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Luci (spente) d'Artista: Salerno merita di più

Inviato da enzo de simone il
luci

A Salerno si discute — ancora una volta — delle Luci d'Artista. Dopo oltre vent'anni di inaugurazioni, inviti ufficiali e dichiarazioni politiche, la manifestazione è diventata per molti un’abitudine stagionale. Ma ha ancora senso così com'è? O è il momento di ripensarla radicalmente?

La scena politica locale offre uno spettacolo che somiglia troppo spesso a una sagra paesana: il presidente della Regione che si autoproclama ispiratore artistico dell’evento, e l’opposizione che replica con affermazioni estetiche del tipo «brutte e vecchie». È una disputa che non scalfisce la vera questione: la mancanza di una visione collettiva e partecipata. Il risultato è la conferma di una classe politica autoreferenziale, incapace di trasformare una tradizione in un progetto culturale duraturo.

Le Luci d'Artista convivono con problemi pratici che non possono più essere ignorati. Tra questi:

  • Origine esterna del progetto: la manifestazione non nasce dal tessuto cittadino ma viene spesso progettata altrove. Mancano percorsi concreti di coinvolgimento delle scuole d'arte, degli istituti tecnici e delle realtà creative locali.

  • Assenza di filiera locale: materiali, installazioni e servizi provengono da fornitori esterni, sottraendo valore economico ad artigiani, botteghe e imprese del territorio.

  • Impatto sulla vita quotidiana: il grande afflusso di visitatori non è sempre accompagnato da un piano di servizi che protegga la qualità della vita: insufficienza dei mezzi pubblici, carenza di servizi igienici pubblici e la ricaduta dei costi sui commercianti locali.

  • Mancanza di presidi sanitari e sicurezza adeguata: in occasione delle serate più affollate non c'è una rete visibile di assistenza rapida, né una programmazione di micro-presìdi che ridurrebbero i rischi e aumenterebbero la percezione di sicurezza.

  • Riduzione dell’identità cittadina: le luminarie non dovrebbero essere l'unica narrazione di Salerno. C'è tutto un patrimonio storico, culturale ed identitario che resta in ombra.

Quello che serve è uno scatto di modernità reale: trasformare la manifestazione in un progetto partecipato, che unisca arte pubblica, sostenibilità, filiere locali e proposte culturali di qualità. Idee pratiche e non retoriche sono possibili — e urgenti.

Proposte concrete per un nuovo modello di Luci d'Artista

  1. Coinvolgimento delle scuole e degli artisti locali: concorsi e iniziative per studenti e artisti salernitani, con mostre collaterali nel corso dell'anno.

  2. Filiera produttiva territoriale: obbligo di una quota minima di produzione e assemblaggio locale per materiali e installazioni.

  3. Piano servizi-cittadino: trasporto pubblico potenziato nelle fasce serali, postazioni igieniche temporanee, e coordinamento con le attività commerciali locali per turni e servizi.

  4. Presidi sanitari e sicurezza dolce: postazioni di primo intervento temporanee con ambulanze dedicate nelle fasce di maggiore affluenza e corsie preferenziali per i mezzi di emergenza.

  5. Narrazione culturale integrata: itinerari guidati che collegano luminarie, patrimonio storico e punti di interesse meno noti, per un turismo di qualità e rispetto della città.

Una richiesta semplice: cittadini al centro

Non servono proclami né autoproclamazioni artistiche. Servono invece ascolto, regole trasparenti e la capacità di trasformare un evento in una risorsa che resti in città anche dopo lo spegnimento delle luci. Salerno merita una politica che sappia ascoltare e progettare con la comunità, non uno spettacolo in cui gli interessi si conservano dietro l'apparenza.

Se davvero vogliamo che le Luci d'Artista illuminino la città per ciò che è - e non solo per ciò che riflette - allora è il momento di cambiare rotta. Perché lasciare tutto com'è significa consegnare il futuro alla ripetizione degli stessi errori.


Dopo vent’anni di Luci d’Artista è tempo di ripensare la manifestazione insieme ai cittadini. Serve una visione partecipata, sostenibile e realmente salernitana.
Salerno merita di più.
Idee e proposte: info@hopfrog.it