Il Consiglio Comunale di Mamoiada (NU) ha approvato ieri, 30 luglio 2025, una mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina e di solidarietà nei confronti di Francesca Albanese. Mozioni simili sono state approvate o presentate anche in altri comuni della Sardegna.
Dopo l’approvazione della mozione, il sindaco di Mamoiada Luciano Barone ha appeso la bandiera della Palestina, donata dalla consigliera della minoranza Anna Pau, sulla facciata del Comune.
Il testo della Mozione
COMUNE DI MAMOIADA – IL CONSIGLIO COMUNALE
OGGETTO: riconoscimento dello stato di Palestina da parte dello Stato e delle istituzioni internazionali e solidarietà alla nostra connazionale e Relatrice ONU Francesca Albanese.
Premesso che
- Il riconoscimento dello Stato d’Israele da parte dell’ONU (1949) e dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (1988), gli Accordi di Oslo (1993-95) sottoscritti dalle parti ed il nutrito pacchetto di risoluzioni ONU costituiscono il quadro di riferimento giuridico necessario per dar corso al riconoscimento dello Stato di Palestina;
- lo Stato di Palestina è stato riconosciuto dalla risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazione Unite del 29 novembre 2012 come “Stato osservatore permanente non membro” presso l’organizzazione;
- il Parlamento europeo ha riconosciuto in linea di principio lo Stato di Palestina con la risoluzione 2014/2964 (RSP) approvata in data 17/12/2014;
- il 10 aprile 2024 l’Assemblea Generale dell’ONU ha adottato la risoluzione intitolata “Ammissione di nuovi membri alle Nazioni Unite” (documento A/ES-10/L.30/Rev.1) con 143 voti favorevoli, 9 contrari e 25 astensioni. La risoluzione stabilisce che lo Stato di Palestina è qualificato per l’adesione alle Nazioni Unite in conformità con l’articolo 4 della Carta delle Nazioni Unite e dovrebbe, pertanto, essere ammesso a far parte dell’Organizzazione come membro a tutti gli effetti;
- il 18 aprile 2024 la proposta di risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU S/2024/312, necessaria per l’effettiva adesione della Palestina come stato membro, è stata accolta da 12 dei 15 paesi votanti, ma bloccata dall’unico voto contrario degli Stati Uniti;
Considerato che
- alla fine di maggio 2024 Spagna, Norvegia, Slovenia e Irlanda si sono unite al gruppo di Stati membri dell’ONU che riconoscono formalmente lo Stato di Palestina;
- sono ormai 146 su 193 Stati membri delle Nazioni Unite, oltre il 75% degli Stati Membri, che hanno riconosciuto formalmente lo Stato di Palestina, entro i confini antecedenti la guerra del 1967 e con Gerusalemme capitale condivisa, quale passo fondamentale per una equa soluzione politica del conflitto che porti ad una pace duratura; Copia informatica per consultazione;
- lo Stato di Palestina è attualmente membro della Lega araba, dell’Organizzazione della cooperazione islamica, del G77, del Comitato Olimpico Internazionale, dell’UNESCO e di varie altre organizzazioni internazionali;
- il riconoscimento internazionale dello Stato di Palestina è un passo fondamentale per equiparare la sua condizione sul piano politico a quella di altri Stati, riconoscere le aspirazioni legittime ad avere uno Stato da parte dei palestinesi e ribadire le tutele previste dal Diritto Internazionale;
- risulta ormai evidente quanto sia indispensabile che le Nazioni Unite e l’Unione Europea non si fermino alle dichiarazioni di condanna ed al richiamo alle parti di fermare la violenza ma che prendano posizioni vincolanti per eliminare le cause che provocano continui bombardamenti e morti di civili fra Israele e Palestina. La mediazione degli Enti Internazionali deve avere il fine dell’immediato cessate il fuoco, di far terminare l’occupazione militare israeliana e della colonizzazione dei Territori Palestinesi Occupati ed il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale in tutto il territorio proteggendo bambini, civili, ospedali e le zone sotto sorveglianza UN come spesso disatteso in questi ultimi mesi da un’escalation militare che deve essere fermata.
Ricordato che
- la politica estera italiana fin dagli anni ’70 è sempre stata trasversalmente impegnata per la pace in Medio Oriente e per il riconoscimento dei diritti legittimi del popolo palestinese;
- su iniziativa italiana l’Europa, con la Dichiarazione di Venezia del 1980, riconobbe il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese;
- nel 2012 all’Assemblea delle Nazioni Unite l’Italia votò a favore dell’ammissione della Palestina quale Stato osservatore all’ONU;
- nel dicembre 2014 il Parlamento italiano ha approvato una mozione che impegnava il governo a “sostenere l’obiettivo della costituzione di uno Stato palestinese” e a promuovere il riconoscimento della Palestina quale stato democratico e sovrano entro i confini del 1967, con Gerusalemme capitale condivisa”, sostenendo e promuovendo i negoziati diretti fra le parti;
- nelle comunicazioni al Senato della Presidente del Consiglio in data 25 ottobre 2023 si sosteneva che “In tutti i contesti, e con tutti gli interlocutori, ho sottolineato l’importanza di contribuire alla de-escalation del conflitto e riprendere quanto prima un’iniziativa politica per la regione, non solo per risolvere l’attuale crisi ma per arrivare a una soluzione strutturale sulla base della prospettiva “due popoli, due Stati”;
- la prospettiva “due popoli, due Stati” non può essere raggiunta senza il previo riconoscimento dello Stato di Palestina, laddove oggi l’unico Stato riconosciuto dal nostro Paese è lo Stato di Israele;
- l’articolo 11 della Costituzione italiana stabilisce che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa e risoluzione delle controversie internazionali, consentendo, in condizioni di parità con gli altri Stati, le limitazioni di sovranità necessarie per un ordinamento che promuova la pace e la giustizia tra le nazioni. In pratica, l’articolo afferma l’adesione dell’Italia ai principi di pace e cooperazione internazionale, accettando anche limitazioni alla propria sovranità per aderire ad organizzazioni internazionali che mirano a questi obiettivi.
Visto che
- in occasione della 59a sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, la Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati dal 1967, Francesca Albanese, ha presentato il suo ultimo Rapporto “From economy of occupation to economy of genocide” (datato 30 giugno 2025);
- il documento analizza l’evoluzione dell’occupazione israeliana in Palestina come progetto coloniale, alimentato e sostenuto da un ampio apparato economico-industriale che, secondo la Relatrice Speciale, ha raggiunto un nuovo stadio: quello dell’”economia del genocidio”. “Mentre i leader politici e i governi si sottraggono ai loro obblighi, troppe entità aziendali hanno tratto profitto dall’economia israeliana dell’occupazione illegale, dell’apartheid e ora del genocidio”, si legge nel Rapporto.
- settori chiave come l’industria militare, il settore tecnologico, il sistema finanziario e quello accademico sono profondamente integrati nell’infrastruttura dell’occupazione. In particolare, il Rapporto documenta come imprese israeliane e multinazionali (tra cui Elbit Systems, Lockheed Martin, Google, Microsoft e Amazon) abbiano fornito strumenti, tecnologie e supporto logistico che hanno alimentato il massiccio utilizzo della forza contro la popolazione civile palestinese. Queste collaborazioni includono forniture di armamenti, sistemi di sorveglianza biometrica, analisi predittive tramite intelligenza artificiale e servizi cloud critici per le operazioni militari.
Dato atto che sulla base del rapporto sopra citato la Relatrice ONU Francesca Albanese è stata oggetto di un vergognoso e feroce attacco, sia politico che mediatico, dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato sanzioni pesanti contro la sua persona;
Preso atto che sarebbe la prima volta nella storia dell’occidente di applicazione di sanzioni nei confronti di una persona fisica, autorevole rappresentante delle Nazioni Unite che ha avuto il coraggio di mettere a “nudo”, in un report dettagliato, tutte le complicità delle aziende occidentali con il genocidio in corso in Palestina;
Necessario dare un segnale forte di solidarietà e sostegno ad una nostra connazionale, eccellenza del diritto internazionale, che ha dimostrato estremo coraggio nel denunciare non solo i crimini di Israele contro la popolazione inerme di Gaza e dei territori, ma anche le complicità politiche, economiche e commerciali a sostegno dell’occupazione israeliana;
IL CONSIGLIO COMUNALE DI MAMOIADA
- esprime, con un atto forte e ufficiale, la vicinanza della comunità mamoiadina alla Relatrice ONU Francesca Albanese e il profondo orgoglio per il suo encomiabile operato e stigmatizza gli attacchi politici e mediatici ricevuti in relazione al report “From economy of occupation to economy of genocide” (datato 30 giugno 2025);
Chiede al governo Italiano
- di riconoscere a tutti gli effetti lo Stato di Palestina come entità sovrana, nei confini precedenti all’occupazione del 1967 e con Gerusalemme capitale condivisa;
- ad agire in sede ONU per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere alla Palestina e a Israele di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità;
- ad impiegare tutti gli strumenti politici, diplomatici e di Diritto Internazionale per fermare la colonizzazione e l’annessione dei Territori Occupati Palestinesi;
- di esprimere la vicinanza dello Stato Italiano alla nostra connazionale e Relatrice ONU Francesca Albanese.
IMPEGNA IL SINDACO
- a farsi interprete di tali istanze e ad attivarsi verso gli altri Sindaci ed Amministrazioni della Regione Sardegna per concordare un’azione comune di sensibilizzazione delle rappresentanze politiche parlamentari;
- ad adoperarsi, affinché l’Amministrazione tutta, unita al Consiglio Comunale e alle altre istituzioni del paese, coltivino e promuovano sul territorio di Mamoiada, ed in particolare presso le giovani generazioni, i più alti valori di pace, democrazia, rispetto dei diritti umani e libertà dei popoli;
- a dare massima diffusione del presente Ordine del Giorno alla cittadinanza e alle associazioni, e ad inoltrarlo:
a) al Presidente del Parlamento Europeo
b) al Presidente della Repubblica Italiana;
c) al Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana;
d) al Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale della Repubblica italiana
e) al Presidente del Senato della Repubblica italiana;
f) al Presidente della Camera dei deputati della Repubblica italiana;
g) ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari;
h) alla Presidente della Regione Sardegna
i) alle Sindache, ai Sindaci, ai Presidenti delle Unioni dei Comuni e Comunità Montane nonché ai Commissari delle Province e Città metropolitani di Cagliari e Sassari.