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Visita Guidata nei Luoghi della FAI – Carrara 20 luglio 2025

In un fine settimana di luglio ci siamo ritrovati all’ombra delle Apuane per due giornate di storia, memoria e convivialità, in quelle terre libere e ribelli in vista degli 80 anni della Federazione Anarchica Italiana. Dapprima abbiamo brindato “all’anarchia!” inaugurando la spumeggiante serata di sabato 19 luglio presso l’imbattibile Circolo Malatesta di Gragnana (il più longevo in assoluto essendo stato aperto attorno al 1885!) con cena sociale a base di muscoli conclusa dal concerto con canti libertari e di lotta di Riccardo Dodi. La mattina seguente abbiamo incominciato la visita guidata nei luoghi della Fai di Carrara, qui fondata proprio nel settembre del 1945, come ricorderemo l’11 e 12 ottobre. L’Archivio libreria della FAI REGGIANA ha organizzato questa iniziativa con partecipazione ad offerta libera per il convegno dell’80°, raccogliendo nel parcheggio del cimitero di Turigliano, militanti storici, simpatizzanti, curiosi, compagni e compagne provenienti da tutta Italia (…e non solo!).

È stato proprio l’angolo sconsacrato del cimitero alle porte della città la prima tappa del tour. Il marmo delle lapidi di alcuni tra i più grandi nomi dell’anarchismo di quelle terre ma non solo, è stato fondamentale per ripercorrere le biografie di militanti politici e sindacali, confinati, combattenti internazionali e partigiani, e attraverso queste la storia della Federazione e dell’anarchismo. La storia della Fai è incominciata nel 1945, ed ha attraversato questi decenni mantenendo i suoi presupposti originali, riallacciandosi all’esperienza dell’Unione Anarchica Italiana fondata nel ’20 e prima ancora con l’Internazionale Antiautoritaria (contrapposta a quella marxista) nata a Saint-Imier nel 1872. Raccogliendoci attorno alle tombe abbiamo ripercorso i cenni principali delle vite di Alberto Meschi, Romualdo Del Papa, Alfonso Failla e delle loro lotte strettamente legate a Carrara, dei partigiani Zava e Mariga che assieme a Belgrado Pedrini continueranno la Resistenza anche dopo il 25 aprile pagando a carissimo prezzo con lunghissime carcerazioni. Poco distante troviamo sepolta Paola Nicolazzi che musicò il Galeone proprio da un componimento di Belgrado scritto in prigione, e la suonò per la prima volta alla Festa di Umanità Nova nei castagneti di Gragnana. Altre storie incredibili sono poi quelle di Gogliardo Fiaschi e Gino Bibbi, l’aviatore rosso e del conterraneo Gino Lucetti, che nel 1926 attentò a Mussolini, mancandolo per un soffio, a suo nome sarà intitolato l’indimenticato Battaglion della zona durante la Resistenza. Infine impossibile dimenticare il monolite che da oltre 50 anni mostra la foto di Pino Pinelli e dall’anno scorso ha accolto anche la moglie Licia Rognini con un chiaro monito alla sua battaglia per la verità e la giustizia.

Appena usciti dal cimitero c’è stata una tappa immancabile presso il parco dedicato al regicida Gaetano Bresci, dove si trova da decenni il monumento all’anarchico che uccise Re Umberto I. Ultima opera di Sergio Signori, rimasta purtroppo incompiuta, collocata nottetempo dato che non vi erano tutti i permessi necessari. Il monumento è risultato di un grande lavoro del Comitato Pro Bresci che aveva raccolto molte altre forze politiche ad eccezione di monarchici e fascisti.

Risalendo verso il centro città abbiamo poi attraversato il “Ponte della Fai” in via Elisa, ricostruito nel 1946 dalla Fai e dalla Camera del Lavoro di Carrara, come ricorda una targa che segnala quest’opera come una fondamentale arteria, dato che serviva per il trasporto del marmo proveniente dalle cave. Questo esempio è stato molto utile per ricostruire il ruolo e la forza della Federazione nell’attività politica in città. Nel 1945 infatti la Fai a Carrara aveva 25 gruppi, di cui 17 nelle frazioni, e contava 2200 iscritti nella città toscana, nell’unico anno in cui stampò le tessere. Riuscì a divenire così la principale forza politica carrarina gestendo l’ordine pubblico in città durante le giornate del Congresso fondativo estromettendo il Prefetto. Dimostrando l’esistenza di una contro-società che non voleva rimanere utopia. Sempre nell’immediato dopoguerra nella città apuana per opera della Fai nascono cooperative, come la Lucetti o quella del Partigiano, che contano migliaia di aderenti e 32 spacci, rendendo gli anarchici capaci di gestire la ricostruzione.

Risaliti in pieno centro abbiamo fatto tappa nella piazza recentemente intitolata a Fabrizio De’ André, su cui si affaccia il Teatro degli Animosi, dove fu costituita nel 1968 l’Internazionale delle Federazioni Anarchiche (IFA). Carrara rimane un asse fondante dell’anarchismo, non solo italiano, e dopo il congresso del ’58 i compagni carrarini iniziarono un lavoro decennale per preparare il congresso internazionale del ’68. Come abbiamo visto, dunque non solo la Fai ma anche l’IFA, nasce a Carrara, e ogni 3 anni continua a riunirsi cambiando a rotazione ogni volta sede ospitante. La costituzione dell’IFA resta una tappa fondamentale per un internazionalismo serio e coerente che caratterizza gli anarchici, che non possono riconoscere o sostenere Stati e governi. L’evento vide arrivare delegati da tutti i continenti, ed ebbe una copertura mediatica europea rilevante. Sono stati anche brevemente riassunti i punti di discussione del congresso, a volte troppo semplicemente banalizzato come uno scontro tra “vecchie barbe e capelloni”, non mancò un ricco dibattito sul ruolo dello spontaneismo e dell’organizzazione. Anche Cohn-Bendit parteciperà all’evento portando tesi inconciliabili con l’anarchismo che gli faranno abbandonare il teatro.

Dietro al teatro c’è piazza Garibaldi dove sorgeva la Camera del Lavoro Sindacalista Rivoluzionaria, che tramite Meschi e Del Papa animerà durissime lotte nei settori del marmo e delle miniere. Anche sul monumento a Meschi collocato in Piazza Gramsci, in cui saremmo passati dopo, viene ricordata la conquista della giornata lavorativa a 6 ore e mezza per i cavatori ottenuta nel 1919 successivamente ad uno sciopero durato 6 mesi. L’attività sindacale in questione era molto legata all’Unione Sindacale Italiana, e si contrapponeva alla Camera del Lavoro Confederale. Non si trattava solo di una CdL cittadina o provinciale, ma Meschi vi raccolse anche istanze e lotte dei lavoratori della Lucchesia, della Versilia e della Garfagnana. Approfondendo le scelte politiche di Alberto Meschi è poi stata evidenziata anche la sua tendenza “neutralista”, egli voleva infatti tenere la CdL fuori dallo scontro sociale con le squadracce fasciste che infuriavano sempre di più in quegli anni nella loro battaglia antiproletaria. Questo sarà un grave errore che non aiuterà ad arginare lo strabordare della loro violenza.

Nella viuzza adiacente vi era una sede della Cooperativa del Partigiano, lo spaccio popolare fu l’ultimo attivo degli oltre 30 della provincia. I compagni hanno ricordato il Secchiari detto Pancetta che lavorava lì, e che non mancava di garantire anche ai giovani compagni senza un soldo in tasca un bel panino alla mortadella, “l’importante è che tu sia un compagno”. Pancetta era il bambino ancora in fasce che venne salvato rocambolescamente dall’incendio della sua abitazione di Gragnana, appiccato dai fascisti per rappresaglia verso la famiglia fermamente anarchica ed antifascista.

Appena girato l’angolo ci siamo ritrovati in un vicolo ricco di murales sulla storia della città e dell’anarchismo. Proprio in via San Piero si trova la sede della Cooperativa Tipografica il Seme. Un luogo ricco di storie, scritte e grafiche ma soprattutto di inchiostro e macchinari per stampare su carta. È proprio in questa sede che dal 1974 ininterrottamente si stampa il settimanale anarchico Umanità Nova, precedentemente stampato a Roma in via dei Taurini. Dagli anni ’70 è incalcolabile la quantità di testate che qui hanno preso forma, basti pensare alla frizzante produzione cartacea del movimento nel ’77, è proprio questa realtà autogestita che permette di realizzare manifesti, opuscoli e giornali per il movimento, grazie a un grande sforzo degli anarchici e della Fai.

Prima di arrivare in piazza Alberica abbiamo aggiunto una tappa, meno conosciuta ma fondamentale per l’attività degli anarchici in città. In uno dei lotti della breve via era infatti collocata la sede clandestina delle SAP-FAI, sin dal 1942. Altre sedi si trovavano in via Cafaggio a Gragnana e sopra al Germinal, e testimoniano l’attività degli anarchici durante la clandestinità prima sotto il Regime fascista e poi nella Repubblica Sociale. Il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) si riuniva nella sede della SAP-FAI nel centro di Carrara. Il CLN, in questa zona, era dunque pesantemente condizionato dagli anarchici, la Resistenza del ’43-45 non era che l’ultimo tassello della lunga opposizione degli anarchici al fascismo. Molti combattenti partigiani infatti erano già accorsi in Spagna in sostegno alla rivoluzione del 1936, successivamente avevano poi conosciuto i campi di internamento francesi o il confino in Italia. Sono stati anche ricordati i grandi espropri condotti da Mazzucchelli ai danni dei più abbienti e potenti, con cui finanziò il movimento partigiano, e i nomi di molti fratelli partigiani (come i Macchiarini, Ravenna e Rebecchi) e qui abbiamo reincontrato alcuni dei nomi che avevamo visto nella lapide a Turigliano. Gli anarchici in queste zone costituirono le brigate Lorano, Lucetti, Schirru e la Elio, oltre che alle SAP-FAI, altri di loro invece combatterono nella Brigata Ulivi e Venturelli e nella Buozzi.

Appena girato l’angolo poi si apre piazza Alberica, momentaneamente intitolata a Lucetti nel dopoguerra, dove il busto di Ferrer veglia sui passanti. Nell’edificio accanto sorgeva la “grande” sede della Federazione Comunista Libertaria di Massa e Carrara aperta dopo il 1945. Da questa piazza partivano inoltre i pullman che portavano i bambini nelle colonie estive negli anni della ricostruzione, come testimoniato da alcune foto dell’epoca.

La visita guidata ci ha portato poi accanto al Duomo, dove ci siamo fermati davanti alla targa dedicata a Giordano Bruno, sotto la quale si trova la sede provvisoria del Circolo Germinal. Un luogo fondamentale per le attività degli anarchici in città, dove si trovano i compagni e le compagne del Germinal da diversi anni dopo essere stati costretti a lasciare la sede storica che abbiamo raggiunto in conclusione.

Risalendo in piazza Gramsci si può osservare il monumento ad Alberto Meschi, che lo raffigura assieme ai cavatori ed al popolo vittorioso dopo le grandi conquiste sindacali del ’19 a cui abbiamo accennato poco fa. Venne inaugurato nel 1965 ed è il primo monumento dedicato ad un anarchico in Italia.

Riscendendo abbiamo raggiunto il Politeama in piazza Matteotti, il teatro in cui nel 1945 si costituì la Federazione Anarchica Italiana. Da sempre ai piani superiori si trovava la sede del Germinal, dei Gruppi Anarchici Riuniti di Massa e Carrara, così costituitisi dopo la scissione “pacciardiana” degli anni ’60 avvenuta proprio qui. Il compagno genovese Elio Fiori definì l’edificio come l’ottava meraviglia del mondo, per il passato ospitò sale adibite anche a momenti di svago, convivialità e aggregazione per tutta la città. In anni più recenti, a seguito di una speculazione edilizia l’edificio è stato danneggiato e reso inagibile, di conseguenza tolto alla Fai e reso inutilizzabile. L’ampio e ricco archivio che ospitava attualmente si trova a Torano.

La visita guidata si è poi conclusa con un pranzo conviviale presso la Trattoria La Capinera, in un ambiente arricchito dai manifesti della Critical Wine, delle Cucine del Popolo e delle opere di Flavio Costantini. Un importante momento per potersi rifocillare dopo la camminata tra compagne e compagni allietati dalla sostanziosa cucina carrarina, concludendo una ricca giornata sulla memoria di luoghi, biografie e lotte dell’anarchismo a Carrara.

Aspettando gli 80 anni della Fai, ci rivedremo a Carrara sabato 11 e domenica 12 ottobre.

 

25 07 2025
Enry Riot

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