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Perché si vedono antenne Starlink anche dove arriva la fibra?

Inviato da tuxsa il
starlink

Il paradosso dell’iperconnessione tra moda, status e disinformazione tecnologica

Passeggiando tra i quartieri urbani di molte città italiane, capita sempre più spesso di notare qualcosa di apparentemente inspiegabile: antenne Starlink montate su terrazzi e balconi di edifici perfettamente serviti dalla fibra ottica ultraveloce.

Ma come è possibile? Perché usare un collegamento satellitare – pensato per zone rurali e isolate – quando si ha a disposizione una connessione cablata più stabile, veloce, economica e con minore latenza?

Le spiegazioni ci portano a riflettere non solo sulle scelte individuali, ma su un’intera cultura digitale che sta deragliando verso il mito della tecnologia “di tendenza”, a scapito dell’uso consapevole e razionale degli strumenti.


1. La percezione vince sulla realtà tecnica

Molti utenti scelgono Starlink perché viene presentata come una tecnologia all’avanguardia, portata avanti da un marchio potente come quello di Elon Musk.
La narrazione dominante è: “viene dallo spazio, quindi è migliore”.

In realtà, la fibra ottica garantisce prestazioni superiori in ambienti urbani:

  • Ping e latenza: la fibra ha tempi di risposta inferiori a 10 ms; Starlink viaggia tra i 30 e i 60 ms.

  • Stabilità: la fibra non è soggetta a disturbi atmosferici.

  • Costo: un abbonamento Starlink costa circa 50–70 euro/mese, a cui si somma il costo iniziale dell’antenna (oltre 400 €), contro i 25–30 euro medi della fibra ottica.

  • Installazione: Starlink richiede una parabola, alimentazione e vista aperta del cielo.

Eppure, la forza del marchio e dell’hype mediatico offusca questi dati reali.


2. La tecnologia come status symbol

Come per le auto elettriche di fascia alta o i dispositivi Apple, anche l’antenna satellitare diventa oggetto di distinzione sociale. In certi ambienti, “avere Starlink” significa far parte di una comunità di innovatori e early adopters, anche se il suo utilizzo è del tutto irrazionale in quel contesto.

Non è raro trovare Startupper urbani, imprenditori digitali o appassionati di tecnologia che scelgono Starlink per motivi più legati all’immagine che alla necessità tecnica.


3. Sfida (illusoria) all’infrastruttura pubblica

Un’altra motivazione emersa è il desiderio – talvolta ideologico – di "indipendenza" dalle reti terrestri, viste come soggette a censura, controllo statale o guasti frequenti.
In questo caso, Starlink diventa simbolo di una libertà digitale tanto idealizzata quanto tecnicamente fragile (è comunque una rete centralizzata, gestita da un’unica corporation).


4. Casi d’uso legittimi (ma rari)

Esistono anche casi in cui la scelta è razionale:

  • Case secondarie non raggiunte dalla fibra

  • Cantieri, eventi temporanei, camper e barche

  • Zone montane dove Starlink è realmente l’unica opzione veloce

Tuttavia, queste situazioni sono residuali rispetto al fenomeno visibile nei centri urbani.


Dati e tendenze: chi usa Starlink e perché

Secondo Speedtest Global Index, l’Italia ha una delle migliori reti FTTH in Europa nelle aree servite, ma anche un’enorme disparità con zone rurali.
Starlink, in Italia, ha superato decine di migliaia di utenti nel 2024, ma la maggior parte delle vendite è avvenuta in zone coperte da rete fissa, secondo i dati AGCOM.

Questo conferma che non è la mancanza di infrastruttura a spingere verso il satellite, ma altri fattori: marketing, ignoranza tecnica, fascino del brand.


La vera emergenza: la diseducazione digitale

Siamo di fronte a un problema culturale: una società sempre più connessa ma sempre meno consapevole.

L’illusione di "essere all’avanguardia" si basa troppo spesso su scelte irrazionali, costose e inefficaci, dettate da percezioni manipolate da influencer, pubblicità e narrazioni aziendali.

Questa deriva porta a un consumo inefficiente di risorse, a sprechi economici e alla delegittimazione della tecnologia realmente utile e sostenibile, come le infrastrutture pubbliche cablate.


Una proposta: campagna per l’uso consapevole della tecnologia

Serve oggi una campagna culturale pubblica, promossa da enti, associazioni, università e gruppi locali, per:

  • Informare sui vantaggi reali delle tecnologie disponibili

  • Combattere la disinformazione tecnologica diffusa sui social

  • Promuovere l’uso intelligente e critico degli strumenti digitali

  • Sostenere infrastrutture pubbliche e libere


Conclusione

Vedere un’antenna Starlink su un balcone di città non è solo una stranezza tecnologica: è il sintomo di un disagio culturale più profondo, dove la conoscenza reale è sostituita da suggestioni pubblicitarie.

In un mondo dominato dalla connessione permanente, la vera rivoluzione non sarà tecnologica, ma educativa: restituire alla collettività la capacità di scegliere con consapevolezza, senza farsi abbagliare dal prossimo “gadget spaziale”.