La prospettiva di riaprire la miniera Cobre Panamá, gestita dalla canadese First Quantum Minerals, continua a suscitare forte resistenza da parte dei cittadini e contestazioni legali.
Nonostante le campagne a favore della sua riattivazione, un ampio settore della popolazione si oppone al progetto, citando come motivo principale la difesa dell’ambiente, secondo recenti sondaggi e manifestazioni.
La miniera, situata in una zona chiave del corridoio biologico mesoamericano, ha accumulato più di 230 infrazioni ambientali in un decennio, tra cui danni a fiumi, suoli e biodiversità. Nel 2023, la Corte Suprema di Giustizia ha dichiarato incostituzionale il contratto con Minera Panamá, una sentenza che ha segnato una svolta nella lotta ambientale del Paese.
Mentre il governo del presidente José Raúl Mulino assicura che non ci sono piani immediati di riapertura, l’azienda ha avviato procedimenti di arbitrato internazionale e avverte che farà valere i propri diritti legali. Parallelamente, le comunità indigene denunciano restrizioni all’accesso ai loro territori, nonostante la chiusura ufficiale dell’attività.
Il caso di Cobre Panamá pone il Paese di fronte a un bivio tra sovranità ambientale, rispetto del diritto e interessi economici. La società civile panamense chiede trasparenza, partecipazione e un modello di sviluppo che non sacrifichi le sue risorse naturali in cambio di profitti a breve termine.
Traduzione dallo spagnolo di Stella Maris Dante. Revisione di Thomas Schmid.