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filosofia

Il software libero: la qualità attraverso la cooperazione

In questo saggio il significato, le caratteristiche qualitative, le potenzialità sociali e di sviluppo del software «open source» sono analizzate attraverso le vicende dei principali protagonisti. Le osservazioni qui presentate sono il risultato della collaborazione di due professionalità, quella tecnico scientifica e quella sociologica umanistica, sempre più complementari nell’attuale fase di evoluzione della innovazione tecnologica.

software libero, GNU
filosofia

Educare al Software Libero, con il Software Libero: Per un’educazione democratica ed emancipatrice

Questo articolo ha l’obiettivo di mettere in luce le implicazioni educative di una questione di importanza centrale nell’ambito delle tecnologie digitali: quella relativa al tipo di controllo che i creatori di un programma informatico esercitano su di esso, la quale si esprime nella distinzione tra software libero e software proprietario. Nella prima parte dell’articolo verrà ripercorsa la storia della nascita del software proprietario e di quello libero, evidenziando anche la distinzione, interna al mondo del software libero, tra Free Software e Open Source. A partire da questa retrospettiva storica, nella seconda parte verrà presa in considerazione la dimensione più prettamente educativa della questione, mostrando come l’approccio del software libero (soprattutto nella declinazione del Free Software, piuttosto che dell’Open Source) appaia maggiormente in linea con l’orizzonte di un’educazione emancipatrice, mentre quello del software proprietario rischi invece di accentuare la tendenza verso un’evoluzione in senso neoliberista delle istituzioni educative. A partire da tale analisi, verranno proposte due direzioni, complementari, di promozione del software libero in ambito educativo. La prima consiste nell’utilizzo di software libero da parte delle istituzioni educative pubbliche, per contrastare l’attuale tendenza ad appaltare a multinazionali private la gestione dei dati e delle infrastrutture digitali. La seconda consiste nel favorire un approccio allo studio e alla creazione dei programmi informatici animata dalla filosofia di collaborazione e condivisione che sta alla base del software libero e della pedagogia hacker.

software libero, Sovranità digitalPiattaformizzazione dell’educazione, Pedagogia hacker, Educazione emancipatrice
filosofia

“Automaticamente illegali”. Una proposta per i sistemi di intelligenza artificiale

I sistemi di intelligenza artificiale basati sull’apprendimento automatico (machine learning) sono utilizzati per ottenere classificazioni o produrre decisioni che hanno effetti rilevanti sulle vite delle persone, a una velocità e su una scala che non consentono un controllo umano significativo.

intelligenza artificiale, etica IA
informatica

Software libero per lo sviluppo in Africa orientale

Dal 1999 l'Istituto Oikos (ONG italiana) in collaborazione con Oikos East Africa (ONG foronica) sta portando avanti progetti di sviluppo integrato in collaborazione con i Governi Locali a livello Regionale, Distretto e Villaggio. Con l’obiettivo di garantire la sostenibilità agli interventi volti a rafforzare le capacità di governance e l’utilizzo delle tecnologie informatiche nelle aree rurali, i progetti hanno promosso l’uso di strumenti di Software Libero come Ubuntu e Debian Linux come OS; Qgis e GRASS come G.I.S.; SQLite/Spatialite e PostgreSQL/PostGIS come DBRMS abilitato per Spatial, OpenOffice come suite di produttività.

Tanzania, QGIS, Grass, GFOSS
informatica

Visualizzazione stereoscopica collaborativa di geodati tridimensionali con software libero

La visualizzazione dell'informazione sussiste da quando esiste l'informazione stessa e nasce dalla necessità  sia di comprendere meglio particolari aspetti di un insieme di dati, sia di comunicarli.

geodati
Opere Generali

Educazione alla Cittadinanza Globale

L’UNESCO promuove l’educazione alla cittadinanza globale sin dal 2012, con il lancio da parte del Segretario Generale delle Nazioni Unite della Global Education First Initiative (GEFI), che ha sancito l'inserimento della promozione della cittadinanza globale tra le sue tre priorità educative.
Questa pubblicazione, dal titolo Educazione alla Cittadinanza Globale: Temi e obiettivi di apprendimento, è la prima guida pedagogica di UNESCO sull’educazione alla cittadinanza globale. Il documento è il risultato di un intenso lavoro di ricerca e consultazione con esperti di diverse parti del mondo. 

ONU, UNESCO, educazione, cittadinanza
video-operegenerali

Open Access, Il sapere libero

Le università rappresentano oggi i principali "produttori" e "consumatori" della ricerca scientifica: gli articoli di ricerca vengono pubblicati sulle riviste scientifiche, che sono poi consultate dagli stessi ricercatori per rimanere aggiornati sui principali risultati ottenuti nel mondo. Tuttavia, tra la produzione e l'utilizzo si inseriscono gli editori, che - pur non producendo contenuti - richiedono tariffe consistenti per l'accesso alle riviste. In passato il ruolo svolto dagli editori è stato essenziale alla diffusione della conoscenza, ma questi costi elevatissimi sono tuttora giustificati? Il mondo accademico della ricerca si sta interrogando proprio su questo. Poco più di anno fa dalle critiche di Tim Gowers, matematico vincitore della medaglia Fields, è nato "The Cost of Knowledge", una protesta contro i costi eccessivi e le politiche editoriali di Elsevier, uno dei principali editori accademici. Anche università ricche come Harvard hanno dichiarato che la situazione attuale è insostenibile. L'Open Access rappresenta un modello alternativo per la diffusione dei risultati prodotti dalle Università, attraverso il quale gli articoli di ricerca sono liberamente disponibili, senza costi d'accesso. Attualmente esistono riviste che non richiedono costi per la consultazione degli articoli (anche se spesso la spesa viene sostenuta dagli autori in fase di pubblicazione), così come archivi di preprint, come arXiv.org, ampiamente usato per la fisica e la matematica. Il Forum degli Allievi propone una riflessione sul tema dell'accesso aperto alla letteratura scientifica, sulla situazione dell'editoria accademica e su come questa si stia evolvendo negli ultimi anni. Francesca Di Donato si è laureata in Scienze politiche ed ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia della filosofia politica presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Oggi è assegnista di ricerca presso la Scuola Normale Superiore. Fa parte della redazione del "Bollettino telematico di filosofia politica". Si occupa da diversi anni di Web science, Open Access e Open Data. Tra le sue pubblicazioni: "Lo stato trasparente. Linked Open Data e cittadinanza attiva" (ETS, 2010); "La scienza e la rete. L'uso pubblico della ragione nell'età del Web" (FUP, 2009). Maria Chiara Pievatolo insegna Filosofia politica presso il Dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa. Allieva di Giuliano Marini, studia Platone, Kant, e il dibattito illuministico sulla proprietà intellettuale. È editor dell'archivio "Giuliano Marini" e curatrice del "Bollettino telematico di filosofia politica". Fa parte della commissione CRUI per l'Open Access. Teorizza e pratica la pubblicazione ad accesso aperto. Andrea Zanni si è laureato in Matematica. Dopo la laurea ottiene un master in Biblioteche Digitali studiando fra Oslo, Tallinn e Parma. È responsabile dei progetti di Wikimedia Italia, dal 2011 si occupa di biblioteche, Wikisource, Open Access. Gestisce le riviste Open Access nella biblioteca digitale dell'Università di Bologna.

open access
Opere Generali

Software Libero e Open Source - Un'indagine conoscitiva

Nel 2015 l’Università del Piemonte Orientale, il Politecnico di Torino, l’Università degli Studi di Torino, con il finanziamento della Regione Piemonte e la partecipazione di Finpiemonte S.p.A., hanno pubblicato il bando per il primo Master di primo livello in “Management del Software Libero”.

Il master, attraverso un approfondito programma di studio articolato e declinato secondo le tematiche più attuali, ha cercato non solo di affrontare gli argomenti appena evidenziati ma anche di mettere a punto delle “linee guida” condivise su come:

  • favorire il passaggio da strumenti proprietari verso strumenti liberi;

  • affrontare gli aspetti legali e di licenza;

  • gestire il cambiamento.

Oltre a questo, a nostro avviso, bisognerebbe evidenziare come poter corrispondere il "dovuto" al mondo libero, ovvero come restituire alla comunità quanto ricevuto liberamente, ad esempio:

  • partecipando (attivamente) alle varie liste di discussione;

  • segnalando eventuali bachi (ed eventualmente proponendo od effettuando la correzione);

  • traducendo parti del manuale d’uso o del tutorial;

  • offrendo un contributo economico.

In particolare, il percorso formativo ha affrontato ed approfondito diversi aspetti propri delle seguenti macro aree:

Ambito Tecnologico

  • Elementi di amministrazione di sistema * ING INF/05

  • Elementi di programmazione * ING INF/05

  • Dati aperti * ING INF/05

Ambito Giuridico

  • Le licenze di software * IUS/04

  • La tutela giuridica del software * IUS/04 

  • Software, dati e public sector information * IUS/04

Ambito Economico

  • Organizzazione aziendale * SECS-P/10

  • Project Management – Organizzazione e gestione del cambiamento * SECS-P/10

  • Project Management – Pianificazione e controllo * SECS-P/07

Questo lavoro di ricerca cercherà di esporre i risultati ottenuti a partire da questo momento formativo; poiché tutti gli autori provengono dalla Pubblica Amministrazione, particolare attenzione verrà dedicata alle implicazione del software libero nel contesto del settore pubblico.

software libero, open source, FOSS
Opere Generali

La Commissione pubblica uno studio relativo all'impatto del software "open source" sull'economia europea

La Commissione ha pubblicato oggi i risultati di uno studio che analizza l'impatto economico del software e dell’hardware “open source” sull'economia europea. Si stima che nel 2018 le imprese con sede nell'UE abbiano investito circa 1 miliardo di € in software “open source”, con un impatto positivo sull'economia europea compreso tra 65 e 95 miliardi di €.

Lo studio prevede che un aumento del 10 % dei contributi al software “open source” genererebbe ogni anno un aumento del PIL compreso tra lo 0,4 % e lo 0,6 % e permetterebbe la nascita di oltre 600 nuove start-up nel settore delle TIC nell'UE. Gli studi di casi rivelano che, acquistando software con codice sorgente aperto anziché software proprietario, il settore pubblico potrebbe ridurre il costo totale della proprietà, evitare effetti di dipendenza dal fornitore (“vendor lock-in”) e di conseguenza rafforzare la propria autonomia digitale. Lo studio formula una serie di raccomandazioni specifiche di politica pubblica per fare sì che il settore pubblico diventi autonomo sotto il profilo digitale, la ricerca e l’innovazione abbiano carattere aperto e favoriscano la crescita europea e l'industria sia digitalizzata e competitiva a livello interno. A lungo termine, i risultati dello studio potrebbero essere utilizzati per rafforzare la dimensione “open source” nello sviluppo di future politiche in materia di software e hardware per l'industria dell'UE.

Maggiori informazioni sullo studio sono disponibili qui. Inoltre, dal ottobre 2020 la Commissione dispone di una propria nuova strategia per il software “open source” 2020-2023

, che incoraggia e sfrutta ulteriormente il potenziale trasformativo, innovativo e collaborativo dell'open source, al fine di conseguire gli obiettivi della strategia digitale globale della Commissione e contribuire al programma Europa digitale. La strategia della Commissione pone un accento particolare sulla condivisione e sul riutilizzo di soluzioni, conoscenze e competenze in materia di software, nonché sull'aumento dell'uso dell’open source nelle tecnologie dell'informazione e in altri settori strategici.

Opere Generali

La sostenibilità dell’innovazione digitale

Il libro esamina le questioni giuridiche più rilevanti legate all'evoluzione delle tecnologie digitali e, in particolare, allo sviluppo di sistemi intelligenti, al loro impatto sui diritti umani e alla imputazione delle responsabilità. Gli autori esplorano le soluzioni in grado di promuovere e garantire la sostenibilità dell'innovazione, attraverso azioni preventive e la protezione by design. Del resto, le tecnologie digitali contribuiscono a migliorare la valutazione dei rischi, a promuovere la trasparenza e l'efficienza dei servizi digitali, nel rispetto degli obiettivi dello sviluppo sostenibile. Specifica attenzione è rivolta ai settori assicurativo, bancario e turistico.