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Software Libero nel Mondo - Episodio 10 - Sanità Pubblica

Submitted by enzo de simone on
sanità

La sanità è uno dei settori più delicati della società: ospedali, ambulatori e centri di ricerca gestiscono enormi quantità di dati sensibili, dai fascicoli sanitari elettronici ai registri epidemiologici. In questo contesto, il Software Libero è diventato una scelta sempre più diffusa e strategica.

Perché il Software Libero in sanità

  • Sicurezza e privacy: il codice aperto consente di verificare eventuali vulnerabilità o backdoor, garantendo una maggiore protezione dei dati dei pazienti.

  • Costi ridotti: le soluzioni libere abbattono i costi delle licenze, liberando risorse per la ricerca e le cure.

  • Interoperabilità: standard aperti permettono a sistemi diversi di comunicare, evitando i silos digitali che rallentano l’assistenza.

  • Adattabilità: software libero significa poter personalizzare strumenti per esigenze locali, linguistiche e cliniche specifiche.

Esperienze internazionali

  • OpenMRS (Open Medical Record System): utilizzato in centinaia di ospedali in Africa e Asia, per gestire milioni di cartelle cliniche, soprattutto nei programmi di lotta all’HIV.

  • GNU Health: un sistema completo di gestione ospedaliera, usato in Spagna, Argentina e in altri Paesi, sviluppato dalla comunità internazionale.

  • DHIS2 (District Health Information System 2): piattaforma open source per raccogliere e analizzare dati sanitari, adottata da oltre 70 nazioni e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

L’esperienza italiana

In Italia diverse regioni hanno sperimentato software libero per la gestione sanitaria:

  • Regione Emilia-Romagna: ha adottato soluzioni open source per la gestione dei flussi informativi ospedalieri.

  • Progetti locali: molte ASL hanno migrato parte dei sistemi documentali e amministrativi a LibreOffice.

Il Software Libero in sanità non è solo una questione economica: è una scelta etica.
Significa garantire che i dati sulla salute dei cittadini restino sotto controllo pubblico e che la tecnologia sia al servizio della cura, non del profitto.