Secondo i recenti dati di Unicef, in Italia la percentuale di bambini e bambine di età compresa tra i 5 e i 19 anni che vivono con sovrappeso è del 27% (dato al 2022), seppur in diminuzione rispetto al 32% di 2 anni prima. La percentuale di bambine e bambini di età compresa tra i 5 e i 19 anni che vivono con obesità è rimasta invece stabile al 10% (unicef.org/reports/feeding-profit).
Oltre al problema di una non corretta alimentazione dei nostri bambini, con gli alimenti ultra-processati che stanno sostituendo sempre più spesso frutta, verdura e proteine in un momento in cui l’alimentazione svolge un ruolo fondamentale nella crescita, nello sviluppo cognitivo e nella salute mentale dei bambini, vi è anche una diffusa sedentarietà.
Per l’ISTAT, nel 2024 il 62,5% della popolazione di 3 anni e più non pratica nessuno sport e i bambini di 3-5 anni fanno sport meno frequentemente. Quasi 1 minore su 5 non fa sport. Per il 30 per cento circa dei bambini dai 6 ai 10 anni la causa è la condizione economica del nucleo familiare. E comunque non tutti possono praticare sport in aree sportive all’aperto (campi sportivi, piscine, campi polivalenti), in quanto non sono presenti ovunque, così come pochi sono gli spazi per lo sport nelle scuole, con forti differenze territoriali.
Per i nostri bambini è poi del tutto impossibile pensare di poter giocare per strada, poiché esse sono “piegate” all’uso e all’abuso dell’automobile. É l’auto, sempre più grande e sempre più ingombrante (in media, le nuove auto immatricolate in Europa sono 1 centimetro più larghe ogni due anni), la padrona assoluta delle nostre strade: nel 2025, il 78% degli italiani possiede almeno un’auto, una percentuale che supera di oltre il 10% la media europea. 46.5 milioni di auto che sfrecciano di giorno e di notte lungo le nostre strade, inquinando e facendo vittime (oltre 3mila morti all’anno, 51 vittime ogni milione di abitanti, un dato superiore alla media europea che si attesta a 45) e, quando ferme, vanno ad occupare tutti gli spazi pubblici possibili delle nostre città, in modo legittimo o meno (in alcune città si parcheggia anche in seconda e terza fila e sui marciapiedi).
In strade “ostaggio” degli automobilisti e delle auto, è impensabile poter vedere bambini che giocano felici, che corrono o rincorrono una palla. I nostri bambini le nostre strade le attraversano soltanto in auto e anche le strade scolastiche per permettere loro di andare a scuola a piedi fanno fatica ad attecchire nel nostro Paese.
Per cercare di restituire le strade e le piazze a bambini e ragazzi per farli incontrare e giocare liberamente, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, ispirandosi alle play streets del Regno Unito, ha lanciato il progetto “Strade in gioco. Spazi sicuri di incontro e gioco libero in città per bambini e adolescenti”, destinato ai comuni tra i 10 mila e i 200 mila abitanti e densità abitativa di almeno 1.500 abitanti per chilometro quadrato.
“Vogliamo rafforzare, ha sottolineato l’Autorità garante Marina Terragni, la socialità offline attraverso un’alternativa concreta alla dipendenza dagli ambienti virtuali, dall’intrattenimento passivo e dalle dinamiche negative dello spazio online. Sono gli stessi ragazzi a chiedere spazi sicuri, luoghi di disconnessione dove non si sentano giudicati”.
Ai comuni, per beneficiare dei finanziamenti stanziati dall’Autorità, viene chiesto di offrire spazi e tempi per il gioco e l’incontro libero senza attività strutturate. Si tratterà di chiudere al traffico, anche solo a cadenza fissa, strade o piazze esistenti e interne ai quartieri residenziali. Luoghi con installazioni di piccoli arredi urbani (fioriere, tavoli, casette per lo scambio di giochi o libri eccetera) e con decorazioni anche di street art. Perché siano luoghi “vivi” sarà necessario coinvolgere soggetti pubblici o del terzo settore già attivi sul territorio, promuovendo anche, ove possibile, forme semplici di consultazione della comunità locale.
Il bando, finanziato con 450 mila euro, è stato pubblicato sul sito dell’Autorità garante e si rivolge ai 198 comuni italiani che hanno la popolazione e la densità abitativa previste da “Strade in gioco”. Saranno finanziati 15 progetti, per un massimo di 30 mila euro ciascuno a copertura di 24 mesi di attività.
“Non si tratta, ha precisato Marina Terragni, di organizzare feste, eventi occasionali o allestire parchi gioco, ma di attivare esperienze di socialità libera e spontanea, leggere e diffuse capaci di radicarsi nel territorio anche oltre la durata del progetto finanziato. Inoltre, la speranza è che esse possano divenire un modello replicato anche da altri comuni”.
Qui l’Avviso pubblico “Strade in gioco” dell’Autorità garante: garanteinfanzia.trasparenza-valutazione-merito.it.