Lettera di una laureanda di Gaza
Riceviamo la terza lettera da Nancy Hamad, laureanda in economia a Gaza.
Riceviamo la terza lettera da Nancy Hamad, laureanda in economia a Gaza.
Si celebra oggi, 9 luglio 2025, il trentacinquesimo anniversario dell’entrata in vigore della Legge 185 del 1990 che regola l’export di armamenti italiani: una data importante a ricordo di una pietra miliare dell’azione per la Pace e il Disarmo nel nostro Paese, oltre che un’occasione per riconoscere e fare memoria del ruolo cruciale delle campagne promosse su questi temi dall’associazionismo e dalle azioni collettive.
Siamo Donne per la pace di Sondrio, quelle che da sessantaquattro settimane nelle piazze principali della città, il sabato mattina, portando con il proprio corpo ciascuna una lettera, in silenzio mostriamo alla cittadinanza messaggi di questo tipo: Cessate il fuoco, Ripudiamo la guerra, Stop rearm Europe. La scelta tra un messaggio e l’altro è sempre dipesa dal contesto generale, cosi che mentre all’inizio è
Nel pomeriggio di sabato 5 luglio, a partire dalle 15, il collettivo Stop Riarmo ha organizzato un pomeriggio di eventi presso il parco del Valentino.
Il Parlamento europeo ha votato oggi a favore della consegna dei missili a lunga gittata Taurus all’Ucraina, una scelta irresponsabile e pericolosissima che va in direzione di un’ulteriore escalation del conflitto e aumenta i rischi di scontro diretto tra NATO e Russia.
Nello schieramento guerrafondaio al seguito di Ursula von der Leyen e di Merz ovviamente tra i partiti italiani Fratelli d’Italia, Forza Italia, Azione di Calenda.
Non è stato un vertice come gli altri. La dichiarazione dei BRICS a Rio de Janeiro, il 7 luglio 2025, non è stata solo ferma: è stata inedita. Per la prima volta, un blocco di nazioni influenti ha condannato ufficialmente l’uso della fame come arma di guerra e la militarizzazione dell’assistenza umanitaria.
La GDA Handling ha inviato ieri, 9 luglio, una nuova contestazione a Luigi Borrelli, delegato USB, eletto nella RSU dell’azienda e Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, a
Ha ottenuto in questi giorni molto rilievo, sulla stampa nazionale e su quella internazionale, l’annuncio da parte di Coop Alleanza 3.0, la più grande delle cooperative del sistema COOP, della sua scelta di ritirare i prodotti israeliani dai suoi scaffali, motivata con l’impossibilità di “rimanere indifferente davanti alle violenze in corso nella Striscia di Gaza”, e dalla necessità di “dare un segnale di coerenza” dopo “le escalation di queste ultime settimane.”
La guerra, con le sue pretese oscene, bussa anche alla porta degli uffici regionali responsabili della protezione del territorio, dell’ambiente, della salute e della sicurezza della popolazione di una Sardegna sempre più coinvolta nel conflitto in corso.
L’isola è diventata l’epicentro nel Mediterraneo della preparazione alla guerra degli eserciti NATO, con una crescita impressionante di uomini, mezzi, e ordigni impiegati e delle distruzioni provocate dalle esercitazioni.
Martedì 8 luglio conferenza stampa a Roma (in una sala del Senato) sulle due inchieste di apertura di Altreconomia di luglio, dal titolo evocativo “Altro che Food for Gaza”.
Attivistə e volontariə della Freedom Flotilla Coalition, della Global March to Gaza e del convoglio Sumud si sono uniti per lanciare la Global Sumud Flotilla (GSF) – il più grande sforzo civile via mare dalla nascita dell’assedio illegale imposto dall’occupazione israeliana a Gaza.
A giugno, migliaia di volontari sono stati mobilitati via terra, via mare e via aria per la Palestina. Ora, i volontari di quei movimenti si uniscono in una strategia comune e mirata: un convoglio marittimo coordinato, in partenza da diversi porti del Mediterraneo.
Sono passate 3 settimane da quando abbiamo deciso di organizzare questa Local March for Gaza. Dovendo fare un bilancio di questa prima giornata abbiamo più fatti da citare, tutti positivi.
Innanzitutto lo stesso processo che ci ha portato a questa prima giornata, dove decine di persone hanno colto il momento e il senso e si sono generosamente messe in gioco, facendosi carico spontaneamente di “pezzi” di organizzazione.