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estrema destra

L’estrema destra è diventata il maggior partito di opposizione in Portogallo grazie anche ai media

*Articolo di João Pinhal

Il 28 marzo 2023, intorno alle 11 del mattino, un uomo uccide due donne nel centro Ismaili di Lisbona, una struttura che accoglie rifugiati in Portogallo. Poche ore dopo, alle 13.45, André Ventura, leader di Chega, interviene sui social, sfruttando la nazionalità afghana dell’aggressore per associare l’accoglienza dei rifugiati e migranti al terrorismo e alla criminalità.

Alle 22.48, la CNN Portugal trasmette in prima serata un dibattito tra André Ventura e Hugo Soares, segretario generale del PSD, partito socialdemocratico di centro destra. Il confronto viene promosso con due parole chiave “sicurezza e immigrazione”.

João Carvalho, politologo e autore di studi sulla politica migratoria e sull’ascesa dei partiti populisti di estrema destra, commenta così la scelta editoriale: “Capisco l’approccio dal punto di vista commerciale e mediatico, ma rimane comunque disinformazione”. Un giudizio altrettanto severo arriva dal giornalista investigativo Miguel Carvalho, che segue da vicino le attività di Chega. Secondo lui, questa esposizione mediatica è “estremamente pericolosa” e ammette che le sue parole possano risultare scomode, ma non esita ad accusare: “I giornalisti sono spesso il braccio armato del discorso di Chega”.

Di opinione diversa è Paulo Couraceiro, ricercatore in comunicazione presso l’Università di Minho e specialista dei media. Secondo lui, discutere pubblicamente di sicurezza e migrazione è non solo legittimo, ma anche necessario, poiché si tratta di temi già al centro del dibattito pubblico, anzi, sostiene, che potrebbe essere “un’opportunità per decostruire” stereotipi e narrazioni fuorvianti. 

Tuttavia, Miguel Carvalho ribadisce la sua posizione: secondo lui, la CNN Portugal non ha favorito un confronto critico, ma si è limitata ad “amplificare” la retorica di Chega, “spesso falsa e orientata alla polarizzazione, in netto contrasto con i principi fondamentali del giornalismo”.

Media o social media?

Quando André Ventura viene invitato a un dibattito televisivo subito dopo aver rilasciato una dichiarazione demagogica, non sono più i giornalisti a “fissare l’agenda” delle notizie: a farlo sono, sempre più spesso, “gli attori politici più populisti”. È quanto sottolinea José Moreno, ricercatore del MediaLab presso l’Istituto universitario di Lisbona (ISCTE), che avverte: “Questo dovrebbe preoccupare i giornalisti”.

Secondo la giornalista Raquel Abecassis, questo tipo di impostazione non contribuisce al dibattito democratico. Al contrario, rappresenta una deriva verso la logica da social media, dove il clamore prevale sulla sostanza, e si dimentica la funzione primaria del giornalismo: la mediazione. Con oltre trent’anni di carriera nel giornalismo politico, Abecassis aggiunge con fermezza: “Se dovessi decidere io, probabilmente non sceglierei questi oratori per un dibattito, perché non capiscono nulla dell’argomento”.

Questa scelta editoriale, secondo José Moreno, sembra rispondere unicamente alla logica dell’audience: “I media hanno capito che la presenza di André Ventura fa aumentare enormemente gli ascolti”. 

Cristina Figueiredo, redattrice politica di SIC e SIC Notícias, concorda: “È stata chiaramente un’esca lanciata da André Ventura, uno stratagemma che questa volta ha funzionato”. 

Riccardo Marchi, ricercatore dell’ISCTE, inserisce l’episodio in un contesto più ampio: “È un esempio lampante di come i media favoriscano l’agenda dei partiti di estrema destra”. Tuttavia, precisa che in questo caso specifico non si è andati oltre i limiti dell’accettabile. “Non sono scioccato da questa scelta: la ricerca di ascolti è il pane quotidiano dei media e definisce la loro linea editoriale”.

“André Ventura non le ha mai rifiutato un’intervista”

Il dibattito trasmesso il 28 marzo 2023 in diretta dalla CNN Portugal è solo una delle 29 apparizioni televisive in diretta concesse ad André Ventura dal gruppo TVI/CNN Portugal dal 2019.

Dall’aprile 2019 (anno di fondazione del partito) a giugno 2024, TVI e CNN Portugal hanno intervistato Ventura il 61 per cento di volte in più rispetto al leader del PSD, partito principale di centrodestra e allora al governo. In termini assoluti: 29 interviste in diretta per Ventura, contro 18 per il leader del PSD.

Un dato ancora più eclatante tra le elezioni legislative del 2022 e quelle del 2024: 14 interviste a Ventura contro solo 5 al suo rivale Luís Montenegro, oggi primo ministro. Un +180 per cento  di esposizione mediatica a favore del leader populista.

“Improvvisamente, queste cifre mi colpiscono per la loro disparità”.Questa è stata la prima reazione di Paulo Magalhães, redattore politico dei due canali per la gran parte del periodo preso in esame, e responsabile di quattro di queste interviste. Secondo lui, una spiegazione c’è: “Ventura non mi ha mai rifiutato un’intervista”, al contrario di altri leader politici, spesso più cauti nell’apparire in Tv.

Questa disponibilità è stata confermata anche da altri giornalisti intervistati: “Gli altri preferiscono proteggersi, perché hanno più responsabilità e più da perdere”, spiega Magalhães. Ventura, invece, “è in piena ascesa, ha tutto l’interesse a mostrarsi. E, contrariamente a quanto sostiene, fa ormai parte del sistema: un sistema che alimenta la sua popolarità”, osserva ancora Raquel Abecassis.

Resta però da capire se sia Ventura a essere più disponibile o se siano i media a sollecitarlo di più rispetto ad altri politici. 

La nostra indagine ha evidenziato almeno un caso significativo: il 26 luglio 2023, il giornalista Paulo Magalhães ha rivelato pubblicamente che Luís Montenegro si era rifiutato di partecipare a una serie di interviste con i leader dei principali partiti politici. Tuttavia, quasi l’80 per cento delle interviste di André Ventura su TVI e CNN Portugal sono avvenute a seguito di polemiche o iniziative lanciate direttamente da Chega.

Solo i canali televisivi pubblici (RTP1, RTP2 e RTP3) costituiscono un’eccezione nel panorama mediatico portoghese: tra il 2019 e il 2024, hanno intervistato il leader del PSD più spesso del leader di Chega (11 volte contro 5). Si tratta degli unici casi in cui André Ventura non ha goduto di una sovraesposizione mediatica.

Fino alle elezioni legislative del 2022, André Ventura non ha superato la copertura mediatica del leader del secondo partito portoghese, ma vi si è avvicinato molto, nonostante la sua ben più modesta rappresentanza parlamentare.

Nel 2019, infatti, André Ventura è entrato in parlamento con appena l’1,29 per cento dei voti, rimanendo l’unico deputato del suo partito fino al 2022. Nonostante sia stato eletto da appena 70mila persone, ha ottenuto quasi lo stesso spazio mediatico del leader del PSD, allora Rui Rio, sostenuto da oltre 1,5 milioni di voti. Anche considerando il successo personale ottenuto da Ventura alle presidenziali con mezzo milione di voti, questo non sembra aver inciso significativamente sul numero delle interviste ricevute tra il 2019 e l’inizio del 2022.

Nel periodo successivo, tuttavia, con la crescita elettorale di Chega, passato dal 7 per cento nel 2022 al 18 per cento nel 2024, Ventura ha continuato ad aumentare la sua visibilità: 27 interviste televisive, il doppio rispetto al leader del PSD. Eppure, quest’ultimo ha ottenuto ben 1,5 milioni di voti. “Stiamo dando ad André Ventura un posto nei media che non corrisponde al suo risultato elettorale”, osserva con preoccupazione Alexandre Malhado.

A rendere ancora più allarmante questo squilibrio è il cambiamento di paradigma che, secondo Miguel Carvalho, sta trasformando profondamente il giornalismo: “I criteri di pluralismo e approfondimento sono stati sostituiti dalla necessità di generare ascolti”. In questo contesto, gli interessi commerciali sembrano ormai prevalere sulla missione di informare.

Anche Hélder Gomes, giornalista del settimanale Expresso, attribuisce queste disparità all’idea, che definisce “perniciosa”, secondo cui i canali televisivi sanno che Ventura fa più ascolti di qualsiasi altro politico. Un’intuizione confermata dai dati ufficiali di CAEM/MediaMonitor: oltre l’85 per cento delle interviste con il leader di Chega ha fatto aumentare l’audience media rispetto alla fascia oraria abituale. La sua presenza in diretta ha attirato una media di 39mila spettatori in più, con un incremento del 15,4 per cento, rispetto ai quattro programmi precedenti trasmessi nella stessa fascia oraria.

Il giornalismo: “ostaggio” del mercato e complice dell’estrema destra populista?

Secondo il ricercatore Riccardo Marchi, una delle critiche centrali nella letteratura scientifica sul rapporto tra media ed estrema destra populista è proprio questa: “Il modello economico che governa i media occidentali spinge inevitabilmente a dare spazio ai partiti di estrema destra”.

Una tendenza che si riflette chiaramente nei numeri: tra le due ultime elezioni legislative (ovvero tra il 2022 e il 2025), Ventura è stato intervistato il 108 per cento di volte in più rispetto al presidente del PSD e attuale Primo Ministro. Per Pedro Coelho, giornalista e docente, questo fatto dimostra come “il giornalismo si stia lasciando guidare dal mercato”, mentre molti professionisti sembrano ignorarne le conseguenze.

“A cedere non sono solo i direttori dei telegiornali, ma anche gli editori che, in un contesto di crisi economica, sono disposti a tutto pur di aumentare l’audience”. In questo quadro, Ventura e Chega finiscono così per essere trattati come “macchine da share”. “I proprietari dei media e i direttori dei notiziari non si preoccupano del ruolo che devono svolgere nella società”, aggiunge.

Cristina Figueiredo, redattrice politica della SIC, riconosce il dilemma: “Non ha senso fare programmi che nessuno guarda”. Ma, aggiunge, che l’obiettivo di un canale televisivo deve essere quello di conciliare due valori: l’interesse pubblico con l’interesse del pubblico.

Pedro Coelho è anche presidente del quinto Congresso dei giornalisti, tenutosi nel gennaio 2024. Durante questo importante incontro ha sottolineato che “il capitalismo non risponde alle esigenze del giornalismo”, perché richiede che l’attività giornalistica sia redditizia.

Se “il giornalismo oggi non è più redditizio”, afferma, non potrà mai diventarlo senza compromettere la sua missione. Secondo questo professore universitario, il finanziamento pubblico e il giornalismo non-profit sono possibili soluzioni, anche se queste proposte restano controverse persino tra i professionisti del settore.

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Secondo il giornalista del settimanale Sábado, Alexandre Malhado, la crisi della redditività dei media e la crescita di Chega vanno di pari passo: “Non ho dubbi su questo”, afferma. Il giornalista spiega anche che in un contesto dove mancano finanziamenti pubblici, il giornalismo diventa ostaggio di una “corsa agli ascolti” in cui “il pubblico è attratto dal nome Ventura”.

Il ricercatore Paulo Couraceiro sottolinea che, finché non saranno garantiti finanziamenti che consentano al giornalismo di concentrarsi sul “controllo” e sulla salvaguardia dell'“integrità dell'informazione”, “gli incentivi commerciali cresceranno” e “ci sarà sempre un programma politico più favorevole agli incentivi commerciali rispetto ad altri”.

In altre parole, la libertà di stampa sarà dipendente dal mercato. 

*Articolo pubblicato anche su voxeurop.ue, giornale online indipendente pensato e costruito intorno a una comunità di giornalisti e giornaliste, traduttori e traduttrici, media partner, e lettori, lettrici e membri di oltre 30 paesiQuesto articolo è pubblicato nell'ambito del progetto collaborativo Come Together

Immagine in anteprima: frame video France 24 via YouTube