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Salute mentale: basta parole. Servono accoglienza, servizi e diritti

Il Coordinamento Nazionale per la Salute Mentale, decine di associazioni, numerosi operatori e tante persone con esperienza diretta di sofferenza psichica oppure impegnate nella difesa dei diritti hanno inviato una “lettera aperta” al Ministro della Salute Orazio Schillaci, al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Massimiliano Fedriga e al Presidente dell’ANCI Gaetano Manfredi, con la quale esprimono una forte preoccupazione e delusione per la bozza del nuovo Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale 2025-2030 (PANSM) – recentemente diffusa dal Ministero – e chiedono accoglienza, servizi e diritti: https://www.conferenzasalutementale.it/wp-content/uploads/2025/08/piano-naz-SMentale-bozza-15-7-2025.pdf.

A 13 anni dal piano precedente, dopo che il ministro aveva proceduto nell’aprile 2023 a nominare un nuovo Tavolo Tecnico Nazionale per supportare le linee di politica sanitaria che intendeva perseguire, e dopo promesse in direzione dei diritti, sembra invece che con la bozza del nuovo piano tutto torni indietro. “Il documento, si legge nell’Appello, è ponderoso: cento pagine, esperti, docenti, direttori di DSM e rappresentanti delle istituzioni, sono stati coinvolti per produrre un documento purtroppo legato saldamente ad una vecchia visione della psichiatria. Il piano elenca problemi noti, esibisce saperi accademici e metriche anglofone, ma ignora i nodi reali che ogni giorno vivono le persone, le famiglie e gli operatori nei servizi: la cronica scarsità di risorse, l’assenza di personale, il deterioramento strutturale dei servizi territoriali, la frammentazione delle reti di cura, la presenza di pratiche irrispettose dei diritti personali (come la contenzione). Nessun incremento delle risorse è previsto. Nessun investimento reale in personale, accoglienza e progettualità. Nessuna assunzione di responsabilità verso chi la salute mentale la pratica sul campo”.

A destare preoccupazione è anche la centralità data alla dimensione securitaria, alla quale il piano dedica attenzione sproporzionata al rapporto tra salute mentale e giustizia, alla gestione del rischio, alla presunta pericolosità dei pazienti. “Il linguaggio, i riferimenti, la logica sottostante, si sottolinea nell’Appello, richiamano pregiudizi antichi: quello del “folle pericoloso”, dell’autore di reato come autentico “paziente psichiatrico”, figura da contenere, separare, sorvegliare. Una visione che non solo confligge con la legge 180 e con la cultura dei diritti, ma che riporta l’attenzione su soluzioni reclusive, repressive, ospedalo-centriche, oggi rilanciate da più fronti, anche legislative. La prima grande omissione di questo piano è proprio dimenticare che la vera violenza, oggi, è quella istituzionale, fatta di pratiche di contenzione, abbandono, solitudine operativa, impoverimento culturale e progressiva distanza dai bisogni reali. È questa la violenza che distrugge ogni giorno la possibilità stessa di curare”.

I firmatari dell’appello chiedono al Ministro della Salute Orazio Schillaci di aprire un confronto con le organizzazioni professionali, sindacali e della società civile, a partire da chi rappresenta le persone e i loro familiari che vivono la sofferenza mentale e dagli operatori dei servizi. Si tratta di persone e organizzazioni che nella II Conferenza nazionale autogestita per la Salute Mentale del 6 e 7 dicembre dello scorso anno si sono espresse con chiarezza, avanzando proposte e disponibilità al dialogo (Dichiarazione conclusiva della Conferenza SM 2024: https://www.conferenzasalutementale.it/2024/12/18/riprendiamoci-i-diritti-la-ii-conferenza-nazionale-autogestita-per-la-salute-mentale-decide-una-nuova-stagione-di-mobilitazione-e-di-proposte-la-dichiarazione-conclusiva/), al momento ignorate dal Ministro. E alla Conferenza delle Regioni e delle province Autonome e all’ANCI chiedono analogo confronto per ricercare insieme risposte all’altezza alla domanda di salute e di cure che migliaia di persone, di ogni età, esprimono ogni giorno.

Dopo la lettera aperta al Governo, alle Regioni e all’Anci intitolata “Piano di Azione Salute Mentale: Basta parole. Servono accoglienza, servizi, diritti”, il Coordinamento lancia una mobilitazione nazionale, fissando un primo incontro online per giovedì 28 agosto alle ore 17,45: https://www.conferenzasalutementale.it/.

Qui la “lettera aperta”: https://www.conferenzasalutementale.it/2025/08/02/lettera-aperta-sul-piano-di-azione-salute-mentale-basta-parole-servono-accoglienza-servizi-diritti/.

Qui per sottoscrivere la “lettera aperta”: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdGKqiZg4z-dtaGAc7WjlCakUbtH0kWnuLTeyqS8wkwCEwofw/viewform?pli=1.

 

 

Giovanni Caprio

Fonte
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