Salta al contenuto principale

Basta produzioni di armi. La Spezia – riconvertire Seafuture!

Nel cuore di La Spezia, città storicamente legata al mare e alla cantieristica, si prepara la nuova edizione di SeaFuture 2025, un evento che da fiera civile della blue economy, si è trasformato in un salone militare navale a tutti gli effetti interamente dedicata al commercio bellico internazionale.

Sponsorizzato dalle aziende leader della produzione bellica – tra cui Leonardo, Fincantieri, MBDA, Elettronica Group, Intermarine – e sostenuta dalla Marina Militare italiana, SeaFuture ospiterà oltre 150 delegazioni militari da tutto il mondo comprese quelle di regimi autoritari e paesi coinvolti in guerre. Non si parlerà di pace ma di guerra elettronica, cyber-difesa, produzione e vendita di armamenti, compresi i cosiddetti “dual use”, ovvero tecnologie civili facilmente convertibili all’uso militare.

Nel pieno di un’escalation bellica globale e del genocidio del popolo palestinese sotto gli occhi del mondo intero, La Spezia si appresta ad accogliere un evento che normalizza e celebra il mercato delle armi, una scelta che appare inoltre in netto contrasto addirittura con l’articolo 11 della costituzione italiana che sancirebbe il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Gravissimo il coinvolgimento delle scuole del territorio, chiamate a partecipare con progetti, visite, competizioni e attività di PCTO (alternanza scuola/lavoro) che coinvolgono i ragazzi delle scuole della provincia. Questa partecipazione rischia di militarizzare ulteriormente la scuola e distorcerne i percorsi formativi esponendo gli studenti a un messaggio implicito che legittima il conflitto armato e l’industria bellica.

L’evento arriva in un momento in cui l’Unione Europea vara piani di riarmo da centinaia di miliardi di euro e la NATO chiede ai Paesi membri di destinare il 5% del PIL alle spese militari, mentre mancano risorse per sanità, scuola e ambiente.

Tutto questo sta succedendo in una città che ha un arsenale ancora da bonificare, un litorale precluso alla popolazione perché occupato dalla Marina Militare che sottrae di fatto l’accesso al mare ai suoi stessi abitanti. Una città che rischia di diventare un emblema di guerra e di morte con la presenza crescente di fabbriche di armi e di organizzazione di eventi come SeaFuture.

Contro tutto questo si chiede la riconversione di SeaFuture in una fiera civile orientata alla sostenibilità; la fine del coinvolgimento delle scuole in eventi a carattere bellico; l’appello richiama inoltre lo stop alla cooperazione militare con Israele e a sanzioni per le violazioni dei diritti umani.

Vogliamo la demilitarizzazione di La Spezia e la riconversione dell’industria bellica e degli spazi militari a uso sociale.

Vogliamo un futuro di pace, di giustizia e solidarietà internazionale.

CORTEO 27 SETTEMBRE ORE 15:30

PIAZZA BRIN – LA SPEZIA

COSTRUIAMO LA PRESENZA LIBERTARIA ANTIMILITARISTA AL CORTEO

Riconvertiamo SeaFuture – Coordinamento antimilitarista

L'articolo Basta produzioni di armi. La Spezia – riconvertire Seafuture! proviene da .

Fonte
https://umanitanova.org/feed/