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La forza dei simboli: la Global Sumud Flotilla e il diritto alla pace

Inviato da enzo de simone il
GSF

Non c’è solo la parola per comunicare. Esistono anche i simboli, e a volte parlano più forte di qualsiasi discorso. È questo il grande valore della Global Sumud Flotilla, una missione pacifica che ha scelto il Mediterraneo come spazio di resistenza nonviolenta.

Mentre si progettano “piani di pace” coloniali e il mondo assiste quasi inerme al genocidio del popolo palestinese, un gruppo di volontari senza capi, organizzati dal basso, ha intrapreso un viaggio carico di significato. Senza armi né violenza, hanno fatto sentire una voce forte in favore della pace, senza se e senza ma.

La risposta è stata brutale: Israele ha attaccato la Flotilla in acque internazionali, compiendo un atto di pirateria che non può e non deve essere ignorato. Questo gesto mostra ancora una volta il disprezzo per il diritto internazionale e per le regole minime di convivenza tra Stati.

Il risultato concreto della Flotilla non si misura in termini materiali, ma nel suo immenso valore simbolico. La missione ha spostato l’attenzione mondiale sul Mediterraneo, mettendo in luce l’arroganza con cui Israele tratta non solo la popolazione palestinese, ma l’intera comunità internazionale. Ogni gesto di resistenza pacifica diventa così un faro che denuncia, testimonia e chiama all’assunzione di responsabilità.

Non è tempo di distinguo

Di fronte alla più grande e ignobile pulizia etnica del XXI secolo, non è tempo di distinguo. Israele annuncia nuovi bombardamenti, mentre a Gaza uomini, donne, bambini, anziani e malati muoiono di fame e sotto le bombe.

È invece il tempo delle coscienze. Il tempo della pace.
Il tempo di sostenere la popolazione civile che resiste a mani nude, chiedendo al mondo di non voltarsi dall’altra parte.