
La Global Sumud Flottiglia (GSF) nasce come un’iniziativa di pace, senza padroni, senza bandiere e senza capi. Un progetto collettivo, coordinato dal basso, che mette al centro un unico obiettivo: sostenere la popolazione palestinese, oggi vittima tanto delle azioni di Hamas quanto della feroce e intollerabile repressione militare da parte dello Stato di Israele.
GSF non entra nel merito delle questioni politiche più ampie — come il dibattito sulla soluzione dei due stati o il riconoscimento ufficiale della Palestina — pur riconoscendone l’importanza. Qui si tratta invece di una priorità urgente e concreta: salvare vite umane innocenti da una tragedia che rischia di trasformarsi in uno sterminio senza precedenti.
Non possiamo dimenticare che nella storia le vittime delle persecuzioni non sono state solo gli ebrei, ma anche Rom, Sinti, anarchici, omosessuali e tutte le minoranze considerate “indesiderabili”. Oggi, la memoria di quelle sofferenze ci impone di non restare indifferenti di fronte a nuove violenze e discriminazioni.
Per questo, il sostegno alla Global Sumud Flottiglia diventa fondamentale. Un impegno che riguarda ogni persona, ogni organizzazione, ogni comunità e ogni Stato. Sostenere GSF significa opporsi al rischio di repressione, arresti e incarcerazioni che Israele ha già minacciato contro chi prenderà parte a questa iniziativa umanitaria.
La forza della GSF sta nella sua natura aperta: chiunque, in ogni luogo fisico o virtuale, può contribuire a renderla più forte e visibile. Il web, le piazze, i circoli culturali e gli spazi comunitari possono diventare megafoni di questo messaggio: la pace e la solidarietà non hanno confini né bandiere.
👉 Perché sostenere la Global Sumud Flottiglia?
Per difendere vite umane innocenti.
Per rompere il silenzio e l’indifferenza.
Per costruire dal basso una rete di pace e solidarietà.
Per dire no alla violenza e alla repressione.
La Global Sumud Flottiglia non è una bandiera da seguire, ma un percorso collettivo da costruire insieme. Un’iniziativa che non appartiene a nessuno perché appartiene a tutti: a chi crede che la pace non si imponga dall’alto, ma si costruisca dal basso, con gesti concreti di solidarietà.