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La Spezia: dal corteo all’acampada

In piazza a La Spezia sabato 27 settembre sono scese in piazza circa 5000 persone per dire no a SeaFuture, fiera bellica del settore marittimo che si è aperta lunedì 29 settembre presso l’Arsenale Marittimo Militare della città ligure. La manifestazione è stata organizzata congiuntamente da Riconvertiamo Seafuture, soggetto che da tempo si oppone alla fiera militarista, e dal Coordinamento Restiamo Umani che aveva convocato a La Spezia la manifestazione del 31 maggio scorso. Una manifestazione plurale, durante la quale sono intervenute al microfono ben 25 realtà diverse, tra cui il Coordinamento Antimilitarista di Carrara, l’Assemblea Antimilitarista torinese, la Federazione Anarchica Livornese, ma anche partiti, e movimenti come No Base e il Presidio permanente “Flotilla di terra” di Livorno, associazioni come Emergency e soggetti locali come Murati Vivi che denuncia la militarizzazione e la chiusura dell’accesso al mare di importanti parti della città a causa delle infrastrutture belliche. Durante la manifestazione ci sono state azioni e momenti comunicativi come la lettura da parte di Non Una di Meno Spezia di un testo sulla Palestina, la ridenominazione di Piazza Chiodo in Piazza Palestina libera, la chiusura simbolica con una rete da cantiere dell’accesso ai portici dell’Ammiragliato, sede del potere militare in città, con su scritto “oggi i murati vivi siete voi”.

La manifestazione di maggio aveva forse visto una partecipazione più alta nei numeri, probabilmente anche perché più focalizzata sul tema della Palestina, e per effetto della partecipatissima manifestazione antifascista che si era tenuta pochi giorni prima. Il corteo di sabato 27 settembre, più focalizzato invece sulla fiera bellica, è riuscito a far emergere forte e chiara in una città militare e militarizzata come La Spezia l’opposizione alla guerra e alla produzione bellica.

Significativo che al termine della manifestazione sia iniziata un’acampada con tende montate proprio di fronte all’ingresso dell’Arsenale. Non era scontato che in una città come La Spezia si riuscisse a sviluppare la lotta su questo piano, ma ha funzionato e alcune decine di persone sono rimaste in piazza per la notte. La manifestazione e l’acampada avvengono in un clima particolare, le autorità hanno innalzato l’allerta in città, c’è la sorveglianza armata da alcuni edifici, ed era presente uno schieramento ingente di polizia con una decina di camionette. Nella notte a poca distanza dalle tende, non sono solo passati i poliziotti in borghese, ma anche gruppetti di fascisti a far foto e farsi vedere, con chiaro intento provocatorio. Un gruppetto ha anche sfilato con caschi in mano nelle vie del centro. Provocazione più che mai chiara è stata quella dell’assessore spezzino Brogi della Lega che si è avvicinato alle tende facendo riprese mentre era in corso l’assemblea serale di sabato. I presenti lo hanno invitato ad allontanarsi facendogli intendere che non avrebbe trovato ciò che cercava. Molto più grande è stata la solidarietà che l’acampada ha raccolto, la prima sera sono state portate delle pizze, molte persone sono passate a portare cibo e ad esprimere il proprio supporto e aiuto, tra cui anche alcuni lavoratori che attraversano la piazza. Per questo l’assemblea partecipata, con oltre 150 persone, di cui la maggior parte non militanti ma “semplici” abitanti di La Spezia, di domenica 28, ha deciso di proseguire nei giorni successivi l’acampada, che lunedì 29 si è andata ad intrecciare con lo sciopero studentesco e corteo delle scuole.

Importante in questo momento è che l’iniziativa rimanga indipendente da ogni cappello politico o sindacale. È una fase particolare, c’è il tema della Flotilla che ha sicuramente smosso gli animi da queste parti del mondo, a cui si è sovrapposta la chiamata del 22 settembre dello sciopero del sindacalismo di base: queste cose si sono unite con la questione delle armi che vengono prodotte a La Spezia e vengono vendute all’interno di questa fiera. La nostra opposizione al commercio di armi si è unito all’appello più generale al blocco della logistica delle armi che vengono vendute a Israele, e più in genere che vengono impiegate in guerra. Il 22 settembre è stato il primo giorno di blocco, adesso in Italia sembra che si stia muovendo qualcosa di nuovo, la manifestazione e l’acampada di La Spezia si colloca pienamente in questo contesto.

Badabing e D.

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