Il “Comitato Fratelli Al-Najjar – Giustizia in Palestina e in Italia” annuncia di aver depositato, il 13 agosto, la denuncia per crimini d’odio contro l’eurodeputata Elena Donazzan presso la Procura della Repubblica di Vicenza.
Il Comitato, costituito da circa 100 cittadini italiani e palestinesi, provenienti da tutto il territorio nazionale, è assistito dall’avvocato Silvia Cavallo nell’azione legale nei confronti di Elena Donazzan per le aberranti frasi pronunciate il 17 giugno in un suo intervento al Parlamento Europeo sulla situazione in Medio Oriente.
Alla denuncia si è unita anche la storica Associazione Amicizia Sardegna Palestina.
“Donazzan”, sottolinea il comitato, “ha definito i figli dei palestinesi come figli di terroristi, e ha affermato che le azioni di Israele sono coraggiose. Per queste ragioni abbiamo deciso di denunciarla, troviamo inammissibile che una figura istituzionale possa diffondere liberamente odio e giustificare un genocidio in corso”.
Il nome del comitato è intitolato alla memoria dei nove figli (tra i 12 anni e i sei mesi) della dottoressa Alaa e del dottor Hamdi al-Najjar – martire una settimana dopo per le conseguenze delle ferite riportate nell’attacco alla sua casa – assassinati a Khan Younis dalla ferocia israeliana il 23 maggio 2025.
I fratelli al-Najjar sono l’emblema delle decine di migliaia di bambini massacrati, mutilati, feriti nei bombardamenti o uccisi per fame in questo infame genocidio compiuto da Israele con la complicità dei governi occidentali.
“Elena Donazzan porta avanti la propaganda di Israele che giustifica il bombardamento degli ospedali e l’uccisione dei bambini. Per questa ragione ci sembrava doveroso dedicare la nostra attività di contrasto legale del genocidio alla famiglia Al-Najjar” afferma il Comitato.
Secondo quanto dichiarato dal Comitato, quella contro Elena Donazzan non sarà l’unica azione legale che si vorrà intraprendere. “Abbiamo deciso che è arrivato il momento di fermare la propaganda che giustifica il genocidio più documentato e più negato della storia. Elena Donazzan è il primo esempio di questo tipo di propaganda. Ma in Italia, complice il clima di odio e discriminazione che si è creato negli ultimi anni, di esponenti come Donazzan ce ne sono decine in ambito politico, mediatico e culturale. Questo è solo il primo passo. Chi diffonde odio non può continuare a farlo senza incorrere nelle conseguenze previste dalla legge” afferma il coordinatore del Comitato, Mattia Uzzau. “Chi vuole aderire alla denuncia può ancora partecipare all’integrazione”. Per informazioni basta scrivere a controassedio@gmail.com