Doha, Qatar
Domani, lunedì, si terrà a Doha, capitale del Qatar, la conferenza-vertice dei Paesi arabi e islamici. Oggi i Ministri degli Esteri prepareranno le linee della risposta diplomatica da attuare contro Israele. L’assise sarà un banco di prova per Emirati arabi e Arabia Saudita. “Soltanto le pressioni economiche e diplomatiche convinceranno Israele a cambiare rotta”, ha detto un diplomatico egiziano in condizioni di anonimato alla testata storica di Al-Ahram. Le pressioni diplomatiche saranno indirizzate a USA e Ue, per isolare Tel Aviv.
Global Sumud Flotilla
Partenza dal porto di Biserta. Decine di navi della GSF sono partite dal porto tunisino. Si incroceranno nel centro del Mediterraneo con le altre partite dalla Spagna, da Italia e Grecia.
Un’imbarcazione dell’ARCI è partita ieri da Augusta con viveri e medicine. guarda e ascolta sul sito dell’ANSA il messaggio di Margherita Cioppi, capomissione dell’unità “Karma” (global-sumud-flotilla-limbarcazione-dellarci-partita-da-augusta).
Il tracker della navigazione della Flotilla permetterà di seguire sul web la localizzazione delle barche e navi in viaggio verso le coste di Gaza: Flotilla Tracker – Global Movement to Gaza
Solidarietà in Italia
Mobilitazioni in tutta Italia per sostenere la Global Sumud Flotilla. Per il giorno 22 settembre i Cobas hanno indetto uno sciopero generale nazionale.
A Roma, si è tenuto un concerto ieri e si terrà oggi una fiaccolata per Gaza. Si conclude oggi, domenica 14 settembre, il Festival della Cultura palestinese, organizzato dalla Comunità palestinese di Roma e del Lazio. A Milano si è tenuta ieri pomeriggio una grande manifestazione contro il genocidio a Gaza e in sostegno alla GSF con diverse centinaia di persone (mentre, a Palermo, due signore israeliane hanno strappato la bandiera palestinese del presidio permanente accusando gli attivisti di sostenere Hamas; la calma e l’atteggiamento nonviolento mantenuto da* compagn* di fronte alla provocazione ha fatto sì che tutto rientrasse in pochi minuti, ndR).
BDS/Eurovision
L’Olanda si aggiunge ai Paesi che hanno deciso di boicottare l’Eurovision 2026, in caso non venisse esclusa Israele. L’emittente pubblica olandese Afrotros ha annunciato che i Paesi Bassi boicotteranno l’Eurovision Song Contest 2026 se a Israele verrà ancora consentito di partecipare, citando la guerra a Gaza e “l’interferenza politica israeliana” nella precedente edizione del concorso.
Ha aggiunto che la sua decisione si basava “sull’estrema sofferenza umana a Gaza, sulle gravi violazioni della libertà di stampa e sulla manipolazione politica dell’evento”, spiegando che “la competizione è stata istituita nel 1956 per fungere da ponte per unire i popoli dopo la II guerra mondiale, ma la partecipazione di Israele non è più giustificabile nella situazione attuale”.
Con questa decisione, i Paesi Bassi si uniscono a Irlanda, Slovenia, Islanda e Spagna, che hanno annunciato posizioni simili. L’Irlanda, sette volte vincitrice della competizione, ha annunciato giovedì che non avrebbe partecipato “alla luce delle continue e orribili perdite di vite umane a Gaza”, mentre l’emittente irlandese RTÉ ha messo in guardia contro “la presa di mira dei giornalisti e l’impedimento della copertura mediatica”.
A maggio, il Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez ha chiesto l’esclusione di Israele, affermando: “Nessuno si è opposto quando la Russia è stata esclusa dalle competizioni internazionali dopo l’invasione dell’Ucraina, e lo stesso principio dovrebbe essere applicato a Israele a causa della guerra di Gaza”. Ha affermato che condannare il genocidio a Gaza è un dovere morale prima che politico e giuridico.