della domenica 17 la redazione di Umanità Nova, a partire dalla presentazione del libro “Il laboratorio dell’anarchia” di Davide Turcato, attiverà un dibattito attorno al settimanale Umanità nova e alla figura di Errico Malatesta che oltre 100 anni fa fondò la testata.

Il Festival è dedicato alla memoria di Sante Caserio, il giovane anarchico che proprio il 16 agosto del 1894 fu ghigliottinato a Lione per avere ucciso il presidente della repubblica francese Sadi Carnot. Caserio è una figura popolare, che ha dato luogo al fiorire di molti canti; di lui si racconta il momento della cattura, l’interrogatorio, la morte, ma importante è soprattutto quello che c’era stato prima della sua tragica fine. Era un giovane attivista anarchico milanese convinto del valore della propaganda, assiduo diffusore della stampa anarchica, per questo colpito dalla repressione e dal carcere; costretto a scappare in Francia, giunge a meditare l’assassinio di Carnot, responsabile di un’incredibile stretta repressiva antianarchica e della condanna a morte di molti compagni. Il destino di Caserio è legato a quello di Pietro Gori, suo compagno a Milano e accusato di essere ispiratore del suo gesto, perciò costretto a sua volta alla fuga per evitare di essere estradato da Lugano.

A Roccatederighi, Caserio è conosciuto, amato e cantato in modo struggente. La tradizione popolare del canto a cappella si è incrociata con rielaborazioni contemporanee. Ecco perché il Festival del SedicidAgosto gli viene dedicato ogni anno, proprio qui, dove il busto di Francisco Ferrer, riposizionato dopo lo scempio fascista, testimonia il radicamento della memoria anarchica e il desiderio della più pura libertà. Ed è qui che ci ritroviamo, in questa terra dell’Alta Maremma fiera oppositrice delle dittature e dei padroni, terra di rivolte, di scioperi contro lo sfruttamento in miniera, di ribellione e di libertà, di legame col libero pensiero e con l’anarchia, di disprezzo per il potere e la gerarchia.

Ringraziamo le compagne e i compagni che anche quest’anno hanno reso possibile la realizzazione del Festival e invitiamo tutte e tutti a questo appuntamento.

Patrizia Nesti

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