Questa notte Israele ha fermato la nave Handala della Freedom Flotilla in acque internazionali e sequestrato i 21 membri dell’equipaggio. Tra loro c’era anche il giornalista e attivista ecopacifista Antonio Mazzeo, che adesso si trova nelle mani dell’IDF. Di lui, dell’altro volontario italiano Tony La Piccerella, come di tutti gli altri internazionalisti, (nel momento in cui si scrive) non si hanno più notizie dalle 22.45 (orario italiano) quando due motoscafi israeliani hanno abbordato la nave umanitaria diretta a Gaza.
Oltre venti soldati israeliani sono saliti a bordo armati, pronti a puntare i loro fucili sugli attivisti. Loro li aspettavano con le mani alzate, intonando Bella Ciao. Indossavano i giubbotti arancioni di salvataggio, seduti uno accanto all’altro, in circolo, sul ponte dell’imbarcazione.
Ecco il video dell’assalto: https://www.instagram.com/reel/DMldNMFsxbz/?igsh=MWZ6bGY3bHppM2tnMw%3D%3D
Al centro di questo cerchio umano, gli aiuti e i doni per i bambini da portare a Gaza. Orsacchiotti di peluche, giraffine, bambolotti, un triceratopo di pezza. Molti di questi giocattoli erano stati inviati dai bambini di Siracusa e di Gallipoli. La Handala è stata infatti ormeggiata per mesi ad Augusta (Siracusa) e poi è salpata, esattamente una settimana fa, dal porto pugliese.
Durante una diretta, Mazzeo aveva spiegato che i bambini di Gaza attendevano con ansia i doni che i loro “amichetti” italiani gli stavano inviando. Dove c’è un genocidio, dove c’è lo sterminio per fame pianificato, era stata creata una connessione di amicizia tra le due sponde, tra la costa sud est martoriata del Mediterraneo ed il suo cuore.
Gli attivisti difendevano con i loro corpi questa connessione e questa promessa di pace.
Ed è esattamente questo, l’amicizia tra i popoli mediterranei, che minaccia l’esistenza di Israele, non Hamas, il terrorismo o un fantomatico “antisemitismo”.
La barbarie che è accaduta in diretta ieri notte davanti ai nostri occhi, l’arrembaggio armato di una nave umanitaria in acque internazionali da parte di un esercito, ne è l’inconfutabile dimostrazione.
La Handala è stata fermata a 40 miglia dalla costa di Gaza in uno specchio d’acqua che non era di giurisdizione israeliana. L’allarme era scattato alle 19.30 orario italiano (20.30) orario locale.
Io e l’analista geopolitico Stefano Orsi avevamo organizzato assieme ad Antonio Mazzeo una diretta dalla nave proprio per quell’ora. Antonio si è collegato avvisandoci che era scattato l’allarme, doveva unirsi al resto degli attivisti e prendere posizione secondo le misure di sicurezza previste.
L’equipaggio era formato da cittadini di USA, Svezia, Norvegia, Francia, Spagna, Australia, Tunisia, UK, oltre l’Italia. Presenti anche due giornalisti di Al Jazeera provenienti da Marocco e Iraq. A bordo c’erano anche una parlamentare e una europarlamentare francesi.
In base a quanto riferito da Mazzeo, due barconi veloci israeliani erano salpati due ore prima per intercettare la nave della Freedom Flotilla e impedirle di raggiungere Gaza, forzando il blocco. In precedenza si erano addestrati assieme al battaglione San Marco.
Il giornalista messinese ha denunciato in diretta la complicità dei governi occidentali nell’arrembaggio compiuto dai soldati israeliani, che sarebbe poi avvenuto tre ore dopo.
“E’ da almeno 24 ore che la comunità internazionale è a conoscenza della decisione delle forze armate israeliane di mandare una truppa d’assalto per andare all’arrembaggio della nave, come i pirati di qualche secolo fa”.
Anziché costringere Israele a rispettare il diritto di navigazione ed il diritto internazionale umanitario, lasciando che Handala portasse a termine la sua missione di soccorso al popolo palestinese, le cancellerie di USA e Ue hanno trattato con le autorità israeliane l’approdo della nave umanitaria ad Ashdot e il rimpatrio del suo equipaggio.
“Ne dovranno rispondere non soltanto Netanyahu ma anche i governi europei e degli Stati Uniti per il crimine contro l’umanità del sequestro della nave, dell’equipaggio e della sua eventuale espulsione”, ha affermato Mazzeo.
Tutto è accaduto molto in fretta. Gli attivisti avevano un buon animo, determinati a portare a termine la loro missione umanitaria. Per sfuggire all’intercettazione hanno cercato l’aiuto delle autorità egiziane, chiedendo il permesso ad entrare in acque territoriali. Permesso negato. La nave ha virato a sud per mantenere una navigazione parallela alla costa egiziana, intenzionata a chiedere soccorso alla guardia costiera egiziana in caso di assalto.
La situazione è precipitata dopo le 21.30 circa, quando sui radar sono apparsi due imbarcazioni israeliane. Si avvicinavano alla Handala da direzioni opposte, per effettuare l’arrembaggio.
L’attivista dell’ISM Huwaida Arraf, statunitense di origini palestinesi, ha chiesto il mayday alle autorità egiziane. Ripetutamente. Non è arrivata nessuna risposta.
Al largo delle coste libanesi, in base ai tracciati di Itamilradar, navigava un’imbarcazione militare italiana, la fregata Carabiniere della nostra marina militare. Inoltre è stato tracciato il volo di un elicottero SH-90A NH Industries (matricola MM81577), sempre della nostra marina. Entrambi impiegati nell’operazione Mare Sicuro al largo di Israele ed Egitto.
A dispetto del nome della loro missione, non sono entrati in operazione per difendere la sicurezza di due cittadini italiani attaccati in acque internazionali.
“Quello che sta accadendo dovrebbe farci riflettere sulla responsabilità dei governi USA ed europei, non solo per armare Israele, ma anche per consentire che il Mar Mediterraneo, il mare nostrum, il mare dei popoli che vi si affacciano, sia ormai proprietà di Israele”, aveva denunciato poco prima Mazzeo in chiusura del nostro collegamento.
Così, Handala è stata lasciata sola.
Quando i barconi veloci israeliani si trovavano a tre miglia, le autorità israeliane hanno avvertito gli attivisti di non forzare il blocco. Arraf ha risposto che Israele non ha alcuna autorità per imporre un blocco marittimo, non ha alcuna autorità per intercettare una nave umanitaria in acque internazionali, non ha alcuna autorità per impedire che degli aiuti umanitari siano consegnati ai bambini di Gaza. Ha risposto che il governo di Israele sta compiendo un crimine contro l’umanità affamando il popolo palestinese.
Dopo pochi minuti, uomini in mimetica, armati di fucili di guerra, arrivati a bordo di due motoscafi militari, hanno assaltato l’imbarcazione umanitaria. Alle 22.43 hanno spento le videocamere di bordo. Quelle sono le ultime immagini degli attivisti che abbiamo al momento. Da allora di Antonio e degli altri 20 compagne e compagni dell’equipaggio non abbiamo alcuna notizia.
Per aiutare Antonio Mazzeo, Tony La Piccerella non ci resta che scrivere al nostro governo affinché si muova per il loro rilascio, come chiede l’organizzazione della Freedom Flotilla. Ma non può bastare.
Israele ha commesso un atto di pirateria non per difendere il proprio diritto all’esistenza. La nave umanitaria, con a bordo pacifisti non violenti, carica di giocattoli e orsacchiotti di peluche, non costituisce alcuna minaccia per Israele ed il suo popolo. Costituisce invece un ostacolo tra il governo israeliano e il suo obiettivo di pulizia etnica contro i palestinesi. Costituisce una minaccia per il blocco illegale che affama e uccide Gaza, per la carestia pianificata che Israele utilizza come arma di guerra contro i bambini palestinesi.
L’assalto alla nave umanitaria Handala ha svelato ancora una volta gli intenti di Netanyahu. Ha spezzato il sogno dei bambini palestinesi e dei bambini italiani che volevano aiutarli. Ha spezzato il diritto internazionale umanitario, il diritto di navigazione. Ha insultato ciò che resta della nostra umanità, ogni anelito di libertà e democrazia che resta alla nostra civiltà euro-mediterranea. La società civile non può restare a guardare, mentre Israele pianifica un genocidio per fame, calpestando i nostri principi e i nostri valori, la nostra umanità.