In concomitanza con il workshop dello Studio Ambrosetti che vedrà la partecipazione dell’élite economica e politica mondiale, a Cernobbio (una ridente cittadina in provincia di Como), si é tenuto il XV Forum nazionale dell’Altra Cernobbio “Addio alle armi. Idee e proposte in movimento contro il riarmo e le guerre”, organizzato da Sbilanciamoci! e Rete Italiana Pace e Disarmo in collaborazione con ARCI Como.
Oltre 50 relatori e più di 200 rappresentanti delle organizzazioni della società civile italiana che lavora per giustizia e diritti si sono confrontati sull’analisi critica ai progetti di riarmo e sulle costruzioni di possibili alternative per una politica di pace, di cooperazione internazionale, di sicurezza comune e condivisa. «In Europa con il programma ReArm Europe − hanno affermato Sergio Bassoli (coordinatore dell’Esecutivo della Rete Pace e Disarmo) e Giulio Marcon (portavoce di Sbilanciamoci!) − “Il Green Deal viene messo in soffitta a favore di un War Deal che alimenta i pericoli di guerra e favorisce il business delle armi. Ci sarebbe bisogno invece di un Peace Deal che rafforzi la democrazia diminuisca il tasso di conflittualità e l’insicurezza globali”.
Un appuntamento per non arrendersi all’idea che le scelte di militarizzazione siano divenute imprescindibili e addirittura “obbligatorie”. Francesco Vignarca (coordinatore delle Campagne nella Rete Italiana Pace e Disarmo) ha ribadito che le scelte sul riarmo in Italia e in Europa non condizionano solo le politiche militari ma anche il resto della società e della cultura. “Noi partiamo già da una situazione in cui negli ultimi 25 anni la spese per le armi si è più che raddoppiata. Oggi si cerca di implementarla fortemente”.
Hanno portato il loro contributo anche figure importanti come Rosy Bindi che ha sottolineato l’importanza di difendere la legge 833; Tomaso Montanari (professore alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa) e Marco Mascia (presidente del Centro Ateneo Diritti Umani, Università degli Studi di Padova) che hanno esaminato le cause, le dinamiche e le politiche belliciste che alimentano la corsa al riarmo in Italia e in Europa, e il complesso panorama geopolitico attuale, caratterizzato da molteplici conflitti armati e crescenti tensioni internazionali; padre Alex Zanotelli (missionario comboniano), Nadia Urbinati (politologa e giornalista statunitense) nel suo intervento ha dimostrato che tutte le decisioni prese negli ultimi mesi negli Stati Uniti sono legalmente possibili in quanto tutelate dalla Costituzione americana stessa.
E’ stato possibile un collegamento con Maria Elena Delia, (referente per l’Italia del Global Movement to Gaza) per la Global Sumud Flotilla in viaggio verso Gaza. Durante il Forum sono state lanciate alcune delle prossime iniziative, tra cui la Marcia per la Pace Perugia-Assisi del prossimo 12 ottobre, nonostante le difficoltà di percorso degli ultimi mesi come ha fortemente sottolineato Flavio Lotti (presidente Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace) e ancora Mao Valpiana (presidente del Movimento Nonviolento) ha accennato alla nuova fase della campagna “Un’altra difesa è possibile” per un dipartimento della difesa civile non armata e nonviolenta. Alessandro Gianni (relazioni istituzionali Greenpeace, Alleanza Clima e Lavoro) ha dimostrato i danni che una guerra porta all’ambiente citando l’esempio di Chernobyl. Esistono vari protocolli (Ginevra 1 e altre norme del Diritto Internazionale) che limitano la possibilità che gli impianti nucleari abbiano una rilevanza bellica. A Chernobyl, nei primi giorni dell’invasione, le truppe sovietiche hanno scavato trincee mobilizzando suolo radioattivo (e contaminando gli stessi soldati). Successivamente, é stato colpito il secondo sarcofago della centrale, costruito dopo numerosi sforzi per confinare il primo, ormai fatiscente.
Nell’intenzione c’è stato anche quella di aprire un confronto con la politica italiana ed europea, affinché si smetta di fornire appoggio a scelte di riarmo e di guerra. Sono state invitate abbiamo esteso tutte le forze politiche del nostro Paese, ricevendo una risposta per una presenza a Cernobbio da parte di Elly Schlein, Nicola Fratoianni, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Maurizio Acerbo.