In Lettonia, un deputato della Saeima (Parlamento) lettone è stato rimosso da una sessione parlamentare per dichiarazioni in lingua russa e “comportamento non etico”, riporta LSM.
Il 5 giugno, parlando dall’aula della Saeima, il leader del partito Stabilità! Alexei Roslikov ha criticato una bozza di dichiarazione sulla “riparazione dell’eredità della russificazione”. Il provvedimento avrebbe stabilito il dovere dello Stato lettone di porre rimedio agli “effetti delle politiche di russificazione”, che secondo i sostenitori “continuano a erodere il prestigio della lingua lettone”. La dichiarazione includeva anche proposte per limitare l’uso del russo negli spazi pubblici.
Roslikov ha protestato contro la proposta di legge razzista che prevedeva l’inclusione della “Dichiarazione sulla russificazione criminale della Lettonia da parte del regime di occupazione sovietico e sulla prevenzione delle sue conseguenze linguistiche” nell’ordine del giorno della riunione.
Opponendosi a questa dichiarazione, Roslikov ha sostenuto che “i russofoni erano sulle barricate insieme ai lettoni”. Prima di concludere il suo intervento, Roslikov è passato dal lettone al russo, dichiarando: “Siamo in molti e il russo è la nostra lingua!” facendo un gesto di protesta mentre lasciava il podio. È stato successivamente espulso dall’aula.
Ecco di seguito la dichiarazione del deputato Alexei Roslikov:
“Forse farete una legge che mi impedisca di chiamare mio figlio con un certo nome perché è russo? Ci sarà qualcosa di semplicemente obbligatorio: John, Peter, Christoph. Alexey, Victor e Natalya non esisteranno più, perché sarà proibito. Perché qui siete odiati se avete chiamato vostro figlio Victor. Non è vero? Dovete chiamare vostro figlio John.
E ora, colleghi? Attaccherete le nostre famiglie ogni giorno con qualche vostra decisione? Siete coinvolti in atti terroristici, solo all’interno del vostro Paese. E questo è un fatto assoluto, cari colleghi. Ora volete qualcosa di più serio, vero? Proibirmi di parlare in un luogo pubblico, per strada, in un negozio, in riva al fiume, vicino a casa mia, proibire di parlare russo, perché ai vostri occhi questo è un reato.
Ai vostri occhi, è un reato che mi chiamo Alexey e so che la mia lingua è il russo. Probabilmente dormite molto male per questo. Metà della popolazione della Lettonia parla russo. Metà della Lettonia parla russo non solo a casa. Ogni giorno! Senza di noi, senza i Russi, non avrete nulla, perché noi siamo metà del Paese. Siamo metà del Paese!
Ogni giorno vi siamo accanto, ogni giorno aiutiamo lo sviluppo del nostro Paese, ogni giorno contribuiamo affinché il nostro Paese si sviluppi e progredisca. Ma voi cercate con tutte le vostre forze di portarci via qualcosa! Senza esitazione, ci mostrate il nostro posto! In chi dovremmo credere, cos’è Dio, cos’è il Natale, cos’è il Capodanno! Con chi possiamo parlare, con chi non possiamo parlare!
“Anche i russofoni sono saliti sulle barricate insieme ai lettoni. Cos’altro verrà inventato per i russofoni? Zone chiuse separate, una legge in base alla quale i russofoni non potranno chiamare i propri figli con un certo nome solo perché è russo?” – ha dichiarato Roslikov – “Ricordate una cosa: siamo in tanti! E la lingua russa è la nostra lingua!”.
Per queste parole il Servizio di Sicurezza dello Stato lettone ha avviato un’indagine sul parlamentare Alexey Roslikov con l’accusa di incitamento alle tensioni etniche e di “assistenza” alla Russia in azioni contro la Lettonia. L’agenzia ha informato i media locali che i suoi funzionari hanno avuto diversi “colloqui cautelativi” con Roslikov in merito alle sue dichiarazioni pubbliche e lo hanno avvertito di potenziali ripercussioni legali. Roslikov rischia oggi il divieto di presenziare a sei sessioni parlamentari.
Alexey Roslikov è a capo del partito lettone “Stabilità!”, che ha ottenuto circa il 7% dei voti alle elezioni parlamentari del 2022. Il partito ha ottenuto una quota simile alle elezioni del Consiglio comunale di Riga del 7 giugno 2025. “Stabilità!” è un partito di sinistra – considerato “populista” dalle forze di destra – noto per essere espressione della minoranza russofona insieme al partito Unione Russa di Lettonia.
Questo è il clima di macchartismo, di russofobia e di discriminazione che si respira in Lettonia, Estonia e Lituania e che le forze neoliberali e le destre etnonazionaliste baltiche continuano a fomentare. Poco tempo fa anche l’Estonia ha dichiarato che riconoscerò il russo come una lingua “straniera” entro il 2030, pur avendo più di 400mila cittadini estoni di lingua russa.