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In ostaggio del virtuale

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Opere Generali
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Sinossi

In un’epoca in cui la principale forma di riconoscimento sembrerebbe demandata allo schermo, le riflessioni di Jean Baudrillard offrono strumenti interpretativi quanto mai utili per tentare di comprendere la neo-esistenza dell’individuo schermato. Secondo il filosofo francese, la simulazione, in quanto ritrascrizione degli enti in un flusso di dati, sarebbe assimilabile ad una sorta di potlatch informatico, un cortocircuito rituale, alimentato dal consumo di bits quale ultima garanzia di persistenza. Tale pratica avvolgerebbe l’intera società in una sospensione claustrofobica, levigandone ogni possibilità di contatto, facendo riemergere l’user come canale di trasmissione di un significante privo di significato: il codice digitale. Ecco allora che la superficie dello schermo, esponendo una sorta di indigestione ontologica tra l’individuo e la sua proiezione digitale, rinverrebbe la propria matrice nell’intersezione tra il versante metafisico e il versante politico attraverso la figura dell’ostaggio. Lo schermo-società, da lustro richiamo alla distensione e all’intrattenimento, si capovolgerebbe in salvifica forma di scomparsa, riconfigurando un mondo in cui le antiquate ombre della realtà si sarebbero acuite in fantasmi divenuti più reali del reale, iperreali. Ed è a partire da questa fenditura, da questa commistione tra virtuale e reale, che verrebbe a porsi l’urgenza di un pensiero che, come voleva Baudrillard, possa farsi messaggero della resistenza di una singolarità inafferrabile.

Parole chiave
Anno di Pubblicazione
2023
Editore
FedOAPress - Federico II University Press
Città
Napoli
Chiave Citazione
bibcite_157
DOI
https://doi.org/10.6093/978-88-6887-168-0
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