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Genocidio a Gaza

Malgrado l’approvazione da parte del governo israeliano della tregua, entrata in vigore alla mezzanotte, caccia israeliani, artiglieria e droni hanno bombardato alle 7.30 di stamattina, ora di Gaza, il centro di Khan Younes, nel sud della Striscia. Elicotteri hanno preso di mira un quartiere a est di Gaza città, dove sono stati segnalati anche colpi di artiglieria.

Nel quartiere Sabra, un raid aereo di ieri sera ha ucciso 4 persone della stessa famiglia, ferito altre 70 e sotto le macerie ci sono 40 dispersi. Le operazioni di soccorso sono continuate fino a stamattina. “una strage che dimostra la volontà del governo di Tel Aviv di svuotare l’accordo di ogni suo significato. Vogliono dominare e farci vivere nella paura, ma non ci sono riusciti in 2 anni. È uno stillicidio mortale di gente innocente”, ha detto uno dei soccorritori.

Colonne di fumo hanno segnato il cielo di Gaza stamattina, per le attività militari israeliane che continuano nonostante la ratifica dell’accordo di cessate-il-fuoco. Sono 29 le vittime uccise nei diversi attacchi israeliani avvenuti dopo l’entrata in vigore del cessate-il-fuoco, concordato nelle trattative bilaterali indirette a Sharm Sheikh.

L’esercito israeliano ha iniziato a smantellare le basi nella zona di Gaza città e nel valico di Rafah. Le strutture abbandonate sono state incendiate.

Gioia e manifestazioni di giubilo in tutta la Striscia di Gaza. La gente è scesa tra i ruderi e in ogni luogo per dire no all’occupazione e sì alla libertà. “Vogliamo il nostro stato indipendente governato da nostri rappresentanti – ha detto una giovane donna ai microfoni di una tv araba – e non vogliano un neocolonialista alla testa di un’amministrazione straniera. Grazie anche e soprattutto alla solidarietà internazionale che ha gridato stop al genocidio in tutte le piazze del mondo”.

Accordo di tregua

Gli Stati uniti invieranno circa 200 militari in Israele per contribuire al monitoraggio e al sostegno dell’accordo, nell’ambito di una missione congiunta che coinvolgerà anche altri paesi e comprenderà organizzazioni non governative. Alti funzionari statunitensi hanno precisato che le “truppe americane non entreranno nella Striscia di Gaza”. Le fonti hanno spiegato che il Comando centrale degli Stati uniti (Centcom) istituirà in Israele un “centro di coordinamento civile-militare” con l’obiettivo di facilitare il flusso degli aiuti umanitari e fornire assistenza logistica e di sicurezza verso il territorio di Gaza devastato da due anni di aggressione militare israeliana.

Nella Striscia invece entreranno soldati di Egitto, Qatar e Turchia, per monitorare il ritiro israeliano secondo le cartine geografiche incluse nell’accordo di tregua. Sono paesi arabi e islamici che hanno fatto parte della mediazione che ha portato alla tregua. Il valico di Rafah sarà gestito da una commissione mista della polizia doganale egiziana e dell’Ue.

Cisgiordania

La fine momentanea dell’aggressione su Gaza ha scatenato la violenza dei coloni in Cisgiordania. Anche l’esercito di occupazione ha spostato le truppe, ritirate dalla Striscia, per impiegarle in Cisgiordania.

Gli attacchi dei coloni ebrei israeliani hanno provocato, ieri, l’uccisione di un giovane e il ferimento di altri 8, oltre a caciare 12 famiglie dalle loro terre, in una località ad est di Ramallah. I coloni erano accompagnati dai soldati che hanno osservato le aggressioni senza intervenire, per poi attaccare i giovani palestinesi che lanciavano le pietre nel tentativo di allontanare i coloni.

“E’ un piano studiato a tavolino – dice il sindaco del villaggio Jarir – con l’obiettivo di mettere paura tra i nativi e costringerli ad abbandonare i terreni agricoli. Colpiscono la nostra economia agricola con la confisca e l’occupazione dei terreni, lo sradicamento degli ulivi e gli attacchi contro le nostre case”.

ANBAMED

Fonte
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