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La verità è più forte della denigrazione

Ancora una volta (e non sarà certo l’ultima) vengono utilizzate parole a sproposito, in un’accezione ingannevole, contrarie ad una corretta esposizione.

Ciò è avvenuto, nello stesso giorno, domenica 7 settembre 2025, sul quotidiano triestino Il Piccolo e nell’edizione radiofonica del TGR del Friuli Venezia Giulia.

Si è trattato dell’uso di due termini: no vax e antisemita. Il primo è stato utilizzato nel Giornale Radio del mattino di domenica 7 quando, rifacendo la cronaca della manifestazione del giorno precedente, a favore della Global Sumud Flottilla, è stato riferito che “è stato esposto uno striscione,poi contestato da alcuni, da parte dei no vax”.

Lo striscione contestato era stato esposto, firmato , dal Coordinamento No Greenpass e Oltre. No vax è definito chi si oppone al metodo della vaccinazione in assoluto; no green pass è chi ha ravvisato nell’obbligo di vaccinazione anti Covid19, una prevaricazione alla libertà di scelta della cura , in quel frangente.

No green pass non significa no vax anche se , si comprende, si fa prima a dire no vax e , senza andare troppo per il sottile, si fa passare una deformazione concettuale, rinnovando equivoci già sorti e causa di denigrazioni sconfitte anche da sentenze giudiziarie.

Sarebbe, inoltre, il caso che giornalisti abbiano il buon senso di denominare i gruppi di attivisti che scendono in piazza con il loro nome. Se il Coordinamento No Green Pass e Oltre ha questa denominazione, è irriguardoso definirlo genericamente come “no vax”.

Più grave, a nostro avviso, è il secondo “equivoco” linguistico, rintracciabile a pagina 6 del quotidiano Il Piccolo, di domenica 7 settembre, ove si riportano le dichiarazioni di Mauro Gialuz, del Comitato organizzatore delle manifestazione del 27 maggio e 29 luglio per Gaza: “il Comitato si dissocia e condanna striscioni, parole e slogan antisemiti pur nella più ferma condanna della criminale politica israeliana”.

L’antisemitismo è l’odio e la discriminazione verso gli ebrei, basato su pregiudizi razziali e culturali, antisionismo è l’opposizione al sionismo, movimento nazionalista a carattere colonialista, nato alla fine dell’800, promuovendo l’instaurazione di uno “Stato ebraico” in Palestina. In ciò rafforzato dalla cosiddetta Dichiarazione di Balfour, del 1917, che rafforza il colonialismo britannico sulla Palestina prevedendo un “focolare ebraico”. Cosa abbia prodotto il sionismo, sopratutto dal 1948, a seguito della fondazione del regime di Israele, è davanti agli occhi di tutti e oggi mostra il suo apice: pulizia etnica, apartheid e genocidio.

È chiaro, perciò, che quando ci si oppone al sionismo, ci si oppone ad un movimento politico colonialista, che nega il popolo palestinese in quanto popolo.

Essere antisionisti non è essere antisemiti: non dimentichiamo che nei popoli semiti è compreso il popolo palestinese e che sabato 6 settembre abbiamo manifestato a favore del popolo palestinese e gran parte degli interventi hanno attaccato proprio il sionismo.

Da parte nostra, continueremo a mobilitarci al fianco del popolo palestinese nonostante gli attacchi a mezzo stampa che riceviamo. Approfittiamo quindi, anche di queste dovute riaffermazioni di verità per rilanciare la partecipazione al corteo del 15 Settembre contro la militarizzazione del porto di Trieste, che il governo Meloni, attraverso l’Imec, vuole legare direttamente al porto sionista di Haifa.

Coordinamento No Green Pass e Oltre, 10 settembre 2025

Redazione Friuli Venezia Giulia

Fonte
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