Mentre una donna sulla Sea-Watch 5 era in travaglio da ore, con gravi complicazioni che stavano mettendo a rischio la sua vita e quella del bambino, noi chiedevamo all’Italia di evacuarla d’urgenza in ospedale. Ma le autorità italiane preposte al soccorso ci hanno risposto di andare in Tunisia, un Paese non sicuro, minacciando sanzioni.
Dopo almeno 4 ore di partita a ping-pong tra Italia, Malta e Tunisia dalla segnalazione dell’emergenza e del pericolo di vita, finalmente è stato inviato un elicottero della Guardia Costiera italiana: un intervento che, se autorizzato prima, poteva risparmiare lunghe ore di tortura imposta alla donna e al suo bambino.
Nel frattempo, abbiamo ricevuto una minaccia formale da Roma: portatela in Tunisia, se non fate come vi ordiniamo, verrete puniti.
Dopo un rimpallo durato 7 ore dalla prima segnalazione, la donna è arrivata all’ospedale di Trapani in serata dove il suo bambino è potuto finalmente nascere, in sicurezza.
La dottrina Meloni-Piantedosi è però racchiusa in quel primo messaggio: anche se noi saremmo attrezzati per salvarli, voi portateli in Tunisia, a costo di uccidere per omissione di soccorso una donna e il suo bambino. Se disobbedite, verrete sanzionati. Il governo ha perso l’ultimo briciolo di umanità.
La nostra presenza nel Mediterraneo è importante anche per questo: quella mamma e quel bambino non ce l’avrebbero mai fatta se non li avessimo soccorsi e dato loro aiuto e assistenza medica. A chi ci vuole lontani diciamo: non ci arrendiamo alla disumanità.
Adesso siamo in navigazione verso Salerno, dove arriveremo giovedì per sbarcare le 70 persone rimaste a bordo.