La Kek, Conferenza di Chiese europee, e il Ccee, Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa hanno lanciato un appello per la “Pace con il Creato” mentre i cristiani di tutto il mondo si preparano a osservare il Tempo del Creato, che si terrà dal 1° settembre al 4 ottobre. La dichiarazione congiunta è firmata dall’Arcivescovo Nikitas di Thyatira e Gran Bretagna, Presidente della Kek, e dall’Arcivescovo Gintaras Grušas, Presidente del Ccee.
Ecco il testo:
Sin dall’inizio della sua missione, il profeta Isaia si rese conto del desiderio di Dio di inviare un messaggero al Suo popolo. Nonostante il suo senso di inadeguatezza, si impegnò a dare voce umana al disegno di Dio. Predicando a un popolo che viveva in una situazione disastrosa e fatiscente, sperimentò aspre resistenze e opposizioni; tuttavia, questa esperienza lo portò a una ferma determinazione per tutta la vita: era consapevole della frenetica esigenza di richiamare il suo popolo dall’orlo del pericolo e del declino.
Nelle sue profezie, Isaia paragonava Dio a un agricoltore attento e diligente che, a volte adirato per i frutti selvatici dell’ingiustizia e della violenza che venivano prodotti, minacciava di togliere la sua cura e protezione. Ma, rafforzato dall’incontro con la santità di Dio, Isaia offrì anche un’alternativa alla catastrofe: la sopravvivenza dipendeva dal ritorno a uno stile di vita che riflettesse fiducia e devozione verso Dio. Questo è un impegno quotidiano che richiede una vita sobria e il rispetto di tutto ciò che viene offerto come dono del creato, senza alcuna forma di sfruttamento ingiusto delle persone o delle risorse naturali.
Questo è per Isaia l’unico modo per vivere in pace e prosperare, ed è ciò che noi chiamiamo “pace con il creato”. In questa esperienza spirituale rivelatrice, abbiamo trovato l’ispirazione per la celebrazione ecumenica del Tempo del Creato di quest’anno, intorno al tema della «Pace con il creato», con il simbolo del “Giardino della Pace”, ispirato da Isaia 32, 14-18. Come Chiese Cristiane, questo è per noi un tempo di preghiera e di sincera conversione, che dà voce alla nostra professione di fede nel Dio che «ha creato il cielo e la terra», come ogni comunità cristiana proclama da secoli con le parole formulate dal Concilio di Nicea, di cui quest’anno celebriamo il 1700° anniversario. Mentre proclamiamo la nostra fede in Dio creatore, preghiamo anche per i nostri fratelli e sorelle che sono vittime di diverse forme di ingiustizia ambientale e umana. Al giorno d’oggi, il nostro mondo difficilmente può essere considerato un giardino di pace. Al contrario, la distruzione umana e la morte causate dalle guerre e dai disordini sociali in diversi Paesi e popoli influenzano le nostre esperienze quotidiane. Tuttavia, come il profeta Isaia, crediamo fermamente di essere chiamati a cercare la pace con il creato e che ognuno di noi sia chiamato a onorare i tratti distintivi del «datore di vita».
Abbiamo plasmato questo impegno spirituale anche in ogni pagina della «Charta Oecumenica» riveduta, che sarà firmata entro la fine di quest’anno. Per oltre vent’anni questo accordo congiunto tra le Chiese cristiane in Europa ha ispirato le nostre riflessioni teologiche e il nostro lavoro pastorale. Ci auguriamo che la versione riveduta continui a dare forma al nostro ascolto della preghiera di Cristo, «perché tutti siano una sola cosa» (Gv 17, 21). Mentre si impegnano per la tutela del nostro clima, pregheremo per tutti i leader e i partecipanti alla 30° Conferenza dei Partner sui cambiamenti climatici (COP30), organizzata dalle Nazioni Unite a Belém (Brasile), dal 10 al 21 novembre.
Crediamo che l’attuale crisi climatica rappresenti un’opportunità per riconfigurare le relazioni internazionali verso il bene comune e per creare uno stile di vita più equo e sostenibile per l’intera umanità. Auspichiamo inoltre che l’impatto delle politiche sui cambiamenti climatici sui poveri e sui vulnerabili rimanga ben presente nelle menti e nei cuori dei leader e degli esperti riuniti alla conferenza, considerando le sfide sociali e ambientali interconnesse del nostro tempo. Il Tempo del Creato ci chiama ad essere fedeli custodi di ciò che Dio ha creato e ci ha affidato, nelle nostre scelte quotidiane e nelle politiche pubbliche, affinché la nostra preghiera e il nostro stile di vita possano fare eco a ciò che crediamo e confessiamo: «I cieli narrano la gloria di Dio; l’opera delle sue mani annuncia il firmamento» (Sal 19, 2).