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"Cui prodest?" – Salerno, tra falsa emergenza sicurezza e vera emergenza civica

Inviato da tuxsa il
locandina

“Cui prodest?” – a chi giova? I latini lo chiedevano per capire il vero fine di un’azione. È una domanda che oggi, come associazione, poniamo con forza di fronte alla vergognosa campagna che agita lo spettro di una presunta recrudescenza della criminalità a Salerno.

Negli ultimi giorni, maggioranza e opposizione hanno rilanciato l’allarme su una “emergenza sicurezza”, invocando interventi straordinari sul Lungomare Trieste, prendendo spunto da episodi isolati di microcriminalità – uno scippo, un cellulare rubato, qualche schiamazzo notturno.
Peccato che i dati ISTAT (per quanto riferiti a due anni fa) collochino Salerno al 50° posto in Italia per criticità: numeri che non giustificano alcun allarmismo.

Una retorica che serve ad altro

Questa narrazione è funzionale a spostare l’attenzione su più Forze dell’Ordine, ignorando l’assenza di qualsiasi politica di prevenzione, di aggregazione sociale, di partecipazione culturale.
La città ha scelto di essere spettatrice di eventi decisi altrove – come le “Luci d’Artista” – mentre lascia morire spazi pubblici, occasioni di incontro, e momenti di socialità autentica.

Il Lungomare come zona militarizzata

Il Lungomare, già presidiato da Vigili Urbani, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza ed Esercito, è trasformato in una zona militarizzata.
Da anni denunciamo:

  • L’inutilità di un simile dispiegamento di forze;

  • L’impatto negativo di un traffico continuo di auto di servizio, che minaccia la sicurezza dei bambini e peggiora la qualità dell’aria;

  • La totale assenza di interventi su manutenzione, decoro e servizi.

Mentre il Lungomare è dissestato, le spiagge vengono “ripascimentate” senza controlli, e il turismo si sviluppa in forma aggressiva e senza regole, l’unica risposta della politica è più repressione.

Un’agenda politica senza visione

Questa retorica securitaria è una cortina fumogena che nasconde il fallimento delle politiche cittadine.
Invece di meno pattuglie e più decoro, meno sirene e più spazi pedonali, meno retorica e più progetti sociali, si propone sempre la stessa ricetta: militarizzare.
A quando una caserma sul Lungomare? Con questa classe dirigente, nulla sembra impossibile.

Salerno sta affondando in una crisi di idee, cultura e comunità. Alimentare la paura, amplificata da social e comunicazione disattenta, non è una soluzione: è un danno collettivo.
Per questo, come Hop Frog ::: libera associazione, ribadiamo la domanda:
“Cui prodest?” – a chi giova davvero tutto questo?

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