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anas al sharif

L’assassinio di Anas al-Sharif visto da colleghi italiani, tra neologismi e cinismo

La notizia è più che nota e non occorre tornarci sopra: la notte tra domenica e lunedì un attacco dell’esercito israeliano contro una tendopoli di Gaza City ha ucciso sei tra giornalisti e operatori di ripresa di al Jazeera:  Anas al-Sharif, Mohammed Qreiqeh, Ibrahim Zaher, Moamen Aliwa, Mohammed Noufal e Mohamed al-Khalidi. Non riporto la professione di ciascuno di loro perché il giornalismo è un lavoro di gruppo, collettivo in cui ogni funzione è fondamentale, non solo di chi appare in video col suo volto. Certo, Anas al-Sharif era il più noto perché ne vedevamo il volto.

Il messaggio di don Nandino Capovilla, testimone del genocidio dei palestinesi

Ieri, 11 agosto, il sacerdote veneziano che è stato un coordinatore di Pax Christi Italia veniva bloccato all’aeroporto di Tel Aviv e, dopo 7 ore di arresto, espulso da Israele.

Immediatamente dopo il rilascio don Nandino Capovilla ha pubblicato sulla propria pagina Facebook questo messaggio, collegato a due immagini, qui riportato integralmente, senza correggere i refusi del testo originale: