La storia delle innovazioni è un pendolo tra fascinazione e timore. Dai telai meccanici osteggiati dai Luddisti al panico morale per l’elettricità, fino all’informatica degli anni ’70-’90, l’ansia si ripresenta con nuovi abiti. L’Intelligenza Artificiale è l’ultimo “lupo cattivo”: evoca disoccupazione di massa, perdita di autonomia, persino il mito della creatura che si ribella.
| Innovazione | Paure dominanti | Esiti storici |
|---|---|---|
| Macchina a vapore, telai | Fine del lavoro umano qualificato | Nuovi lavori, ma anche questione sociale e lotte per i diritti |
| Elettricità | Forze “innaturali”, pericolo diffuso | Standard universale, produttività e qualità della vita |
| Informatica & Internet | Controllo politico, sorveglianza, alienazione | Nuove economie, ma diritti digitali incompiuti |
| AI (presente) | Macchine autonome, lavoro a rischio, perdita di “centralità umana” | Esito aperto: dipende da norme, governance e cultura |
Le macchine non “sostituiscono” gli umani in astratto: sono i rapporti di potere a ridefinire i ruoli. E qui entra in gioco la politica del digitale.
Nel mondo greco, divino e umano si mescolavano: l’ibridazione era parte dell’ordine cosmico. Prometeo introduce la tecnica, infrange gerarchie e ne paga il prezzo; Frankenstein, il “Moderno Prometeo”, sposta la tensione sul riconoscimento reciproco tra creatore e creatura. Oggi i nostri timori sull’AI ripropongono quel nodo: chi riconosce chi, con quali diritti e quali limiti?
Non temiamo la tecnologia in sé, ma l’asimmetria tra chi la controlla e chi la subisce.
Oggi pochi soggetti privati controllano infrastrutture (cloud, compute), modelli (linguistici e multimodali), dati (provenienti anche dagli utenti) e narrazioni (agenda setting). Il risultato è una AI estrattiva: la ricchezza cognitiva prodotta socialmente viene catturata da pochi.
Mezzi materiali
Data center e GPU/TPU
Reti e CDN globali
Piattaforme cloud e API proprietarie
Mezzi immateriali
Modelli e pesi non aperti
Dataset non trasparenti
Standard de facto, lock-in e clausole d’uso
La vera linea di rottura non è “umani vs macchine”, ma cittadini vs oligopoli. E questo è un terreno politico-istituzionale, non fantascientifico.
L’eroe contemporaneo non è il genio solitario: è la massa organizzata che pratica trasparenza, interoperabilità, cooperazione. L’eroismo oggi è mutualistico: si costruisce in scuole, biblioteche, associazioni, PA, imprese sociali, gruppi locali.
Conoscenza come bene comune
Educazione digitale diffusa e permanente
Open data pubblici e ricerca riproducibile
Accesso equo alle risorse computazionali
Tecnologie davvero aperte
Software libero, open weights, dataset trasparenti
Diritto all’interoperabilità e al fork
AI pubblica per servizi essenziali (sanità, istruzione, giustizia)
Solidarietà e mutualismo
Piattaforme cooperative e governance condivisa
Reti territoriali di supporto tecnico e culturale
Redistribuzione del “tempo liberato” dall’automazione
Diritto a restare umani
Tutele nella transizione (formazione, redditi, sicurezza)
Nuove forme di cittadinanza digitale attiva
Controllo democratico degli algoritmi ad impatto sociale
Cosa fare adesso: un’agenda pratica
Sostituire strumenti proprietari con equivalenti liberi (Matrix/Element, Mastodon, PeerTube, Nextcloud, Linux).
Finanziare progetti open con micro-donazioni ricorrenti.
Creare media civici locali e alfabetizzazione AI di base.
Partecipare a progetti di AI civica: dataset locali, etichettatura collaborativa, audit di modelli.
Costruire cooperative digitali per sviluppo, hosting, manutenzione.
Interoperabilità obbligatoria e portabilità dei dati “one click”.
Trasparenza su dataset e pesi per sistemi ad alto impatto.
Procurement pubblico orientato a software libero e open standards.
Infrastrutture pubbliche (compute, storage, modelli di base) come beni comuni europei.
Antitrust efficace su dati, cloud e IA come mercati integrati.
Anche tu nel locale puoi partecipare e diffondere questi concetti, ad esempio:
Mappatura scuole, biblioteche, PA e associazioni disponibili a percorsi su AI aperta.
Laboratori pratici: installazione strumenti liberi, esercizi con modelli open e dataset locali.
Rete civica per condividere guide, modelli, policy d’uso etico e trasparente.
Non abbiamo bisogno di eroi solitari per “sconfiggere” la tecnologia. Abbiamo bisogno di comunità vigili, capaci di costruire strumenti, saperi e istituzioni che riducano l’asimmetria di potere. La paura si dissolve quando partecipiamo, l’incertezza si doma quando condividiamo.
Conoscenza sempre libera e aperta. Libertà assoluta e non negoziabile. Solidarietà e mutualismo come pratica quotidiana. Da qui si comincia.