“È inaccettabile che ATM Trapani continui a promuovere un’app come Moovit, legata all’industria militare israeliana, proprio mentre a Gaza si consuma un massacro quotidiano”. È la denuncia di Natale Salvo, portavoce di Sinistra Libertaria Trapani.
Moovit è un’app per la mobilità urbana con quasi un miliardo di utenti nel mondo. Ma dietro l’apparenza di strumento utile, si cela una realtà inquietante: è stata fondata da ex ufficiali dell’esercito israeliano (IDF), tra cui Nir Erez, legato all’unità informatica militare Mamram, direttamente coinvolta nelle strategie belliche israeliane. L’azienda ha sede in Israele, con filiali anche in Italia.
“Scaricare e usare Moovit significa – anche senza saperlo – finanziare l’economia di guerra di Israele, lo stesso Stato che oggi bombarda scuole e ospedali nella Striscia di Gaza”, spiega Salvo.
Un’app invasiva e inefficace per gli utenti
Oltre all’aspetto etico, c’è un problema pratico: Moovit è anche un’app poco funzionale.
- La versione gratuita è piena di pubblicità invasive, che ne rallentano l’uso;
- Le funzioni realmente utili – come gli orari in tempo reale o l’avanzamento del mezzo – sono accessibili solo a pagamento, al costo di 17,99 euro all’anno;
- Le recensioni su Google Play lo confermano: l’app ha una valutazione bassa (3.3) e numerose lamentele da parte degli utenti.
“Non solo è un’app che alimenta un sistema di oppressione, ma è anche poco utile per i cittadini. Promuoverla è un danno per gli utenti e una vergogna per chi la sostiene”, aggiunge Natale Salvo.
Le richieste di Sinistra Libertaria
Sinistra Libertaria chiede con decisione:
- Ad ATM Trapani di revocare ogni collaborazione con Moovit e rimuovere ogni riferimento all’app dal sito web e dai mezzi pubblici;
- Al Comune di Trapani di vigilare affinché le tecnologie adottate dalle aziende pubbliche non siano in contrasto con il rispetto dei diritti umani;
- Ai cittadini e utenti del trasporto pubblico di disinstallare Moovit dai propri dispositivi e informare altri di fare lo stesso.
“Anche un semplice gesto come cancellare un’app è un atto concreto contro il genocidio. Non possiamo restare indifferenti. Chi tace o collabora è complice”, conclude Salvo.