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Al “discorso sullo stato dell’Unione” von der Leyen annuncia: misure verso Israele

Nell’orazione pronunciata stamattina – 10 settembre 2025 – all’assemblea plenaria del Parlamento Europeo la presidente della Commissione è intervenuta anche sulla questione dei rapporti con Israele, annunciando “sanzioni contro i ministri estremisti e contro i coloni violenti” e “una sospensione parziale dell’accordo di associazione sulle questioni commerciali”

All’annuale discorso sullo stato dell’Unione, il quinto di Ursula von der Leyen, in cui aveva esordito appellandosi all’unità, “unità tra gli Stati membri, unità tra le istituzioni dell’Ue, unità tra le forze democratiche filoeuropee in quest’Aula”, è seguita la replica della presidente della Commissione ai commenti dei parlamentari e, in particolare, a un battibecco tra il leader del PPE e la capodelegazione del gruppo dei socialisti e democratici europei, che ha concluso dichiarando: «La democrazia è forte non solo se c’è dibattito, ma quando prende decisioni e produce risultati».

Durante tutto il suo intervento, durato più di un’ora e in cui ha affrontato numerose questioni, Ursula von der Leyen era stata interrotta dagli applausi 15 volte, tra cui tre standing ovation – una quando ha dichiarato la “piena solidarietà” alla Polonia attaccata dai droni russi e due quando ha salutato gli ospiti accolti per l’occasione, la nonna e il bambino ucraini rapiti dai russi e un tenente dei vigili del fuoco della Grecia – e anche dalle contestazioni dei deputati della destra, la parte in cui però tanti scranni erano vuoti, che hanno veementemente protestato i passaggi del discorso in merito ai provvedimenti sanzionatori contro Israele, inoltre alle questioni riguardo al settore automotive, ai vaccini e alla libertà di stampa, e le urla concitate dell’esponente del partito ultraconservatrore tedesco AfD / Alternative für Deutschland, Christine Schneider, hanno costretto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, a richiamare la deputata.

In merito alle delibere del Parlamento europeo sulla questione palestinese Ursula von der Leyen aveva affermato “ciò che sta accadendo a Gaza è inaccettabile” e riferito:

«Il nostro impegno a fianco dell’Autorità Palestinese mantiene viva la prospettiva di una soluzione a due Stati. E dobbiamo sollecitare con urgenza anche altri a fare di più. L’Europa deve fare di più. Molti Stati membri si sono già mossi individualmente e da parte nostra abbiamo proposto di sospendere alcune parti del nostro programma Horizon. Ma la decisione è bloccata, perché senza una maggioranza non si riesce a deliberare. Dobbiamo superare questo ostacolo. Non possiamo permetterci di restare paralizzati».

E, auspicando che gli eurodeputati approvino la sospensione di alcune parti dell’accordo di associazione UE-Israele e sanzioni mirate verso alcuni soggetti israeliani, cioè “ai ministri estremisti e ai coloni violenti”, ha proclamato: «È ora di liberarsi delle catene dell’unanimità».

Intervenuto immediatamente dopo la presidente della Commissione UE, Manfred Weber ha accusato i socialisti di “mancanza di responsabilità” e di ogni colpa per la “crisi della maggioranza europeista”. Elogiando la “pragmatica” danese Mette Frederiksen e riferendosi al primo ministro spagnolo, che in questo periodo riguardo al riarmo e alle relazioni con gli USA e Israele ha preso posizioni differenti da quelle degli altri premier europei e il giorno prima aveva annunciato l’embargo alle armi fornite alle forze armate israeliane, Weber ha affermato: «Ci sono due realtà socialiste in Europa: Frederiksen e Sánchez! E spero che non assisteremo alla diffusione del modello spagnolo».

«Oggi è risultato chiaro che il suo avversario principale è il leader del PPE – ha risposto la socialista spagnola, Itatxe Garcia Perez, rivolgendosi a Ursula von der Leyen – Lei si è sforzata di presentare un programma comune, ma ora sa chi sia il responsabile del fatto che la maggioranza non funziona».

 

LE REAZIONI IN ITALIA

Non sono ancora state divulgati i commenti della premier italiana e di due dei tre partiti al governo (Fratelli d’Italia e Forza Italia). Invece, interpellato durante un’incontro pubblico, il vice-premier Matteo Salvini ha dichiarato: «Prima di parlare di guerre o di invio di soldati bisogna contare fino a cento, sia per quello che riguarda la Russia sia per il conflitto tra Israele e Palestina. Il problema mio di domani non è difenderci dai carri armati russi o israeliani, ma lo sbarco dei clandestini che poi vengono in Italia e ne combinano di tutti i colori. Quello che vogliamo fare adesso è assumere più soldati per difendere le frontiere a Sud e il Mediterraneo dagli sbarchi clandestini».

E, riguardo alle sanzioni europee a Israele, il leader della Lega ha precisato: «A me piacerebbe che l’Europa aiutasse l’Italia a difendere anche i suoi territori e confini, non solo quelli europei. Non c’è solo la minaccia a Est ma anche il problema a Sud»

Le reazioni dei principali partiti all’opposizione sono state immediate, però differenti:

  • Azione / Carlo Calenda : Il discorso di Ursula von der Leyen è, per la prima volta, sufficientemente tosto. Sulla Russia sulla necessità di uno scudo democratico contro le influenze straniere e su Gaza. Ancora troppo vaga su follia green deal ma nel complesso un passo avanti dell’UE
  • Partito Democratico / Giorgio Gori : Von der Leyen batte finalmente un colpo su Gaza. Annuncia che la Commissione proporrà sanzioni contro Israele e la sospensione dell’accordo Ue-Israele. Le servirà però l’approvazione della maggioranza degli Stati membri e non sarà facile ottenerla. Lavoriamo a una risoluzione del Parlamento europeo che sostenga queste scelteDario Nardella: Pur in ritardo, la presidente ha compiuto uno sforzo verso il rafforzamento dell’autonomia strategica, della competitività e della sicurezza europea. Sarà però fondamentale vigilare sull’attuazione concreta di questi impegni
  • Movimento 5 Stelle / Giuseppe Conte : Von der Leyen sembra quasi prendere in giro i cittadini europei che chiedono pace e benessere, la salvaguardia del modello sociale europeo, mentre quello che ha proposto oggi è semplicemente armi, sempre più armi, nessun orizzonte, nessuna reale volontà di lavorare a scenari di pace

Maddalena Brunasti

Fonte
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