Riceviamo e pubblichiamo dalla agenzia stampa Interris.it
Nell’era dell’iperconnessione, le dipendenze digitali rappresentano una sfida crescente per le giovani generazioni, con effetti sempre più evidenti sul benessere psicologico, relazionale e scolastico.
Social network, videogiochi, smartphone e contenuti multimediali diventano spesso strumenti di evasione che, se usati in modo eccessivo, possono compromettere lo sviluppo armonico dei ragazzi.
Interris.it, in riguardo a questi temi e alle possibili strategie di prevenzione, ha intervistato il dott. Claudio Marcassoli, psichiatra e psicoterapeuta.
Dottore, quali sono le dipendenze digitali più diffuse tra le giovani generazioni?
“Tra le dipendenze digitali più diffuse tra i giovani si annoverano l’uso eccessivo dei social network, il gaming patologico, ovvero la dipendenza da videogiochi, quella da smartphone e la visione compulsiva di contenuti multimediali, come serie TV e video su piattaforme online.
Queste forme di dipendenza si manifestano spesso attraverso un bisogno incontrollabile di connessione, la perdita di interesse per le relazioni reali e la difficoltà a mantenere l’attenzione su compiti scolastici o attività non digitali.
L’interazione costante con gli schermi, in particolare durante l’adolescenza, può ostacolare lo sviluppo di competenze sociali e di regolazione emotiva.
È importante distinguere un uso intenso da un comportamento patologico, che si configura quando l’attività digitale compromette in modo significativo la vita quotidiana, sociale o scolastica.
La prevenzione e l’intervento precoce sono essenziali per ridurre i rischi associati a queste forme di dipendenza e promuovere un rapporto sano con le tecnologie”.
Quali sono i possibili rischi e gli effetti delle dipendenze digitali sul processo di crescita?
“Le dipendenze digitali possono compromettere significativamente il processo di crescita psicologica, cognitiva e sociale nei giovani.
L’uso eccessivo di dispositivi digitali può interferire con lo sviluppo dell’attenzione sostenuta, della memoria e della capacità di problem solving.
Sul piano emotivo, è stato osservato un aumento di sintomi ansiosi, depressivi e di isolamento sociale, legati alla costante esposizione a contenuti idealizzati o alla paura di essere esclusi.
Inoltre, l’abuso di tecnologie può ridurre il tempo dedicato al sonno, all’attività fisica e alle interazioni significative, elementi fondamentali per uno sviluppo armonico.
Nei casi più gravi, si possono osservare comportamenti impulsivi, ritiro scolastico e difficoltà nella gestione della frustrazione.
È essenziale riconoscere precocemente i segnali di disagio e intervenire attraverso percorsi educativi, terapeutici e di accompagnamento familiare.
Un uso consapevole e regolato del digitale può invece favorire lo sviluppo, se integrato in un contesto relazionale e educativo equilibrato”.
In che modo, tali dipendenze, possono essere arginate? Quale può essere il ruolo della scuola e della famiglia su questo versante?
“Per arginare le dipendenze digitali, è fondamentale un’alleanza educativa tra scuola e famiglia.
I genitori devono promuovere regole chiare sull’uso dei dispositivi e favorire momenti di dialogo e attività condivise offline.
La scuola, dal canto suo, può svolgere un ruolo preventivo attraverso percorsi di educazione digitale, sviluppando nei ragazzi senso critico e consapevolezza.
Solo attraverso un lavoro coordinato, basato sulla comunicazione costante e la condivisione di valori educativi, è possibile accompagnare i giovani verso un uso equilibrato della tecnologia e prevenire forme di dipendenza che compromettono lo sviluppo personale e relazionale”.