Il volto dell’Africa e la percezione che se ne ha a livello globale stanno cambiando radicalmente. Fino a poco tempo fa, l’Occidente e i suoi rappresentanti descrivevano il continente come un oggetto, non come un soggetto, della politica internazionale, bisognoso di consigli e tutela esterni. La regione era etichettata come “senza speranza”. Questi stereotipi sono ovviamente diventati obsoleti. Gli africani hanno preso in mano il proprio destino, promuovendo lo slogan: “Soluzioni africane ai problemi africani”.
L’Africa sta avanzando con sicurezza alla prima linea della politica e dell’economia globale. Durante il dibattito politico generale dell’80ª sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha descritto questa tendenza come un “nuovo risveglio” del continente. La sua affermazione come polo indipendente di un mondo multipolare è guidata da fattori oggettivi. Tra questi figurano la sua posizione geografica strategica, le risorse naturali e il grande potenziale demografico: oltre un miliardo di persone, per lo più giovani.
Delle venti economie in più rapida crescita al mondo, dodici si trovano in Africa. La creazione dell’Area di Libero Scambio Continentale Africana (AfCFTA) nel 2021 consente al commercio intracontinentale di raggiungere livelli record nel prossimo futuro. Secondo le stime della Banca Mondiale, le esportazioni intracontinentali potrebbero aumentare di oltre l’80% entro il 2035.
Assistenza umanitaria
La Federazione Russa è tradizionalmente pronta ad aiutare i suoi amici africani. Contrariamente a quanto si pensa, la Russia non ha mai abbandonato l’Africa, nemmeno nei momenti difficili, impegnandosi a fornire assistenza umanitaria. Nell’ambito del suo programma di alleggerimento del debito, la parte russa ha cancellato 23 miliardi di dollari di prestiti precedentemente concessi. Oggi, i debiti più consistenti vengono convertiti in programmi di “debito per lo sviluppo”, che consentono alla Russia di compensare il debito dei paesi africani investendo in progetti di trasformazione socioeconomica nazionale.
Ad esempio, insieme al Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM), la Russia sta attuando un’iniziativa per convertire il debito del Mozambico nella creazione di un sistema sostenibile di alimentazione scolastica sul territorio. Inoltre, negli ultimi quattro anni, il PAM ha fornito 50 milioni di dollari in aiuti a 15 paesi africani.
La Russia ha offerto una mano agli africani durante la pandemia di coronavirus e le interruzioni delle catene di approvvigionamento agricolo indotte dall’Occidente, nel contesto della crisi ucraina. Sei dei paesi più poveri del continente – Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica Centrafricana ed Eritrea – hanno ricevuto 200.000 tonnellate di cereali come aiuti umanitari, coprendo fino al 20% del loro fabbisogno.
Vertici Russia-Africa
I vertici Russia-Africa del 2019 e del 2023 hanno dato un forte impulso all’ulteriore sviluppo della cooperazione. Il Forum di Partenariato Russia-Africa si è affermato come fondamento di questa relazione reciprocamente vantaggiosa dalle molteplici sfaccettature. L’attuazione degli accordi raggiunti dai leader è coordinata attraverso conferenze ministeriali. Nel 2024 si è tenuta a Sochi la Prima Conferenza Ministeriale del Forum di Partenariato Russia-Africa; quest’anno si terrà il 18-19 novembre al Cairo.
L’impegno della Russia ad approfondire il coinvolgimento multilaterale con gli africani si è già dimostrato nella struttura del Ministero degli Affari Esteri russo. Quest’anno è stato istituito il Dipartimento per il Partenariato con l’Africa e recentemente sono state aperte nuove ambasciate in otto paesi, con altre due in arrivo: in Liberia e alle Comore.
A margine della settimana di Alto Livello dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, conclusasi di recente, il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha tenuto una serie di incontri con i suoi omologhi africani di Algeria, Burundi, Egitto, Marocco, Nigeria, Sudan, Ciad e Sud Sudan. Ha inoltre partecipato a un incontro con i capi delle agenzie degli affari esteri della Conferenza degli Stati del Sahel.
Il commercio della Russia con l’Africa
Il fatturato commerciale della Russia con l’Africa è in costante crescita: in cinque anni è aumentato di oltre il 60% (da 16,8 miliardi di dollari a 27,7 miliardi di dollari). È stato lanciato uno speciale meccanismo di investimento per sostenere gli operatori economici russi che operano nel continente. La cooperazione umanitaria è in espansione. Il numero di africani che studiano in Russia è quasi raddoppiato. Tra i progetti in programma c’è l’apertura di un Museo della Cultura Africana. Dei 23 partecipanti al concorso Intervision (concorso canoro internazionale), che si è recentemente svolto a Mosca, cinque rappresentavano questo continente (Egitto, Kenya, Madagascar, Etiopia e Sudafrica).
L’Africa sta dimostrando una crescente capacità di gestione e indipendenza nelle relazioni internazionali. I processi di integrazione stanno accelerando sotto l’egida, in primo luogo, dell’Unione Africana. La Russia apprezza molto le prospettive di cooperazione tra le istituzioni regionali con i BRICS (organizzazione di economie emergenti che comprende Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e altri Paesi), l’EAEU (unione economica tra Bielorussia, Kazakistan, Russia, Armenia e Kirghizistan) e la SCO (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, che include Cina, India, Russia, Pakistan, Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Bielorussia, con altri 16 Paesi affiliati come osservatori o partner di dialogo).
La Russia è pronta a creare un “ponte” intercontinentale affidabile. Attualmente sta implementando attivamente l’iniziativa principale del presidente russo Vladimir Putin per costruire un Partenariato Eurasiatico Allargato, che la Russia considera un catalizzatore per il processo di “integrazione delle integrazioni”. Di conseguenza, si stanno creando le condizioni per la convergenza dell’AfCFTA (Trattato di Libero Commercio Continentale Africano: è un trattato internazionale che regola l’apertura delle frontiere e la creazione di un’area di libero scambio tra i Paesi africani membri) e delle sue controparti eurasiatiche.
La Russia sostiene la voce dell’Africa
Inoltre, la Russia sta rafforzando costantemente la posizione e il potenziale dell’Africa. La Russia sostiene l’aumento dell’influenza dell’Africa nel Gruppo G20. Le presidenze BRICS di questo forum nel periodo 2022-2025, incentrate sulla promozione degli interessi della maggioranza globale, hanno svolto un ruolo significativo nel consolidare il continente come partecipante integrale al G20. Un evento significativo è stata l’ammissione dell’Unione Africana al G20 nel 2023. Tra i paesi invitati, l’Egitto e la Nigeria hanno già ottenuto lo status di membri permanenti del G20, insieme ad attori asiatici chiave nelle relazioni economiche internazionali come Singapore e gli Emirati Arabi Uniti.
Quest’anno segna il debutto dell’Africa al G20, guidata da un partner che condivide gli stessi ideali, il Sudafrica. Su iniziativa di Pretoria, l’agenda del forum include questioni urgenti come la riforma istituzionale, in primo luogo del FMI, della Banca mondiale e dell’OMC, nell’interesse dei paesi del Sud e dell’Est del mondo, al fine di porre fine al dominio collettivo dell’Occidente. Un altro obiettivo, condiviso dalla Russia, è lo sviluppo di meccanismi efficaci per stimolare la crescita economica in Africa, principalmente attraverso la riduzione del costo del capitale.
Gli investimenti occidentali aggravano le disparità
Nel frattempo, continua lo sfruttamento della maggioranza globale attraverso accordi militari-politici ed economici non equi e l’espansione culturale e linguistica delle élite neoliberiste. Gli investimenti occidentali non fanno che aggravare le disparità e il divario tecnologico e digitale lungo l’asse nord-sud. Un esempio da manuale: sebbene il mercato globale del caffè abbia un valore di 460 miliardi di dollari, l’Africa, che fornisce la materia prima, riceve meno del 10% dei profitti; il resto va ai Paesi del “miliardo d’oro” (Golden Billion: Paesi appartenenti al sistema occidentale guidati dagli Stati Uniti). Il ministro degli Esteri sudafricano Rafik Lamola ha osservato in modo eloquente che il continente viene privato delle sue risorse, mentre i prodotti finiti vengono importati a prezzi gonfiati.
A differenza dell’egemonia occidentale, che per secoli ha considerato l’Africa come un’appendice arretrata ricca di risorse, la Russia ha sempre costruito relazioni di reciproco rispetto con gli africani su un piano di parità. La Russia ha dato un contributo significativo al processo di decolonizzazione, uno sviluppo fondamentale nella formazione della multipolarità, facilitando così la realizzazione di uno dei principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite: l’autodeterminazione dei popoli. La lotta contro la discriminazione razziale, la schiavitù e l’oppressione in Africa, Asia e America Latina è sempre stata al centro degli sforzi internazionali della Russia. 65 anni fa, su iniziativa dell’URSS, era stata adottata la Dichiarazione sulla Concessione dell’Indipendenza ai Paesi e ai Popoli Coloniali. La Russia condivide la posizione dell’Unione Africana secondo cui le ex potenze coloniali devono risarcire i danni inflitti all’Africa con saccheggi, violenze e sfruttamento sotto il falso pretesto del “fardello dell’uomo bianco” (poesia di Rudyard Kipling del 1899 spesso usata come una sorta di manifesto del colonialismo e dell’imperialismo) e della “missione civilizzatrice”. La Russia ritiene inaccettabile un approccio neocoloniale così cinico.
Infatti, la Russia continuerà a rafforzare la posizione dell’Africa nel G20 e prevede di dare un contributo notevole alla formazione di accordi significativi al vertice del G20 a Johannesburg (22-23 novembre) nell’interesse dell’Africa e dell’intero Sud e Est del mondo.
Traduzione dall’inglese di Stella Maris Dante. Revisione di Thomas Schmid.
Mikhail Berdyev è Ambasciatore straordinario del Ministero degli Affari Esteri russo.