“Vescovo nel suo territorio e pastore universale”. Questa la sintesi che il giornalista Alberto Chara ha offerto di mons. Luigi Bettazzi, nel presentare martedì 29 aprile a EireneFest di Bergamo la biografia edita da San Paolo “Luigi Bettazzi. Un vescovo alla sinistra di Dio” (ma il termine “vescovo rosso” veniva glissato cortesemente da Bettazzi, che si riconosceva solo “mancino”, lasciando ad altri le etichette politiche). Chiara ha ripercorso le tappe della vita di Bettazzi, da vescovo ausiliario di Bologna con il cardinal Lercaro, a vescovo di Ivrea; da padre conciliare a presidente “improvvisato” di Pax Christi – di cui ricorre quest’anno l’ottantesimo anniversario di fondazione – con cui diede vita proprio tra Sotto il Monte e Bergamo la prima marcia della pace, in occasione della prima giornata della pace indetta da Paolo VI, il 31 dicembre 1968. E di queste marce Bettazzi, scomparso nel 2023 a quasi 100 anni, non ne perse una (ne fece 55) finché le forze glielo permisero.
Tra gli animatori del “patto delle Catacombe” firmato al Concilio da un gruppo di vescovi (prima 42, poi 500) che si impegnavano a svolgere il loro ministero in una chiesa povera per i poveri, Bettazzi intervenne al Concilio sui temi della collegialità, del ruolo dei laici, del dialogo… e portò questi temi nella diocesi di Ivrea, dove si schierò con forza – fino a giungere ad occupare l’autostrada – a fianco dei lavoratori dell’Olivetti, della Lancia di Chivasso, del Cotonificio Vallesusa. Pax Christi apre alla dimensione internazionale: da cui i contatti con mons. Romero e con le chiese della teologia della liberazione. E poi il dialogo con Enrico Berlinguer, il tentativo (fallito) insieme ad altri due vescovi di offrirsi come ostaggio al posto di Aldo Moro, la marcia in piena guerra a Sarajevo con don Tonino Bello, di cui disse Bettazzi: ”di lui sono stato prima maestro, poi discepolo”. Cosa farebbe oggi Bettazzi, che ha visto con dolore l’avvio della guerra in Ucraina? “Non lascerebbe solo chi lotta per la pace – ha concluso Chiara – e farebbe girare instancabilmente le informazioni”. Perché – come segnala padre Tonio dell’Olio – il vescovo “è tutt’altro che un protagonista del passato: è piuttosto un uomo del futuro. Si è proteso in avanti, ha anticipato il domani, ha aperto squarci su ciò che ci attende”.
L’incontro è stato coordinato da Mauro Scaroni, consigliere nazionale di Pax Christi.