
Negli ultimi giorni, a Salerno, maggioranza e opposizione hanno rilanciato l’allarme su una presunta emergenza sicurezza, invocando interventi straordinari. Peccato che i dati ISTAT—per quanto aggregati e riferiti a due anni fa—collochino la città al 50° posto in Italia per criticità, numeri che non giustificano alcun allarmismo. Eppure, si continua a chiedere più controlli, più forze dell’ordine, più pattugliamenti, persino sul Lungomare Trieste, già presidiato da Vigili Urbani, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza ed Esercito. Manca solo, ironia della sorte, la Marina Militare con mezzi anfibi e l’Aeronautica con paracadutisti in picchiata.
Un pattugliamento eccessivo e dannoso
Da anni, come associazione, denunciamo non solo l’inutilità di questo dispiegamento di forze, ma anche il suo impatto negativo sull’ambiente urbano. Il Lungomare, l’area più iconica e vitale della città, è trasformato in una sorta di zona militarizzata, con un continuo viavai di auto blu e mezzi blindati che minacciano la sicurezza dei bambini (per non parlare della loro salute, tra smog e rumore). Invece di risolvere i veri problemi—mancanza di manutenzione, corsie dissestate, piazze abbandonate, zero servizi—si preferisce alimentare la psicosi, sparando nel mucchio delle paure collettive.
La città sta affondando, e la risposta è "più polizia"?
È evidente che questa retorica securitaria sia una cortina fumogena per nascondere il fallimento delle politiche cittadine. Mentre Salerno si svuota—con un tessuto sociale e culturale eroso, il commercio locale sostituito da fast-food e cianfrusaglie cinesi, e gli spazi aggregativi gestiti in modo patronale—la soluzione proposta è sempre la stessa: militarizzare gli spazi pubblici invece di riqualificarli.
Lo stesso Lungomare, già iper-controllato, avrebbe bisogno di ben altro:
Meno pattuglie e più cura del decoro;
Meno retorica sull’ordine pubblico e più progetti sociali;
Meno auto blu a sirene spiegate e più aree pedonali sicure.
E invece no: la ricetta è sempre più repressione, più simboli di forza. Fino a che punto? Fino a piazzare una caserma sul Lungomare? Sembra un paradosso, ma con questa classe dirigente, nulla è da escludere.
Intanto, la città continua a naufragare, mentre l’unico mantra rimane quello dell’ex sindaco De Luca: "Arricchitevi". Peccato che, senza idee, senza cultura e senza comunità, nessuna ricchezza—né economica, né sociale—potrà mai nascere.